Blair Witch – Recensione – PC, PS4, Xbox One, Switch

Blair Witch – Recensione a cura di Alessia Lara Padawan

Ho recuperato grazie al Game Pass di Xbox per PC acquistato ad 1 euro, un titolo che già avevo su Steam, sto parlando di Blair Witch, titolo del team polacco Bloober Team già conosciuti per Layers of Fear e Observer. Questo omaggio ai film da parte del team polacco, parla di Ellis, un ex agente di polizia devastato dai sensi di colpa che per pareggiare i conti col passato decide di partecipare alle ricerche di un bambino scomparso, Peter Shannon. ATTENZIONE SPORADICI SPOILER SULLA TRAMA

 

Ho giocato questo Blair Witch di sera molto tardi al buio e con le cuffie, vi assicuro che ogni piccolo suono naturale che ci si può aspettare passeggiando per i boschi, sia di giorno che di notte, è stato qualcosa di veramente realistico. Di notte poi, la sensazione costante di non essere mai soli, di essere osservati, seguiti, ogni piccolissimo rumore amplificato, insomma ho giocato questo titolo con l’ansia costante che stesse per succedere qualcosa.

Come detto questa è la storia di Ellis, ex agente di polizia che in passato ha commesso più di un errore, non solo in servizio, ma anche durante la guerra del golfo (l’ho capito a titolo finito, ops!), infatti durante la lunga passeggiata nel bosco in compagnia di Bullet, un pastore belga addestrato, con un passato nell’unità cinofila, il nostro protagonista ha frequenti flashback su diversi momenti del suo turbolento passato.

Gli strumenti che ci accompagnano durante la storia, oltre al fedele Bullet, sono una torcia per illuminare il cammino durante le notti, un cellulare con cui Ellis comunica con l’ex moglie Jess, un walkie talkie per tenersi in contatto con la squadra di ricerca e una telecamera.

Bullet è senza ombra di dubbio l’ancora di salvezza di Ellis, infatti sin dall’inizio ci viene indicato dal gioco stesso di non allontanarci mai troppo dal nostro fedele amico se non vogliamo compromettere la sanità mentale del protagonista. Al nostro fedele amico possono essere impartiti diversi ordini tra cui: cerca, vieni qui, ecc.ecc. ma lo si può anche rimproverare, o si può premiarlo con un biscotto e un po’ di sane coccole.

Il cellulare invece ci è servito a comunicare con l’ex moglie di Ellis, Jess, e a ricevere messaggi anche quando non c’era segnale, per un susseguirsi di eventi che non vi spiego nel dettaglio perchè altrimenti vi levo la curiosità di giocarlo se mai ne aveste voglia!

Il walkie talkie ci ha tenuto in contatto fino ad un certo punto della storia con la squadra di ricerca del piccolo Peter, mentre la torcia ovviamente ci ha tenuti al “sicuro” di notte.

La telecamera invece mi è servita con le cassette di colore rosso che ho trovato sparse durante il gioco. Quelle di questo colore hanno infatti la particolarità (strana!) che nel riavvolgere il nastro ci consentono di manipolare il tempo! Mettendole in pausa ad esempio, in un determinato punto, ci permettono di aprire una porta chiusa, di alzare un tronco caduto che ci ostruisce il passaggio, e così via. 

Nonostante il contesto suggestivo, con i suoni perfettamente ricreati, in un ambiente come il bosco riescono a trasmettere quel senso di smarrimento, ansia e incertezza ad ogni passo, la storia sul finale perde secondo me tanti punti.

Ovviamente come mi aspettavo questa è una storia cupa, un percorso psicologico che invece di rendere il nostro Ellis libero da ogni senso di colpa che si porta dietro ormai da tempo, lo trascina sempre di più in un turbine di pazzia dilagante, risucchiandolo in un vortice che finisce per farlo sprofondare in un’abisso senza ritorno.

Ho apprezzato molto la storia di base di questo titolo, avendo giocato sia Layers of Fear che Observer mi aspettavo tutto quello che è successo, mi aspettavo che uscisse fuori la pazzia, che si andasse a scavare in profondità nella mente di un’uomo finito, distrutto dai terribili sensi di colpa, con un disturbo post traumatico, di conseguenza inaffidabile, fragile e disorientato.

Quello che mi ha un po’ deluso e non mi aspettavo invece è il finale, che si svolge tutto in una vecchia casa che continua a cambiare, un po’ come le scale in Harry Potter (“alle scale piace cambiare” cit.), troppo lungo, tedioso fare e rifare lo stesso percorso anche se ad ogni passaggio la casa cambia, sicuramente quella parte va a sottolineare il punto di non ritorno di Ellis, la pazzia che prende il sopravvento e spegne ogni speranza di redenzione, allontanandolo dalla realtà ad ogni passaggio. In ogni caso andava decisamente accorciata.

Brutti anche i bug che ho visto quando Bullet si metteva a cuccia con il tronco degli alberelli più piccoli che compenetravano il cane.

Il titolo non mi è dispiaciuto, perchè ripeto, giocato in cuffia di notte al buio l’ansia con tutti i suoni presenti nel bosco, ma anche nella casa (dove la pseudo strega si è materializzata in un certo senso), mi hanno fatta giocare con una certa tensione, che in determinati momenti è sfociata in veri e propri coccoloni da paura! Peccato per il finale troppo lungo e per i bug di compenetrazione che lo penalizzano un po’, ma nonostante tutto ve lo consiglio, magari lo potete recuperare con il Game Pass per PC a 1 euro per il primo mese, oppure acquistatelo su Steam

 

Alessia Lara Padawan – Romana, youtuber, nerd fino al midollo, adora film, serieTV, cartoni animati ed è malata da anni di una grave forma di dipendenza dai videogames. Il suo motto è: “Se credi anche lontanamente che ne valga la pena… allora GIOCALO!”
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