Spellbreak – Recensione – PC, PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch

Un mondo magico tutto per noi...

Spellbreak – Recensione a cura di Valentina “AkemiMas” Malara

Il mercato dei battle royale è saturo ormai da molto tempo e nonostante i loro strenui tentativi parecchie produzioni stanno affondando nel tentativo di lasciare il segno: Spellbreak è un titolo dall’aspetto piacevole e dalla formula semplice, un multipiattaforma e cross platform disponibile dal 3 Settembre 2020 e ad opera di Epic Games. Gli sviluppatori ci hanno consentito, in quanto addetti stampa, di accedere ad un esclusivo pack contenente skin e valuta in-game sufficiente per viziarci fin da subito, shoppando alla grande, ma vi giuriamo che la nostra recensione sarà obiettiva nonostante questa grande e gradita coccola! La domanda sorge quindi spontanea: sarà riuscita questa magica produzione a spiccare in un settore ormai pieno di concorrenti?

Spellbreak – Recensione – Un mondo magico tutto per noi… e altri 49 giocatori.

L’avvio del titolo fa subito risaltare un aspetto fondamentale della produzione, ovvero le dimensioni generose della mappa contrapposte al numero più esiguo di giocatori che ospita, con un massimo di 50 per sessione; la ricerca delle risorse è, grazie alla non saturazione dell’ambiente con centinaia di giocatori a schermo, molto più fattibile che in altri battle royale e il giocatore ha tutto il tempo di sistemare il suo armamentario in vista del confronto con il nemico più vicino. Tenete a mente che la mappa tende a restringersi velocemente però, quindi non pensate di essere “al sicuro” per sempre.

Come il nome del titolo lascia bene intuire, Spellbreak è infuso di magia e fantasy, motivo per cui avremo a disposizione due guanti, uno primario e uno secondario, da cui lanciare magie elementali diverse: le classi sono sei e consistono nell’abilità di padroneggiare ghiaccio, fulmine, veleno, fuoco, pietra ecc. Il problema della diversificazione delle classi è tuttavia insito nel loro bilanciamento: se magie di ghiaccio e fuoco riescono a fare molto male ai nostri avversari, classi più complesse come Geomanzia e Folgore fanno meno danni e risultano più difficili da padroneggiare, portandovi a morti ingiuste in più riprese.

Il guanto sinistro non potrà essere modificato per tutta la durata del match, quindi fate attenzione alla scelta che prenderete; le magie potranno essere combinate per creare effetti devastanti sugli avversari, molto belli da vedere, e quando salirete di livello otterrete dei bonus correlati proprio a quelle magie selezionate, capaci di discriminare il vostro stile di gioco.

Nella mappa troverete, oltre ai guanti da combinare a quello primario, cinture, pozioni e amuleti di varia natura che vi aiuteranno a potenziare le statistiche riguardanti il mana, l’armatura e la salute, nonché le abilità extra che vi garantiranno invisibilità, agilità maggiore e capacità di volare, per dirne alcune.

Ovviamente, tante più abilità avrete, tanto più spettacolari saranno i combattimenti, soprattutto quando si sposteranno in aria. L’ambiente va sfruttato sapientemente per evitare di creare confusione sul campo di battaglia aperto, nascondendosi dietro le mura delle torri o sfruttando le alture per verticalizzare l’azione: tuttavia, questa eccessiva strategia toglie un po’ di immediatezza alla produzione e rischia di annoiare alla lunga; gestendo meglio la confusione a schermo durante le combo tra la magie si sarebbe ottenuto certamente un effetto migliore.

Le ricompense di fine partita non sono copiose e dovrete giocare parecchio prima di ottenere le cifre necessarie a comprarvi qualcosa di carino nello shop… un peccato, considerando che molti giocatori potrebbero annoiarsi proprio a causa di queste scarse gratificazioni post-vittoria.

La cooperazione in cross play ci è parsa fluida e priva di ostacoli particolare, anche se bisogna segnalare i lunghi tempi di attesa per trovare una partita con due giocatori in team; il gioco propone infatti una modalità solo, una duo (ancora bloccata) e una trio, e bisognerà trovare i giocatori sufficienti a costituire il team prima di entrare in partita, ricerca che ci è parsa troppo difficoltosa in certi momenti, portando i tempi di attesa anche a 5-10 minuti.

Spellbreak – Recensione – L’apparenza è tutto… o forse no.

Lo stile grafico è piacevolissimo, il cell-shading è curato e avviare la partita è un vero piacere anche in termini di animazioni e skin disponibili. Nello shop troverete infatti moltissimi look per il vostro personaggio, puramente estetici e mai correlati a statistiche di nessun tipo… forse troppo estetici, se vogliamo, perché il personaggio verrà interamente modificato da ogni skin, senza tenere traccia della scelta iniziale che il gioco ci richiede all’avvio, che seppur basilare è pur sempre una scelta! Il comparto sonoro è abbastanza piacevole, non spicca ma fa il suo buon lavoro.

Ricordiamo che il gioco è disponibile Free-To-Play su Epic Games Store e negli store dedicati per le relative console.

Amante di videogiochi e libri fin dalla nascita, ha poi sviluppato una grande passione per tutto ciò che è nerd. Originaria della terra del bergamotto e del piccante, vanta radici nordiche niente male e ha una passione irrefrenabile per il mondo animale. Logorroica e amante delle discussioni costruttive, datele un argomento di conversazione a vostro rischio e pericolo!