Cavolquest – Recensione – Librogame di Giacomo Bernini, Stefano Cappanari e Roberto Gerilli (Plesio Editore)

Avrete finora intuito che amo la comicità, dal momento che tutte le recensioni che ho scritto finora sono state caratterizzate da un tono particolarmente umoristico. Stavolta però la faccenda si complica, visto che ho tra le mani un librogame già comico di suo.

CavolQuest è un librogame “del cavolo”. Così come il Sahara è un deserto… E su questo non ci piove! Per realizzarlo ci sono volute addirittura 6 mani, lo sapevate? Ma non solo: anche 3 teste, 30 dita, 3 ombelichi e… Ok, mi fermo sennò non la finisco più. No, non si tratta di una creatura antropomorfa fuoriuscita da chissà quale pianeta o dimensione: semplicemente, gli autori sono 3!

Non appena ne ho scoperto l’esistenza, ero già sicuro del voto che avrei voluto dargli.

Lo so, lo so… Ho un problema. Affinché il mio giudizio sia più oggettivo possibile, ho deciso di farmi aiutare da un caro amico: Lorenzo (o come dicevan tutti, Renzo). No, il nome non è inventato solo in riferimento alla citazione che spero conosciate: Lorenzo (o come dicevan tutti, Renzo) esiste davvero!

E a proposito di citazioni, Cavolquest ne è zeppo!

Molte di queste sono abbastanza colte e non tutti saranno in grado di arrivarci (a me pure ne è sfuggita qualcuna, lo ammetto), ma la maggior parte appartiene alla cultura nerd di massa… Quindi è impossibile non captarle. A meno che non abbiate 90 anni suonati ed abbiate passato l’ultimo mezzo secolo rinchiusi in un bunker sotterraneo, intendo. In quel caso, siete autorizzati a commettere errori come questo:

Cavolquest non è però solo comicità e citazioni nerd. L’aspetto più importante di questo libro, che forse lo contraddistingue da qualsiasi altro del suo genere, è uno e uno solo soltanto: qui barare è lecito. Anzi, spesso è addirittura consigliato!

Diciamoci la verità: c’è davvero qualcuno che se muore a un passo dal finale di un librogame osa ricominciare tutto da capo?? Suvvia…

Se volete leggere Cavolquest con il giusto approccio, dovrete essere pronti a barare in ogni occasione utile. Tant’è che in alcune circostanze ciò vi porterà dei grossi guadagni.

Per prepararmi al meglio, ho sfidato a poker un non-morto. Avevo nella mano 5 assi, sapete? Pensavo di aver vinto, ma quel dannato zombie ne ha tirati fuori addirittura 6. Lui sì che BARA!

Se Dicembre vi sembrava un mese freddo, ora sapete a chi dare la colpa.

Regolamento:

Come in ogni librogame che si rispetti, anche qui bisognerà prima di tutto comporre le caratteristiche del personaggio… Che in questo caso non potrebbero essere più classiche di così: forza, intelligenza, carisma e destrezza.

Per capire il valore di ciascuna di esse dovrete tirare due dadi a 6 facce, moltiplicando x4 il numero uscito e sottraendo 11. A quel punto aprite il frigo, prendete un alimento confezionato a vostro piacimento, leggete il giorno di scadenza e sommatelo al risultato. Estraetene la radice quadrata e infine dividetela per il numero di minuti che vi occorrono per capire che vi sto prendendo in giro fin dall’inizio.

Non odiatemi, vi prego: il regolamento in verità è così semplice che dovevo inventarmi qualcosa per scrivere abbastanza righe. Lo sto facendo anche ora nel fornire questa spiegazione e neanche ve ne state accorgendo hehehe.

Dovete sapere che in CavolQuest non esistono statistiche numeriche fisse, se non un misero +2 da assegnare alle due che preferite. Semplicemente sarà il testo a indicarvi un dato numero di volta in volta. Voi dovrete lanciare due dadi e osservare il risultato: se sarà pari o superiore avrete superato la prova, altrimenti l’avete fallita. Se anche il +2 sovracitato non dovesse aiutarvi, nulla però vi impedirà di ritirare il dado finché non otterrete il risultato che desiderate. Se lo farete otterrete però un punto sul barometro: in base a quante volte avrete imbrogliato nel corso dell’avventura, alla fine del libro vi verranno dedicate alcune parole.

