Le Taverne di Valfonda – Recensione – Devir Italia

Le Taverne di Valfonda – Recensione di Alessandro Pugliese

Se aprirvi un locale nel mondo reale vi è sempre sembrata un’impresa impossibile, se avete sempre sognato di poter spillare litri di birra per i vostri clienti, se gestire una taverna è uno dei vostri desideri più reconditi… beh allora non dovete far altro che sedervi ad un tavolo e cominciare a dar vita alla migliore delle Taverne di Valfonda!

Con un bel boccale pieno di birra qui davanti a me, posso cominciare a dirvi che Le Taverne di Valfonda è un sorprendente gioco di piazzamento dadi, deck building e gestione risorse, giocabile da 2 a 4 giocatori ed edito nel nostro Belpaese da Devir Italia. La durata media delle partite si attesta sui circa 60 minuti dichiarati dalla scatola, ma mettete pure in conto che questo dato può variare in base al numero di partecipanti ed alla presenza o meno dei moduli di gioco disponibili.

Ma come avete notato, alla prima riga è subito comparso l’aggettivo sorprendente… già, perchè il titolo di Wolfgang Warsch (qualcuno ha nominato i Ciarlatani di Quedlinburgo??) è una vera e propria esplosione di freschezza e divertimento, un “awesome mix” di generi ludici in grado di convivere alla perfezione all’interno di un tema decisamente molto piacevole e ben presente durante lo svolgimento del gioco stesso. 

Ma non solo questo! Infatti, Le Taverne di Valfonda propone un livello di sfida variegato, grazie anche e soprattutto ai cinque diversi moduli di gioco, atti a garantire un’esperienza di gioco di livello sempre crescente, ma nonostante ciò equilibrata nelle sue meccaniche. Arrivati all’apice con il quinto modulo non tornerete più indietro, ve lo posso garantire! Inoltre, tutto questo rende il gioco accessibile a chiunque voglia avventurarsi nella gestione della propria taverna, dal gamer novizio al giocatore navigato in cerca di qualcosa di spensierato, divertente ed appagante. 

LE TAVERNE DI VALFONDA – DIAMO UN’OCCHIATA AL REGOLAMENTO…

Per descrivere il regolamento ed il flusso di gioco de Le Taverne di Valfonda occorre procedere con calma e ordine; partiamo quindi dalla versione base del gioco, andando poi a descrivere ogni singolo modulo, analizzando quali meccaniche vanno ad aggiungersi.

Iniziamo con il setup che richiede tempo ed ordine, ma non in quantità eccessiva: al centro del tavolo viene posizionato il tabellone del monastero che comprende un tracciato punti e la pedina Luna il cui compito è quello di cadenzare i turni di gioco. Ricordo che ogni partita è formata da otto esatti turni, non uno più non uno meno. Proseguiamo quindi con le carte cliente, posizionate in questo preciso ordine: mazzo clienti coperto, mazzo clienti da tre birre scoperto, quattro clienti pescati a caso dal precedente mazzo coperto ed a finire il mazzo scoperto dei clienti nobili. Nei pressi di quest’ultimi vanno invece posizionate tutte le carte taverna in rigoroso ordine di valore crescente.

 

Continuiamo la preparazione consegnando ad ognuno quattro dadi bianchi insieme ad un geniale sottobicchiere (pulito da un lato ed intenzionalmente rovinato dall’altro) ed i tre dadi del colore scelto. E per finire, ogni giocatore riceve la sua taverna modulare, comprensiva dello “scheletro” centrale e di tutti i pezzi che vanno attaccati ad essa. Essi hanno le sembianze di tessere di un puzzle (ma dalle forme decisamente originali) e vanno montati dal lato che mostra una cifra in alto sulla sinistra, che equivale alla cifra pagabile in monete d’oro per migliorare quella specifica sezione della taverna. Ognuna di queste parti svolge una funzione ben specifica all’interno dell’economia della taverna e senza indugio ve li descriverò nello schema appena qui sotto:

