Vi raccontiamo TUTTO ma proprio tutto ciò che c’è da sapere sul romanzo di Frank Herbert e sulle sue trasposizioni cinematografiche e non solo!
Il nuovo film su DUNE, che doveva uscire in Italia il 18 dicembre è stato purtroppo posticipato dalla Warner al 1 ottobre 2021! Una notizia che ha sconvolto molti di noi, appassionati agguerriti della saga di Frank Herbert che già contavamo i giorni per poter vedere quella che finalmente si annuncia come una trasposizione cinematografica degna del suo nome. La Warner tuttavia ha deciso di non rischiare di far uscire il suo Dune a fine anno nella situazione di emergenza sanitaria che non promette un buon rientro in sala. L’investimento sul film, 200 milioni di dollari, è un budget che non può non rientrare nelle casse della Warner che già ha comunque mostrato un atto di coraggio notevole nel far uscire Tenet di Christopher Nolan recentemente e che nonostante non sia andato male forse non ha reso quanto avrebbe potuto.
Detto questo!… dovremo attendere ancora un anno prima di vedere il nuovo Dune. Ma guardiamo al lato positivo: quale migliore occasione per leggere o ri-leggere il romanzo prima di vedere il film?
Frank Herbert e l’idea di DUNE
Frank Patrick Herbert è stato uno scrittore statunitense nato nel 1920 e scomparso a soli 66 anni nel 1986.
L’idea di Dune è nata dagli studi di Herbert sul fenomeno della desertificazione e sugli ecosistemi delle zone aride della Terra, come spiega lui stesso nell’introduzione al primo libro del ciclo. Herbert si documenta leggendo «più di 200 libri, articoli, rapporti e saggi scientifici sull’ecosistema delle regioni desertiche, sulle comunità che le abitano, sugli adattamenti degli animali e degli uomini a deserti di ogni tipo». L’idea iniziale di Dune è un ammonimento al disinibito uso delle risorse da parte dell’umanità. Intorno a questo monito Herbert crea la storia delle casate rivali dell’universo conosciuto, il pianeta Arrakis, (unico in cui nasce la spezia che annulla lo spazio tempo per i viaggi fra galassie lontanissime) e tutto l’impero che governa il mondo.
Dune nelle parole di Herbert
«Un pianeta che soffre per la mancanza d’acqua. Un popolo spinto alla violenza da questo bisogno. Una cultura, una civiltà che cerca di superare una simile avversità»; così lo stesso Herbert sintetizza il plot che lo ha portato alla stesura dell’opera.
«Fate uno sforzo d’immaginazione, fino a considerare la Terra come una creatura vivente: non vi occorrerà molto per pensare all’umanità come a una malattia del nostro pianeta. Su una buona parte della Terra, la presenza dell’uomo contrasta con quella di un sano ecosistema, capace di mantenersi indefinitamente».
Dobbiamo dire che, purtroppo, le parole di Herbert, dichiarazioni di ormai quasi 50 anni fa, ancora oggi ci fanno riflettere molto.
Un ciclo di 6 romanzi
Dune esce a puntate tra il 1963 e il 1965, pubblicato in due parti sulla rivista Analog, con i titoli di Dune World e The Prophet of Dune. Nel 1965 viene poi pubblicato come un unico romanzo. Dune ancora oggi detiene il record di vendite nell’ambito del genere fantascientifico, con 12 milioni di copie. Vincitore del premio Nebula e del premio Hugo, massimi riconoscimenti della narrativa fantascientifica. Dal suo successo scaturiscono 5 seguiti. Ecco qui l’elenco completo con date di uscita:
- Dune (Dune, 1965)
- Messia di Dune (Dune Messiah, 1969)
- I figli di Dune (Children of Dune, 1977)
- L’imperatore-dio di Dune (God Emperor of Dune, 1981)
- Gli eretici di Dune (Heretics of Dune, 1984)
- La rifondazione di Dune (Chapterhouse Dune, 1985)
I seguiti del figlio di Herbert
Dopo la morte del padre, il figlio di Herbert, lo scrittore Brian Patrick Herbert ha scritto una serie di romanzi ambientati nell’universo di Dune insieme ad un alto autore di fantascienza, Kevin J. Anderson. Il ciclo di romanzi si compone di due trilogie.