Quindi mi raccomando, barate più che potete per ricevere la giusta lode e gloria!

La mia avventura:

Voglio diventare avventuriero! Cosa da poco, penserete voi. Eppure tutti i libri o i film dove il protagonista desidera la stessa cosa sembra che ne nascondino sempre gli aspetti burocratici. Sapevate che bisognava compilare una lunga serie di moduli prima di potersi registrarsi ufficialmente a una gilda? Io no… E infatti il mio primo compito è semplicemente quello di mettermi in fila come fossi alle Poste o dal medico, in attesa che giunga il mio turno. Molti avventurieri sono sparsi attorno a me, perciò per non annoiarmi decido di origliare i loro discorsi. Parlano di un famoso torneo, delle loro conquiste amorose, di un famoso torneo, dell’ultima principessa salvata, di un famoso torneo, di chi ha ucciso più draghi, di un famoso torneo, di quante statue sono state incise a loro nome, di un famoso torneo…

Oh, ecco che tocca a me!

«Salve, sono Prudenzio Guardapolli e voglio diventare un eroe!»

«Che nome ridicolo!»

«Ehi, cos’ha che non va??»

«Beh, se i polli almeno li leccavi avresti potuto fondare una casa editrice come il tuo collega… Ma ora come ora, il massimo che tu possa fare è pulire la pupù dei cavalli.»

«Fammi fare quello allora.»

«Spiacente, il ruolo è stato già preso da qualcuno più qualificato di te.»

Grazie alle mie doti carismatiche (unite alla poca voglia del tipo di perdere tempo con me) lo convinco a darmi i moduli così da potermi arruolare come eroe nella gilda. Tali moduli non potrebbero essere più semplici da compilare:

Nato= sì!

Sesso= di rado, solo dopo i pasti.

Data= oggi.

E così via discorrendo.

Quando ho tutto pronto, scopro però che ciò non basta: un eroe che si rispetti deve innanzitutto essere in possesso di una buona arma. Motivo per cui sono costretto a recarmi presso il fabbro più vicino al fine di procurarmene una. Quelle più fighe purtroppo sono state tutte già vendute: me ne rimane una parlante che acquisto con piacere semplicemente per il fatto che mi ricorda troppo quella di Wakfu.

Torno alla gilda, mostro con fierezza la spada… Ma pare che ciò non basti ancora. Siccome la gilda non accetta completi novellini (e in effetti, parlando di missioni svolte da eroe, sono più verginello di un olio Extravergine) ho bisogno di mettermi alla prova prima di poter essere accettato nella combriccola. Osservo dunque la bacheca alla ricerca dell’incarico più adatto per uno come il sottoscritto:

-uccidere un drago? Nah, già nel librogame comico che sto scrivendo io si parla di ucciderne uno: voglio qualcosa di nuovo!

-salvare una principessa rapita? Nah, già nel librogame comico che sto scrivendo io si parla di salvarne una (rapita dal drago, appunto): voglio qualcosa di nuovo!

-sconfiggere un negromante? Nah, già nel librogame comico che sto scrivendo io si parla di… Ah, no, aspetta. Negromanti mica ce ne sono. Per ora!

Vada per il negromante dunque!

E invece no: pare che la missione sia troppo pericolosa. Come del resto anche tutte le altre. Insistendo e scartabellando fogli e foglietti, ne è rimasta solo una adatta a me: riportare a casa un esattore scomparso.

Seppur deluso, accetto l’incarico… Ma indovina un po’? Neanche così va bene, visto che solo ora scopro che le missioni in solitario non sono autorizzate.