  • in alto abbiamo i tavoli, luogo in cui prendono posto i clienti della taverna. All’inizio i posti fissi sono tre, migliorando diventeranno quattro
  • sulla parte alta del lato sinistro, abbiamo la sezione della cameriera, inizialmente occupata da un cane. Migliorando, la cameriera in servizio sarà fissa
  • sulla parte bassa del lato sinistro, troviamo il modulo del lavapiatti che come la cameriera può essere assunto fino al termine della partita
  • sulla parte alta del lato destro, abbiamo il magazzino della birra, la cui capienza può venir migliorata da due a cinque birre
  • sulla parte bassa del lato destro, troviamo il fornitore della birra, le cui consegne posso essere raddoppiate migliorando la sezione
  • al centro del locale, trova posto la cassa che il cui profitto può aumentare da uno a tre monete
  • affianco alla cassa, troviamo seduto il monaco cliente fisso che può essere cambiato per aumentare da uno a due i movimenti sul tracciato monastero
  • sotto la cassa, la taverna può usufruire di una cassaforte, il cui funzionamento è il medesimo del magazzino della birra
  • a seguire abbiamo l’oste al bancone che nella versione base non ha alcuna funzione
  • alla destra del bancone è situato invece lo spillatore della birra, le cui capacità di riempimento delle pinte può passare da uno a due

E’ anche molto importante sapere che produrre birra serve ad acquisire nuovi clienti in modo da poterli ospitare nella propria taverna, mentre le monete d’oro sono la valuta utile ad assumere tutto il personale necessario ad aumentare la produzione della vostra attività, a garantire un servizio migliore oppure per aumentare la capienza de i posti a sedere. 

Chiusa questa parentesi conoscitiva, terminiamo il setup dotando ogni giocatore del proprio set iniziali di carte: i sette clienti abituali (contraddistinti dal colore della tovaglia su cui si appoggiano) oltre ad una cameriera, un tavolo ed un fornitore della birra. Mischiate il mazzo e posizionatelo coperto davanti a voi. E ora che tutto è pronto, non vi resta far altro che consegnare il boccale al primo giocatore e tirare finalmente su la serranda della vostra nuova attività!

Il primo giocatore muove subito la pedine segnaturni del monastero e tutti i giocatori ottengo ciò che è raffigurato: nel primo, quarto e sesto turni si ottengono i clienti al bancone, i quali possono essere usati UNA SOLA VOLTA PER PARTITA per avanzare sul tracciato monastero oppure per poter ripetere l’operazione di riempimento del locale. Questo procedimento viene eseguito subito dopo, in contemporanea fra tutti i giocatori. Ognuno pesca dal proprio mazzo e posiziona le carte al loro posto nella taverna, finchè i tavoli non si sono riempiti; in quel caso, si è costretti ad interrompere immediatamente l’operazione. Una volta che le taverne sono state definitivamente riempite, arriva l’ora di controllare se sono presenti una o più cameriere oppure nessuna: per ogni cameriera, ogni giocatore aggiunge ai dadi bianchi un dado del proprio colore (ricordando che la quantità di dadi colorati può ovviamente cambiare ad ogni turno).

Tutti i giocatori ora devono tirare i dadi contemporaneamente, tenendo per loro quelli colorati e piazzando sopra il sottobicchiere quelli bianchi. Se i dadi colorati sono di proprietà esclusiva del relativo giocatore, non è lo stesso per quelli bianchi i quali vengono sottoposti ad un drafting: scelto un dado ci si passerà i sottobicchieri sino a che tutti avranno preso quattro dadi.

Benissimo, è arrivata l’ora di azionare il cervello, perchè finalmente bisogna posizionare i dadi per cercare di ottenere il miglior guadagno possibile dalla vostra taverna. I dadi possono essere piazzati sui clienti o sulla cassa per guadagnare monete, sullo spillatore della birra o sul fornitore per guadagnare pinte da offrire ai in coda fuori sul marciapiede oppure sul monaco seduto al bancone per avanzare sul percorso del Monastero al fine di ottenere i relativi bonus durante l’avanzamento. E’ inoltre possibile guadagnare una birra in più per ogni commerciante di birra piazzato oppure aumentare il dado di un punto valore per ogni lavapiatti assunto per il turno in corso. 

