The Recycling Man (2020) – Recensione – Carlo Ballauri

L’edizione 2020 del Trieste Science+Fiction Festival è in corso ed abbiamo avuto l’onore ed il piacere di poter assistere a tutte le proiezioni proposte. Siamo rimasti piacevolmente colpiti da una produzione italiana, diretta dal regista Carlo Ballauri e sceneggiato dal fumettista italiano Giovanni Gualdoni, un cortometraggio intitolato The Recycling Man… ecco la nostra recensione!

The Recycling Man – Recensione – Una storia avvincente…

Tra i 17 cortometraggi candidati ai prestigiosi Méliès d’argento, disponibili alla visione durante il Trieste Science+Fiction Festival, ci siamo imbattuti in questo The Recycling Man, di Carlo Ballauri.

Il film ci presenta Jacob, un ragazzino bloccato su di una sedia a rotelle, costretto in casa, insieme alla madre, che per passare il tempo spia i vicini di quartiere dalla finestra con un binocolo. Sarà proprio il binocolo a fargli notare Sarah, una ragazza della stessa età, intenta a giocare in strada, con la quale Jacob inizierà a comunicare con dei messaggi scritti su dei fogli, mostrati dalla finestra, ma all’improvviso un uomo minaccioso attaccherà la ragazza con una specie di grosso cacciavite… Jacob proverà in tutti i modi ad aiutarla, ma nemmeno la madre sembra convinta delle parole del figlio. Avrà davvero assistito ad un omicidio?

Non possiamo svelarvi nient’altro, ma dal punto di vista della storia possiamo solo dirvi che, nonostante il corto abbia una durata di 13 minuti, ci siamo ritrovati ai titoli di coda che sembrava fosse appena iniziato. Quando il tempo passa così veloce una cosa è certa, siamo stati rapiti, affascinati e colpiti da quello che abbiamo visto.

La storia è ambientata in un futuro distopico, nella periferia degradata di una metropoli, con una dittatura politica in corso e una tecnologia molto cyberpunk… Non mancheranno tensione, drammaticità e colpi di scena.

The Recycling Man – Recensione – Particolari che fanno la differenza

Ciò che colpisce di questo corto, oltre alla bella ambientazione e alla storia, tanto bizzarra, quanto interessante, è la cura dei dettagli.

Ottimi gli effetti speciali, con una CGI davvero degna di produzioni più altisonanti. Curatissima l’ambientazione principale di tutto il corto, ovvero l’abitazione di Jacob. Interessante la resa del quartiere che fa da scenario al film e soprattutto molto curata la fotografia, che pone l’accento su tutta la produzione, andando a finire per essere la ciliegina sulla torta.

Un plauso va fatto anche agli attori, con il giovanissimo Ben Ainsworth sugli scudi, ed una Virginia Newcomb, nei panni della madre, tanto trasandata quanto sensuale.

Tredici minuti possono sembrare certamente pochi per lasciare un segno, ma tocca rimarcare come, nonostante qualche piccola forzatura nell’enfasi di un paio di dialoghi, il corto sia veramente eccezionale.

Menzione d’onore ai titoli di coda, con un corto nel corto, in una serie di illustrazioni a fumetti dal tono pixel retrò davvero belle.

Visione consigliatissima agli amanti del cyberpunk, degli sci-fi distopici e anche del cinema horror.

Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”
Exit mobile version