Se non mi procuro dei validi compagni di viaggio, posso già dire addio ai miei sogni di gloria. Ma chi può essere così pazzo e folle da far coppia con un disadattato sfigato come il sottoscritto? È presto detto:

-Quarco, mezzorco stregone con problemi di gestione della rabbia (stringe spesso tra le mani un pupazzetto anti-stress);

-Florian, elfo paffuto, vanitoso e gran mangiatore di carne. Lui odia le verdure, al contrario dei suoi simili. Se si trovasse in un ristorante, ordinerebbe direttamente il cameriere senza neanche chiedere di cuocerlo;

-Veriana, sacerdotessa cupa e psicopatica, nonché evocatrice di bestie di talento (nel senso che il talento ce l’hanno le bestie, non lei).

Convincerli tutti e 3 non sarà affatto facile: lo scoprirete sulla vostra pelle, visto che lascio a voi l’incarico!

Considerazioni finali:

Che Cavolquest sarebbe stato un librogame che avrei adorato era chiaro fin dall’inizio… Ma non avrei immaginato che mi sarebbe piaciuto COSÌ tanto! Ogni elemento si sposa alla perfezione con il resto (basti pensare all’estrema semplicità del regolamento e alla fluidità narrativa) il che rende l’esperienza di gioco più completa possibile.

Completa… Ma non infinita, purtroppo. Parlandone anche con Lorenzo (o come dicevan tutti, Renzo) un librogame cos’ha di diverso rispetto a un libro normale? La rigiocabilità, ma certo. Ebbene, in Cavolquest la sensazione che ben presto si coglie è che con una run fortunata hai modo di sbloccare tutto ciò che c’è di importante. Lo stimolo di rigiocare una partita è pressoché assente, dal momento che 99 scelte su 100 resterebbero invariate. Questo non è tutto sommato un male: se da una parte la longevità è bassa, la durabilità è altissima. Ci vuole infatti molto tempo prima di poter arrivare al finale del libro, proprio perché prima di arrivarci dovrai passare in quasi ogni paragrafo. Tra questi, vi consiglio di fare un salto al 200: non ve ne pentirete.

Proprio per questo motivo non me la sento di considerare la bassa longevità come un vero e proprio difetto. Non posso però chiudere un occhio sulle numerose finte scelte: all’inizio del libro sembrava che potessi fare mille cose, ed ero più euforico di un bambino che trova una scatola di biscotti danesi in giro per casa… Ma se appena provo a scegliere un’opzione che non rientra nel cosiddetto True Path, il testo mi ci riporta a forza (deludendomi come se nella scatola di biscotti danesi trovassi ago e filo). Basti pensare all’inizio del libro: voglio iscrivermi al torneo, ma non posso; provo a scegliere la prima missione, ma non posso; scelgo la seconda, ma non posso; scelgo la terza, ma non posso.

I paragrafi portano comunque a delle gag divertenti, non lo metto in dubbio, ma l’amaro in bocca non riescono a togliermelo del tutto. Questo mi costringe a scendere di una stella il giudizio finale. Questo… E anche il fatto che se rispettassi davvero il meme di spiderman a inizio recensione, non scriverei più nulla considerando che di librigame comici ce ne sono pochissimi in circolazione. Tra di essi, non posso negare però che Cavolquest rappresenti un must da non perdere assolutamente. Nella lunga avventura che offre, avrete modo di provare esperienze di gioco sempre diverse che vi catapulteranno prima in un punta e clicca e addirittura in un escape room, con tanto di enigmi per nulla scontati. Uno in particolare vi chiederà di scovare una divinità nascosta… E quando finalmente la troverete, fidatevi: per quanto spesso la nominerete faticherete molto a scordarvela. Detto ciò invito tutti ad acquistare Cavolquest subito dopo aver letto questa recensione senza lamentarvi. A meno che non la stiate leggendo tra tipo 10 anni e vi chiamate Giada.

Roberto Bucciarelli alias Powerbob nasce nel 1993 a Tivoli, vicino Roma. Ragazzo creativo e fuori dalle righe, nella sua vita sono importanti tre cose: sua moglie Silvia, il Luton Town (squadra di calcio inglese) e i librigame, di cui è appassionato fin da piccolo... e di cui aspira a esserne autore. Il suo motto è: "la vita è una storia a bivi!"
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