Il preludio a Dune è la prima trilogia, ambientata in un periodo tra i quarant’anni prima e l’epoca contemporanea al primo romanzo del padre.
- Dune: House Atreides, in talia pubblicato in due volumi, Casa Atreides e Il duca Leto;
- Dune: House Harkonnen, in Italia pubblicato in due volumi, I ribelli dell’Impero e Vendetta Harkonnen;
- Dune: House Corrino, ancora inedito in Italia.
Legends of Dune è la seconda trilogia, ambientata invece 10.000 anni prima del Dune originale durante la guerra fra l’uomo e le macchine.
Tutti i romanzi sono ancora inediti in Italia, ancora dopo quasi 20 anni dalla loro uscita in lingua inglese.
- Dune: The Butlerian Jihad, 2002
- Dune: The Machine Crusade, 2003
- Dune: The Battle of Corrin, 2004
Trasporre DUNE in un’opera cinematografica. Un’odissea.
La storia della trasposizione cinematografica dell’opera di Herbert è davvero un’odissea lunga e travagliata.
Inizia nel 1971 quando il produttore della serie Il pianeta delle scimmie, Arthur P. Jacobs, acquista i diritti del romanzo di Herbert con la sua Apjac International. Vuole investire 15 milioni di dollari nel progetto ma si trova a dover rimandare a causa dei sequel del sopra citato Pianeta della scimmie, finché purtroppo nel 1973 un infarto lo porta via a soli 51 anni e non se ne fa più di niente.
Un anno dopo una casa di produzione cinematografica francese acquisisce i diritti di Dune e il produttore Jean-Paul Gibon, insieme al regista cileno, naturalizzato francese Alejandro Jodorowsky decidono di portare Dune sul grande schermo. Quasi tre anni di ricerche e preparazione portano Jodorowsky, reduce dai successi di alcuni suoi film precedenti come il surreale La montagna sacra, a creare un enorme storyboard, coadiuvato da talenti del calibro di Jean Giraud, in arte Moebius che realizza tutti gli schizzi preparatori. La grandezza, per alcuni, megalomania per altri, di Jodorowsky porta alla realizzazione di un progetto che avrebbe previsto la produzione di un film di 14 ore di durata.
Jodorowsky’s DUNE
Il cast avrebbe annoverato Salvador Dalí (che accettò di interpretare l’Imperatore Padishah per 100mila dollari ogni ora di riprese – Dalì era eccitato solo dal fatto che sarebbe stato così l’attore più pagato di tutti i tempi), il grande regista Orson Welles nel ruolo del Barone Harkonnen e poi ancora David Carradine, Geraldine Chaplin, Alain Delon, Gloria Swanson, Mick Jagger.
Non basta. I Pink Floyd avrebbero creato la colonna sonora (forse proprio per questo Hans Zimmer, compositore del nuovo film in uscita, fa un tributo alla band che avrebbe dovuto comporre Dune, con una rivisitazione di Eclipse – brano da The dark side of the moon del 1973, utilizzata nel trailer del nuovo Dune, che potete vedere qui).
Non basta ancora. L’immenso genio di H. R. Giger avrebbe curato i disegni delle creature e delle scenografie e gli effetti speciali con Dan O’Bannon. Poco dopo Giger riciclerà alcune sue idee per dare vita ad uno dei più spaventosi mostri del cinema di tutti i tempi in Alien di Ridley Scott (1979).
