Ghost of Tsushima – Recensione – PlayStation 4

Ghost of Tsushima – Recensione di Valentina “AkemiMas” Malara

Ghost of Tsushima, rilasciato il 17 Luglio 2020, ci porta nel Giappone feudale e ci dà la possibilità di vestire i panni di un samurai, un guerriero disposto a tutto per difendere il proprio paese; l’opera di Sucker Punch, una delle ultime esclusive per PlayStation 4, ha mostrato fin da subito il suo potenziale ed è giunta fra le mani dei recensori portando con sé aspettative piuttosto alte. Sarà riuscita a soddisfarle? Scopritelo in questa recensione!

 

Ghost of Tsushima – Recensione – Respirare il Giappone.

Le navi mongole si avvicinano alla baia di Komoda e i samurai osservano la loro avanzata: numericamente inferiori, ma nettamente superiori nello spirito e nell’onore, si gettano contro il nemico cavalcando verso l’orizzonte, incuranti dell’infausto destino che li attende.

A quel punto inizia la nostra storia, la storia di Jin Sakai e della sua missione: difendere la sua patria e ciò che resta della sua famiglia.

L’incipit di Ghost of Tsushima intona perfettamente le note dell’epica nipponica, permettendo una rapida immersione nell’atmosfera del classico film giapponese di altri tempi e deliziando gli amanti delle storie basate sull’onore, sul riscatto e sulla patria.

L’invasione mongola del Giappone del tardo duecento, certamente romanzata, è il punto di avvio di un racconto che tocca svariate corde, da quelle culturali a quelle emotive. Quella di Jin Sakai è una crociata personale e corale, per contenere i fantasmi dell’invasione di un popolo senza remore e pietà e per abbracciare quelli delle proprie origini.

Il confine sottile tra vendetta e giustizia saprà sicuramente colpire gli amanti della narrativa di genere, grazie soprattutto ad una scrittura attenta, coerente e che non si perde in fronzoli e frivolezze. Il prodotto inizierà e si concluderà con la stessa dose di qualità e attenzione ai dettagli, nota sicuramente a favore per il lavoro di Sucker Punch.

Ghost of Tsushima – Recensione – Spettro o samurai? A te la scelta!

Il gameplay del titolo si basa innanzitutto sull’immersività che il mondo di gioco riesce a generare, proponendo un paesaggio vivo e credibile, in linea con la narrativa. Gli scontri con l’esercito mongolo saranno all’ordine del giorno e Jin potrà affrontarli ricorrendo allo stealth o alle arti del combattimento samurai; la condotta del gioco, influenzata dal combattimento, potrà sfruttare entrambe le possibilità di approccio e ogni qualvolta venga sbloccato un punto abilità, potrà essere speso per accrescere quelle da samurai o quelle da fantasma.

Il combattimento viene poi largamente affidato alla gestione delle forme, ovvero le posture da cambiare in tempo reale a seconda degli avversari che affronteremo: la forma delle Pietre è più efficace contro gli spadaccini, quella dell’Acqua contro i nemici dotati di scudo, quella della Luna per sconfiggere i bruti e quella del Vento contro i lancieri.

In ogni caso, non preoccupatevi troppo per il combattimento, anche senza le corrette posture il gioco è molto permissivo, troppo permissivo oseremmo dire, a causa di un livello di difficoltà medio-basso. Gli amanti del gameplay dovrebbero seriamente pensare di impostarlo a difficile.

Anche optando per la difficoltà maggiore non sarete mai accerchiati, e in generale cambieranno solo il grado di aggressività e la resistenza del nemico; nelle battaglie, gli avversari tenteranno di interrompere gli uno contro uno con offensive mirate e senza certamente attendere il proprio “turno”. Tuttavia questo sistema funziona a metà, perché la possibilità di eludere i mongoli con schivate e rotolate è un’azione talmente vincente da darvi sempre la possibilità sfuggire via, riprendere fiato e riorganizzarvi in pochi secondi.

Teniamo conto poi che uno dei rami delle abilità da samurai è interamente dedicato a un complesso sistema di parate e deviazioni, elemento in grado di sbilanciare ulteriormente la difficoltà.

Se le abilità da spettro migliorano tutte le azioni legate alla furtività e alle armi secondarie, quelle da samurai comprendono tecniche di combattimento leggendarie e tecniche dedicate all’esplorazione: ad esempio, per raggiungere un obiettivo sulla mappa bisogna scorrere il dito verso l’alto sul trackpad e originare folate di vento che spirano verso la direzione in cui è necessario dirigersi.

Oltre agli obiettivi principali, ai Racconti di Tsushima e ai Racconti Mitici sono presenti punti sensibili che vi consentono di migliorare la salute, avere più amuleti che incrementano alcune caratteristiche, trovare modifiche estetiche o aumentare la determinazione. Quest’ultima è contrassegnata da alcune sfere gialle che servono a Jin per curarsi, eseguire colpi speciali o addirittura evitare la morte: per ricaricarla è necessario far fuori i nemici, giustiziarli quando strisciano o eseguire uccisioni furtive.

Tirando le somme, il sistema di gameplay è sicuramente capace di intrattenere e appagare il giocatore, lasciando ampia scelta sull’approccio da perseguire; tuttavia, avremmo davvero gradito una sfida maggiore e uno sbilanciamento meno evidente durante le fasi di combattimento in mischia, davvero troppo semplici in alcuni casi.

Ghost of Tsushima – Recensione – Fermo e guarda.

La nostra prova di Ghost of Tsushima è avvenuta su PlayStation 4 Standard e il gioco è riuscito a mantenere un’ottima tenuta, sporcata solo in determinanti momenti in cui su schermo si animano molte unità o all’aumento dei particellari: in questi casi, il frame rate ha delle incertezze rispetto alle altre fasi di gioco, dove l’immagine rimane stabile e pulita.

Artisticamente, invece, il gioco è ineccepibile: i panorami da sogno riescono persino a farvi fermare durante le missioni, bloccandovi sul posto e facendovi ammirare i dettagli dell’art design. Anche la colonna sonora e il doppiaggio sono riusciti a convincere, sia in lingua originale che in italiano.

 

Amante di videogiochi e libri fin dalla nascita, ha poi sviluppato una grande passione per tutto ciò che è nerd. Originaria della terra del bergamotto e del piccante, vanta radici nordiche niente male e ha una passione irrefrenabile per il mondo animale. Logorroica e amante delle discussioni costruttive, datele un argomento di conversazione a vostro rischio e pericolo!