The Elder Scrolls Online: Markarth – Recensione – PS4, Xbox One, PC, Stadia

L’ultima espansione di The Elder Scroll Online targata Bethesda e ZeniMax è arrivata, e anche noi abbiamo messo le mani sul pad ed esplorato Markarth, la città ad ovest delle rovine dell’antica Nchuand-Zel, tra vampiri e lupi mannari. Come sarà andato l’atto finale che ci ha portati nelle immense terre di Skyrim? Scopritelo leggendo la nostra recensione!

The Elder Scrolls Online: Markarth – Recensione – Un ultimo capitolo che mette la parola fine ad un’avventura molto particolare, immensa… ma non perfetta.

Dopo Greymoor e Harrowstone nel marzo scorso e Stonethorn ad agosto, ora è il turno dell’atto di finale del Cuore Oscuro di Skyrim, sapientemente confezionato per noi da Zenimax e Bethesda: questa volta, ci hanno portato nei meandri più oscuri delle vaste terre di Skyrim tra licantropi e vampiri, che ora minacciano la città di Markarth.

Dopo aver raggiunto il raggio d’azione del teletrasporto, incontriamo un personaggio che conosciamo già: il conte  Verandis Ravenwatch. Il simpatico vampiro (eh si, è un vampiro anche lui, ma del tutto innocuo!) si trova appena fuori dalla città di Markarth e chiede urgentemente di incontrare gli Jarl. In effetti, sembrerebbe essere a conoscenza di un grande piano ideato da Rada al-Saran per ripristinare il potere e la gloria alle Schiere Grigie. Accanto al malvagio vampiro millenario, ci sarebbe anche Buy (non Margherita), attuale consigliere dello Jarl, al quale è stata promessa la rinascita del proprio clan, ormai morto o sprofondato nella follia.

Il piano di Rada è quello di ottenere un antico potere Dwemer, l’Oscurità stessa sotto forma di Cuore Oscuro, ovvero una fonte di energia che brama di essere nutrita e risvegliata dalle profondità. Raggiungiamo quindi Verandis ed i nostri alleati, dei quali avremo bisogno per combattere la nuova incombente minaccia, scoprire i piani del Cuore Oscuro e fermare il crudele Rada al-Saran.

Questa breve introduzione è già di per se la trama di quest’ultima e più grande espansione di The Elder Scrolls Online. La storia ha infatti uno sviluppo un po’ piatto ed è raccontata con disarmante superficialità. I dialoghi che accompagnano la nostra avventura sono per lo più vuoti e privi di spunti interessanti. Ogni volta che facevo un passo avanti nella trama, mi rendevo conto di quanto poco avessi effettivamente appreso sulla storia, sul mondo e sui personaggi.

Un aspetto positivo però c’è in realtà: possiamo esplorare la nuova mappa del territorio Reach, riprodotta abbastanza fedelmente da quella vista in Skyrim, ma con alcune introduzioni. Oltre alla piacevole cittadina di Markath, meno desaturata e imponente che nei nostri ricordi, abbiamo l’opportunità di esplorare una regione più montuosa , composta da ruscelli e grotte scavate nella roccia. L’orizzonte offre quindi meno respiro, sostituito però da paesaggi più angusti ma ben inquadrati dalla natura e dalle costruzioni presenti. I fan di Skyrim saranno pervasi da piacevoli ricordi tornando in diversi luoghi noti, per lo più esplorabili nella loro interezza.

Mai viste prima, le grotte nascoste sotto il Reach: parliamo della Grotta di Arkthzand. È il vero fiore all’occhiello dell’intera espansione, ricca di colori, con un livello estetico e di design tra i migliori di tutta Tamriel. Ad arricchirlo sono alcune imponenti costruzioni Dwemer, che aspettano solo di essere visitate.

The Elder Scrolls Online: Markarth – Recensione – Un gameplay poco brillante, in linea con gli standard di The Elder Scrolls Online.

Purtroppo, meno eccitante è il gameplay che non rende giustizia agli ambienti, ma segue gli standard bassi di Elder Scrolls Online. Le attività sono quasi le stesse del passato, ma con una forte propensione al collezionismo e a macinare quest. Oltre a questo, si fa avanti e indietro per la mappa a raccogliere piante e pietre magiche per, ad esempio, attivare il rituale di protezione di un villaggio.

Si è anche costretti a ripulire una miniera piena di vampiri, che segretamente (non proprio, dal momento che l’ingresso si affaccia chiaramente sulla piazza principale!) stavano coltivando piante per alimentare le tempeste oscure. Tornano anche le attività già conosciute e introdotte con Greymoor: Harrowstorm, New Delve, World Bosses e altri materiali per arricchire la ricerca archeologica sul sistema antico.

Le ricompense sono spesso di grande valore. Sarai in grado di ottenere nuovi segni, souvenir e attrezzature di tutto rispetto. Ma se sei più interessato a set e oggetti utili, ti consigliamo di andare a Creux de Vateshran: è una zona contenente tre dungeon che possono essere giocati solo da soli, la cui difficoltà aumenta a seconda di quale si affronta per primo. Quando raggiungerete la destinazione, vi troverete di fronte a tre portali diversi, ciascuno destinato a portarvi in un dungeon specifico: Shade of the Grove, Zone Hunters Grotto e Rahdgarak. All’interno vi si troverà diversi nemici, tre segreti e l’occorrente per sconfiggere sei boss.

Sebbene non sia innovativo, è un ottimo modo per intrattenere e premiare i giocatori che amano di più le avventure in solitaria. Al loro interno è infatti possibile ottenere tanti allettanti premi tra cui: 6 armi che influenzano le abilità, 3 set completi, 3 titoli, skin e una nuova tintura per armature.

The Elder Scrolls Online: Markarth – Recensione – Doveva essere una conclusione epica, qualcosa che doveva essere ricordato solo per il fatto che ci ha portato tutti in quel di Skyrim, invece…

Con Markarth però c’è stato un repentino cambio di rotta, che ha esacerbato alcuni difetti già presenti nel gioco principale. Quella che doveva essere una conclusione epica degna di nota della storia si è rivelata solo un’ombra di ciò che avrebbe potuto essere. A questo contribuisce anche ad un gameplay ripetitivo che ha l’unico vantaggio di farci scoprire lo splendido scenario del Reach, che purtroppo funge solo da sfondo, ma dopotutto se crei una versione online di un gioco fortemente single player, è quello che ci si deve aspettare. Infine la nota positiva è l’aggiunta del Vuoto di Vateshran, un sistema di tre dungeon che possono essere affrontati da soli.

Cos’altro aggiungere, se non che lo consiglio fortemente solo ai fan del titolo che, pur con qualche pecca di troppo, ne apprezzeranno sicuramente il valore nel sul complesso.

Alessia Lara Padawan – Romana, youtuber, nerd fino al midollo, adora film, serieTV, cartoni animati ed è malata da anni di una grave forma di dipendenza dai videogames. Il suo motto è: “Se credi anche lontanamente che ne valga la pena… allora GIOCALO!”