Pare che anche nella fase di pre-produzione del film siano stati spesi milioni di dollari. Nessuno studio hollywoodiano vuole finanziare la follia creativa di Jodorowsky e il film non vede mai la luce. Nel documentario nel 2013 Jodorowsky’s Dune, il regista afferma che gran parte del materiale da lui raccolto sarà copiato o ispirerà grandi film degli anni successivi come Star Wars stesso, Alien e in generale il genere della fantascienza cinematografica.
L’opera nel fumetto: L’Incal
Qualche anno dopo Jodorowsky e Moebius realizzano insieme una serie di storie a fumetti nella quale riutilizzano molte delle immagini visionarie precedentemente create durante la pre-produzione del loro Dune. Si tratta della space opera L’incal, uscita tra il 1981 e il 1988 a puntate sulla rivista francese Métal Hurlant con il titolo originale Une aventure de John Difool (Un’avventura di John Difool) e poi ribattezzata col titolo definitivo L’Incal nella ristampa del 1998.
Questa brillante opera ci da un’idea di alcune immagini incredibili che avremmo potuto vedere nel film mai realizzato. E’ pubblicato in Italia da Mondadori in un grosso volume rilegato che potete acquistare su Amazon, qui.
Dopo la conclusione de L’Incal, Jodorowsky ha ambientato altre serie a fumetti nello stesso universo immaginario; potete leggere un elenco completo qui.
De Laurentiis Project
A metà degli anni ’70 è per volere di una grande lettrice e fan del romanzo di Dune che inizia un nuovo progetto. Si tratta della figlia di un grande produttore italiano, Raffaella De Laurentiis, poco più che ventenne. Raffaella convince il padre, Dino De Laurentiis, ad acquisire i diritti di trasposizione del libro di Herbert e l’autore stesso viene coinvolto nella stesura di una sceneggiatura. Il copione risulta però troppo lungo e di nuovo il progetto viene abbandonato. Nel 1979 De Laurentiis ritenta ancora e questa volta ingaggia Ridley Scott, fresco del successo di Alien. Pochi mesi di lavoro e insieme a H. R. Giger, che aveva già realizzato i bozzetti per Jodorowsky, il film sembra prendere quota finché Scott abbandona per dedicarsi ad un nuovo progetto: Blade runner.
Qui le fonti sono discordanti. Scott dichiara più volte che non aveva intenzione di dedicarsi ad un progetto così lungo, specie dopo la scomparsa del fratello. Raffaella De Laurentiis dice che la sua produzione non aveva intenzione di aspettare che Scott finisse di realizzare Blade runner. Poco male. Un giovane regista americano di nome David Lynch ha appena riscosso un enorme successo con il suo The Elephant man e i De Laurentiis sono convinti che per dare nuova linfa vitale al progetto per Dune, Lynch sia la persona giusta.
DUNE di David Lynch
La produzione di Dune parte, non senza difficoltà di ogni genere. Viene girato in Messico ai Churubusco Studios. Qui si trovano otto teatri di posa inutilizzati, perfetti per ricreare il vasto mondo di Dune e a pochi chilometri il Messico offre immensi deserti in cui girare gli esterni del film.
I De Laurentiis e Lynch in una cosa senza dubbio, eguagliano il progetto di Jodorowsky: scelgono un cast davvero stellare. La moglie del produttore e madre di Raffaella, la grande attrice italiana Silvana Mangano interpreta una strega Bene Gesserit, la reverenda madre Ramallo, offrendo la sua penultima interpretazione cinematografica prima della sua prematura scomparsa pochi anni dopo. Patrick Stewart, che di li a pochi anni avrebbe spopolato con il suo personaggio più celebre, il capitano Picard in Star Trek: The next generation, è Gurney Halleck. Il grandissimo Max Von Sydow (Il settimo sigillo, Flash Gordon, sempre prodotto dai De Laurentiis quattro anni prima, Minority report, L’esorcista, Il trono di spade e chi più ne ha più ne metta) è il dottor Kynes, che guida la famiglia Atreides alla scoperta dei deserti di Arrakis. Sean Young, reduce dal successo di Blade runner di due anni prima interpreta la Fremen Chani, di cui Paul Atreides si innamorerà. Il cantante britannico Sting, nel ruolo del perfido nipote del Barone Harkonnen, Feyd Rautha. E naturalmente Brad Dourif (Il signore degli anelli), Linda Hunt (She-Devil) e non ultimo il protagonista, di li a seguire attore feticcio di Lynch: Kyle MacLachlan (Twin peaks, Velluto blu, Sex and the city, Desperate housewives).
