Non dire gatto se non ce l’hai nel… Librogame! Ecco la recensione di Re Rosso, librogame edito da Plesio Editore, ad opera di Roberto Saguatti.
La vita di un Re non è sempre rose e fiori: tasse continue da impartire ai sudditi scontenti, un intero regno da amministrare, non potersi mai godere un pasto senza il rischio di venire avvelenati, vari decreti da firmare e da condividere alla nazione in diretta televisiv… Ah no, aspetta.
Potrete dunque tirare un sospiro di sollievo se vi dico che il protagonista di questo librogame è il gatto del suddetto sovrano. Il Re rosso, appunto!
In verità sarebbe arancione… Ma immagino che se l’autore lo avesse descritto come tale, si sarebbe dovuto sorbire dialoghi come questo:
“Ehi, amico, lo sai che ho scritto un librogame su un gatto arancione?”
“Davvero?? Ma che figata: anche io adoro Garfield!”
Essere l’animale domestico di un Re è tutt’altra cosa rispetto alle magagne sovracitate: tutti ti servono e ti riveriscono, garantendoti una vita comoda e agiata!
In questo librogame, le scelte si basano dunque principalmente sulla parte del corpo da leccare, sul servitore da cui ricevere grattini, quanto deve essere grande la tua ciotola di latte o di quanta popò riempire la lettiera regale.
Non ci sarete cascati, spero! Vi aspettavate davvero che Roberto Saguatti avrebbe realizzato una storia così banale e noiosa?
Al contrario, verrete catapultati in un’avventura ricca di azione e colpi di scena. Il tutto sarà condito con l’utilizzo del mitico dado a 20 facce (quello a 6 era troppo mainstream)! “Melius abundare quam deficere” dicevano in fondo i latini.
Avrei preferito che tale proverbio venisse adottato anche sul numero di paragrafi totali nel libro… Ma la bilancia da qualche parte doveva pur pendere, no?
Re Rosso – Recensione – Regolamento
Per soddisfare il gusto di ogni genere di lettore, questo libro offre la possibilità di adottare 3 diversi tipi di regolamento:
- Modalità storia a bivi: adatta per chi è così pigro che se esistesse una gara di pigrizia non parteciperebbe nemmeno (perché è pigro)! Consiste in una semplice lettura della storia saltando ogni combattimento, dandolo automaticamente per vinto. Della serie “Ti piace vincere facile?”
- Modalità pugnale: si parte con 7 vite come i gatti e si effettuano dei combattimenti dove verranno chiesti un tot di tiri. Per ogni lancio del dado, potrai visualizzare il numero minimo da ottenere. Se fallisci un certo quantitativo di volte, perdi una vita e ricominci il combattimento. Quando le perdi tutte e 7, hai perso. Onesto!
- Modalità gladio: i dadi te li sognerai anche di notte! Dovrai tirarne uno anche per ricordarti di respirare… E se fai 1 soffochi, muori e il tuo cadavere verrà sbranato da dei cani famelici, le cui feci saranno date alle fiamme. Insomma, devi essere un amante del rischio per intraprendere questa modalità!
Re Rosso – Recensione – La mia avventura (SPOILER ALERT)
Dopo aver guardato fisso negli occhi il mio gatto per un paio d’ore, ho sentito lo spirito felino pervadermi in tutto il corpo donandomi la forza di leggere il librogame con il giusto livello di coinvolgimento.
Sì, per la cronaca ho anche io un gatto. L’ho adottato pochi giorni fa solo in vista di questa recensione! (Guai dunque a chi si azzarda a scrivere un librogame con protagonista un rinoceronte eh…)
Il libro comincia subito con un ferocissimo scontro con un piccione sui tetti del palazzo, che purtroppo fugge prima che io possa papparmelo. Non contento, mi dirigo in cucina nella speranza che il piccione sia anche il piatto del giorno. Si tratta in fondo di un alimento molto amato dai personaggi ricchi e aristocratici (Cracco docet!)… Ma non ho fortuna neanche lì. In compenso, rimedio un buon pesce grazie a un paio di fusa e occhioni dolci in pieno stile gatto con gli stivali di Shrek.
Me ne torno a quel punto sui tetti a godermi il sudato pasto mentre rimugino sulle grandi gesta dei miei predecessori. Uno di loro pare abbia sconfitto persino un drago!
All’improvviso fa la sua comparsa Rocio, il triplice bis cugino fratello del cognato della moglie di terzo grado del mio idraulico… Nonché capo delle guardie di confine! Egli chiede il mio aiuto per una missione di vitale importanza: far starnutire il castellano che è allergico al pelo di noi gatti.
Ah, e poi ha bisogno di me anche per una quisquilia di poco conto: interrogare un gatto straniero che ci avverte di un imminente complotto ordito ai danni del nostro Re!
Stento a credergli… Ma poi ecco che ci assale un falco che riporta l’effige del Duca di Dogville, nostro acerrimo nemico. Che gentile: ha aspettato che avessimo dei dubbi a riguardo prima di attaccarci!
Lo sconfiggo incredibilmente senza sbagliare un colpo, ma secondo il libro siamo tutti feriti, sanguinanti e semi-paraplegici. Però almeno ora sappiamo che il gatto diceva il vero!
Decido pertanto di correre dal mio padrone per avvertirlo del pericolo spiegandogli per filo e per segno tutto ciò che ho scoperto. Di tutto ciò che dico lui però capisce solo “Miao miao miao”.
Avrei dovuto aspettarmelo.
Fu così che il Duca di Dogville riuscì a cogliere di sorpresa tutti e a catturare il Re senza alcuna fatica. A nulla servono i tentativi delle guardie di difenderlo: esse si dimostrano più inutili e imbranate degli stormtroopers di Star Wars.
L’arduo compito di riportare la pace nel regno spetta quindi a me! Saprò dimostrarmi all’altezza delle aspettative?
Re Rosso – Recensione – Considerazioni finali
Il Re Rosso nasce come librogame principalmente per bambini… Che però tanto per bambini non è. Spesso i paragrafi sono molto lunghi e privi di opzioni multiple, il che porterebbe presto alla noia i lettori più giovani. Viene inoltre utilizzato un linguaggio abbastanza complesso e serio in alcune circostanze. Basti pensare allo scontro con il falco… O al fatto che se ho il coraggio di attaccare il Duca di Dogville, lembi della sua pelle del viso mi rimangono incastrati tra gli artigli: ciò ha fatto venire i brividi a me, figuriamoci a un bambino!
L’ideale sarebbe secondo me di giocarlo in compagnia di un adulto. Magari il padre che lo legge al figlio, così da rendere più accattivante la lettura facendo voci diverse per ogni personaggio o mimando alcune situazioni troppo serie (per sdrammatizzarle).
Il bambino sarà comunque molto divertito all’idea di dover continuamente lanciare un dado (cosa che forse annoierebbe ben presto un adulto). Le scelte sono infatti spesso piuttosto aleatorie, ma riprendono quota nella seconda parte dove cominciano a diventare decisamente più logiche e meritocratiche consentendomi persino di sbloccare finali diversi. Alcuni sono davvero mozzafiato!
Nota di merito va sicuramente ai disegni: in pieno stile Disney, si prestano benissimo persino a essere eventualmente colorati!
Insomma, per godersi a pieno il Re rosso consiglio di leggerlo in famiglia. L’adulto può insegnare qualcosa al bambino e il bambino può insegnare qualcosa all’adulto… E se vedete che vostro figlio ha troppa sfiga col dado a 20 facce, assicuratevi di non fargli mai conoscere il mondo di D&D!
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