Ed ora che la vostra strategia imprenditoriale ha preso la sua forma finale, bisogna andare a riscuotere i piccioli in cerca di nuovi clienti e nuovi aiuti per la taverna. Questa volta a partire dal primo giocatore e non più contemporaneamente, tutti risolvono i risultati dei loro dadi e acquistano nuove carte se possono, tenendo conto che le monete e le birre in eccedenza rispetto ai posti in cassaforte e in magazzino andranno perse. Le carte acquistate vengono messe in cima al proprio mazzo, diventando di conseguenza le prime ad essere pescate nel turno successivo.

Ed a proposito di carte, troverete i più svariati clienti, i quali offriranno guadagni alti oppure introiti più bassi in cambio di bonus immediati di ogni genere. Ma i clienti più importanti ai fini del punteggio finale sono senza dubbio i nobili, i quali pur garantendo un guadagno al tavolo di sole due monete d’oro regalano ben dieci punti vittoria; inoltre hanno il vantaggio di occupare un solo tavolo, pur venendo estratti numerosi in un singolo turno. Ottenerli non sarà impresa facile in questa versione di gioco base, infatti solo migliorando le sezioni della vostra taverna oppure grazie ad un esborso non indifferente di birre (le cifre sono riportate sul tabellone del Monastero) potrete portare i clienti più altolocati a prender posto nel vostro locale.

Messi quindi insieme tutti i pezzi, il gioco scorre via in modo decisamente fluido e senza nessun intoppo di sorta: al termine dell’ottavo round, il giocatore che avrà ottenuto il maggior punteggio da tutte le sue carte sarà colui che avrà creato la migliore delle Taverne di Valfonda!… Ma non finisce qui! Come già anticipato, il gioco di Wolfgang Warsch gode di ben quattro moduli aggiuntivi, in grado di rendere l’esperienza di gioco decisamente più profonda ed appagante.

MODULO 2
Il modulo n°2 introduce la grappa, le tessere artista ed il lato innevato del Monastero. Durante i turni di gioco, assieme agli ospiti al banco entreranno a far parte della taverna anche la zingara danzante, l’omino sputafuoco ed il giullare. Ognuno di loro garantisce importanti abilità che per essere ottenute necessitano di un pagamento con abbondanti bicchieri di grappa.

MODULO 3
Il modulo n°3 introduce il concetto di reputazione. Entrano a far parte del roster nuovi clienti (contraddistinti dal cubetto bianco in alto) e la carta taverna del bardo: oltre a ciò, bisogna ora girare la tessera dell’oste facendo attenzione di tenere il piccolo inserto centrale ancora sulla parte vuota. La reputazione è un nuovo valore che ad ogni turno corrisponderà al guadagno minore ottenuto tra monete e birre. Quel numero farà avanzare il segnalino bianco sul tracciato reputazione, dove i giocatori possono ottenere ulteriore bonus e punti a fine partita, in base alla collocazione finale del quadratino bianco.

MODULO 4
Il modulo n°4 introduce le variazioni del setup iniziale. Delle sei carte disponibili se ne pescano casualmente tre, le quali vengono piazzate scoperte davanti a tutti. Ognuno ora dovrà scegliere uno di quelle dotazioni iniziali, tenendo ben presente che i sette clienti abituali non vengono influenzati da queste modifiche.

MODULO 5
Il quinto ed ultimo modulo introduce nel gioco il libro degli ospiti e le loro firme. Ogni concorrente viene dotato di una plancia per le firme, mentre le firme stesse vengono piazzate sopra ogni cliente disponibile sul tavolo: ogni volta che un giocatore acquista un cliente, ottiene la sua firma che dovrà posizionare sulla plancia dedicata in corrispondenza del valore in birre appena spese (partendo sempre dalla parte alta a scendere). Riempiendo questa plancia, si possono ottenere bonus aggiuntivi e clienti nobili nel momento in cui vengono completate righe o colonne. Ricordate ora di girare dal lato della firma, l’inserto centrale che trovate al bancone dell’oste.

 

LE TAVERNE DI VALFONDA – ALCUNE CONSIDERAZIONI…

Partiamo subito con una considerazione importante e cioè che, nonostante tutto questo popò di materiale e meccaniche in gioco, le Taverne di Valfonda è un gioco assolutamente accessibile a tutti quanti. Grazie ad un idea di gioco brillante che riesce a combinare il posizionamento strategico dei dadi, la creazione di un proprio mazzo di gioco e la gestione dei guadagni che si vanno ad ottenere durante la partita. Detta così sembra un qualcosa di inarrivabile per chi non mastica molto i giochi da tavolo, ma credetemi se vi dico che il flusso di gioco è quanto di più fluido di quanto abbiate (quasi) mai visto.