La colonna sonora, oltre ai pezzi originali composti dalla rock band dei Toto, che realizzano una delle più esaltanti rock-score della storia della musica per film, comprende anche brani tratti da Beethoven, Mahler, Šostakovič e Cherubini, eseguiti dall’Orchestra Filarmonica di Vienna.
Il film vede la luce ma nuovi problemi sorgono nella fase di post-produzione. Lynch realizza un film troppo lungo e la casa di co-produzione dei De Laurentiis, la Universal, non accetta un film così lungo per le sale. Dune esce nel 1984 in una versione cinematografica di 137 minuti. Nel 1988 verrà rieditata una versione estesa per la TV, divisa in due parti. Esiste una versione firmata Alan Smithee (nome di un regista inesistente, che si utilizza ad Hollywood quando un autore disconosce il montaggio finale di un suo film). On line potete poi trovare una serie di versioni “fan made”, rimontate a partire da tutto il materiale reperibile, fino ad una finale versione del 2012 chiamata Redux. Insomma… un’odissea produttiva. Un’odissea di versioni diverse. Per non dire una strage.
Distrutto dalla critica, ma Cult negli anni
Il film viene distrutto dalla critica e questo purtroppo influenza il pubblico, almeno in una fase iniziale. Il New York Times scrive che i protagonisti sono degli psicopatici, quindi “gli unici in grado di comprendere il film”.
Il critico americano Roger Ebert, noto per le sue stroncature e primo critico cinematografico ad avere una stella nella Hollywood Walk of Fame lo definisce il peggior film dell’anno: confuso, incomprensibile, brutto: “questo film è un vero casino, una incomprensibile, brutta, non strutturata escursione inutile nei reami più oscuri di una delle sceneggiature più confuse di tutti i tempi”.
Il costo del film, quasi 45 milioni di dollari dell’epoca, non viene affatto recuperato dagli introiti delle sale (incassa solo 30 milioni), se non dopo diverso tempo grazie al momento storico che vede espandersi il mercato dell’home video, fra VHS e Laserdisc (siamo a metà degli anni ’80).
Il film riceve una candidatura per il miglior sonoro agli Oscar del 1985.
Tuttavia il DUNE dei De Laurentiis e di Lynch rimane un film interessante e negli anni è divenuto un vero e proprio film cult da vedere e riscoprire, anche nelle sue versioni estese. Un po’ perché il passare degli anni gli conferisce forse un’aura di rinnovato interesse, senza dimenticare che Herbert era spesso sul set e già all’epoca dell’uscita aveva comunque dato il benestare alla pellicola e si era dichiarato spesso soddisfatto della trasposizione.
Creare un film di due ore da un romanzo così complesso è stata semmai una mossa falsa della produzione. Le intenzioni del regista erano evidentemente ben altre, da ricollegarsi forse alla stesura originale di Herbert stesso. E’ impossibile trasporre Dune in un film solo e le versioni fan made aiutano a comprendere meglio un film altrimenti poco comprensibile per chi non ha mai letto il libro. Speriamo almeno che Villeneuve, regista della nuova trasposizione rimandata al 1 ottobre 2021, girando già un seguito del primo film, abbia appreso e capito questa realtà. Il fatto che un nuovo capitolo sia già in fase di produzione ci fa in effetti ben sperare.
Atmosfere steampunk.
Una nota finale sul Dune di Lynch che lo rende un cult movie degno di essere rivisto risiede nell’atmosfera stessa che il regista riesce a conferire alla sua pellicola: quella spiccatamente steampunk. Lo steampunk è un filone della narrativa fantascientifica che introduce una tecnologia anacronistica all’interno di un’ambientazione storica, solitamente ottocentesca. Come sarebbe stato il secolo XIX se le tecnologie che possediamo oggi fossero arrivate prima? E Dune in questo è di fatto un grande esempio del genere. D’altra parte non è forse il cinema stesso… una tecnologia steampunk?
La terribile versione televisiva degli anni 2000
Esistono due miniserie TV Dune – Il destino dell’universo (Frank Herbert’s Dune, 2000) e I figli di Dune (Frank Herbert’s Children of Dune, 2003, con Susan Sarandon e James McAvoy) che sono trascurabili sia nella sceneggiatura che, e qui ci stupiamo, nella realizzazione, specie dal punto di vista della fotografia. Eh si, perché quando hai il tre volte premio oscar alla fotografia Vittorio Storaro (solo per la prima delle due serie) ti aspetti che almeno “la luce” salvi un brutto film. E invece no. Dimostrazione che anche i grandi maestri non sempre lavorano al top delle loro potenzialità. Nel film si vedono riflessi delle luci sui fondali, fondali che si staccano e si piegano, green screen mal realizzati e una fotografia piena di colori fini a se stessi che neanche Joel Schumacher in Batman e Robin avrebbe osato mettere in campo. Bocciatissimo.
Il reboot del 2021
Dopo il fallimento della Paramount che avrebbe voluto adattare di nuovo il libro, detenendone i diritti dal 1996 e fino al 2011, la Legendary pictures nel 2016 annuncia l’intenzione di realizzare un reboot. Nel 2016 la rivista Variety annuncia che Denis Villeneuve è in trattative con Legendary e Warner e finalmente la Warner annuncia nel 2018 il nuovo adattamento dal romanzo di Herbert. La regia è stata affidata davvero a Denis Villeneuve, regista e produttore canadese già famoso per Arrival e per un sequel del Blade runner di Scott del 1982, uscito nel 2017 con il titolo Blade runner 2049, che ha riscosso un buon successo. Sempre nel 2018 Villeneuve stringe un accordo con Warner per due film, nello stile dei due capitoli di It (tratto dal romanzo di Stephen King e sempre prodotto da Warner) e annuncia di aver diviso così la trasposizione del libro di Herbert in due pellicole.
Le riprese iniziate il 18 marzo 2019 negli Origo Film Studios di Budapest sono proseguite in Giordania e sono terminate nel luglio 2019. Un primo trailer è uscito lo scorso 8 settembre ed è visibile qui. Inizialmente previsto per il 18 dicembre 2020, il film è stato rimandato al 1 ottobre 2021, così come altri progetti della Warner, compreso il nuovo film su Batman.
Nel cast: Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Josh Brolin, Stellan Skarsgård, Dave Bautista, Stephen McKinley Henderson, Zendaya, Chang Chen, Sharon Duncan-Brewster, Charlotte Rampling, Jason Momoa e Javier Bardem.
Hanz Zimmer si occupa di nuovo della score di Villeneuve, dopo Blade runner 2049 e rivista il brano Eclipse dei Pink FLoyd, che nonostante il film rimandato di un anno esce l’11 ottobre 2020 sulle piattaforme streaming e che è presente nel primo trailer del film.
Per lanciare Dune è stato ripubblicato il famoso board game degli anni ’80 e Dune: Imperium. Noi di Nerdream ve ne abbiamo parlato qui: Dune: Imperium grande attesa per il gioco da tavolo.
A settembre McFarlane Toys ha anche annunciato la produzione di una serie di action figures ispirate al nuovo film che potete vedere qui
Non ci resta che aspettare un altro anno intero per vedere la nuova trasposizione!
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