I turni da giocare in contemporanea riducono sensibilmente i tempi morti, mentre la riscossione dei guadagni in ordine di turno permettono di rifinire con più calma la strategia scelta e di osservare le mosse degli avversari. E tutto questo benessere ludico lo si raggiunge praticamente subito, tempo due turni al massimo e sarete in grado di gestire perfettamente le meccaniche della versione base. Il che porta a voler subito aggiungere all’istante i moduli di gioco aggiuntivi, i quali portano le Taverne di Valfonda ad un livello decisamente superiore.

E non spaventatevi neanche di questo, perchè l’inserimento di queste piccole espansioni di gioco risulterà più naturale di quanto possiate immaginare; il tutto è stato studiato talmente bene nei minimi dettagli da viaggiare a meraviglia senza intoppi nè difficoltà di regolamento. Con tutte queste aggiunte otterrete molti più punti, perchè i nobili entreranno nel vostro locale con molta più frequenza, perchè avrete molte più strategie attuabili grazie alla presenza della grappa e della reputazione, perchè avrete la possibilità di scegliere il vostro setup iniziale magari con meno carte ma con già un settore della taverna migliorato… Insomma, di birra nel calice ne abbiamo veramente in abbondanza, ma occhio a non ubriacarvi troppo!

Passando ai materiali, mi sono piaciuti veramente tanto. Il motivo? Belli e molto funzionali. Tutto si distingue bene, i simboli sono chiari e comprensibili e la qualità generale di tessere e carte è sicuramente buona. Le illustrazioni regalano al gioco un valore aggiunto, rendendolo altamente tematico e bellissimo da vedere. Ma quello che colpisce di più l’occhio è senza indugio la modularità della taverna e di come la si va a creare; il fatto di poterla modificare in più sezioni permette ai giocatori di poter toccare l’argomento con mano, vedendo crescere la propria taverna insieme ai suoi introiti, al suo personale ed alla sua clientela.

Ma qui si nascondono quelli che sono gli unici due difetti (più per pignoleria che per altro) che mi sento di imputare agli autori. Il primo riguarda proprio i moduli della taverna, per i quali è necessario fare molta attenzione durante il “togli e metti” in partita e durante la messa in scatola, mentre il secondo riguarda proprio la scatola il cui interno è stato studiato per essere bello, ma non particolarmente funzionale. Lo spazio a disposizione per ritirare il tutto è striminzito e non potreste far altro che infilare sacchetti sparsi, cercando incastri alla Tetris. Vero che le tessere ed i moduli hanno forme particolare, ma un organizer come quello di Quadropolis non gli avrebbe fatto sicuramente male.

E per finire, un piccolo accenno alla scalabilità, direi perfetta: ideale in due giocatori, perfetto in tre, fantastico in quattro. Le Taverne di Valfonda sono infatti un gioco ben studiato per ogni numero di giocatori, senza che le meccaniche ed il flusso di gioco possa risentirne. L’unica modifica riscontrabile possiamo notarla nella durata delle partite: diciamo che dai circa 50 minuti per una sfida testa a testa possiamo arrivare più o meno a 75-80 minuti per una sfida a quattro.

Mi raccomando, non abbiate remore nel presentare il gioco a chiunque si sieda al vostro tavolo, perchè state tranquilli che non potranno che rimanere tutti entusiasti di questa scelta! E allora, facciamo un bel brindisi… alla vostra!

Classe '83, fiero torinese ed assiduo instagramer con lo pseudonimo "aleboardgamer", si diverte a spiegare regolamenti sul suo canale Youtube "La Ludoteca di AleBoardGamer". Amante dei giochi da tavolo sin dalla tenera età di sei anni quando gli vennero regalati titoli d'antologia come Brivido, Hero Quest e L'isola di Fuoco, la sua missione è quella di espandere il credo dei boardgames per distogliere l'attenzione dagli smartphones e convincere le persone a riunirsi attorno ad un tavolo per socializzare, sviluppare l'ingegno e soprattutto divertirsi.