Quadropolis – Recensione – Asmodee

Recensioni Giochi da Tavolo – Quadropolis – recensione di Alessandro Pugliese

Quadropolis ha bisogno di un nuovo sindaco! Voi ed i vostri architetti sarete chiamati a pianificare la giusta strategia per permettere alla città di prosperare… ma fate attenzione al sovraffollamento ed all’inquinamento!

Capita spesso che un appassionato di giochi da tavolo sia anche un assiduo frequentatore del mondo dei videogiochi, così come accade che questi due ambiti talvolta si fondano l’uno con l’altro, dando vita a veri e propri crossover.

Ed è proprio questo il caso di Quadropolis, un gioco per 2-4 giocatori della durata di circa 30-60 minuti circa, ideato da Francois Gandon, pubblicato nel 2016 dalla Days of Wonder ed edito in Italia da Asmodee, ispirato a SimCity, pietra miliare videoludica, rea di aver portato al successo il genere gestionale nel lontano 1989, nello specifico lo sviluppo e la gestione di una città.

Quest’ultimo è il tema principale di Quadropolis, il quale si presenta al pubblico come un city-building di razza, con una grafica decisamente “simpatica“, materiali di primo livello e tanta strategia. E allora, siete pronti a diventare il miglior sindaco di Quadropolis?

Quadropolis – Diamo un’occhiata al regolamento

Il regolamento di Quadropolis è molto breve, chiaro e coinciso. I concetti da imparare sono pochi e questo permette ai giocatori di intavolare ben presto il gioco.

Dopo aver piazzato al centro del tavolo il tabellone centrale, i Meeple cittadini, le unità di energia e la pedina nera dell‘Urbanista, ogni giocatore sceglie una plancia colorata con i rispettivi 4 architetti e gli posiziona accanto il comodo riassunto del conteggio punti.

Ora vengono prese tutte le tessere edificio con il numero 1 sul retro (più quelle aggiuntive con la scritta Classic sempre sul retro) e mischiate all’interno del sacchetto in dotazione.

Fatto ciò, si piazzano casualmente le 25 tessere edificio negli spazi appositi del tabellone ed in base al numero di giocatori, vengono eliminate o meno alcune tessere. Ultima cosa da fare, assegnare casualmente la pedina del primo giocatore. Ora che il setup è finalmente completo, la sfida a Quadropolis può finalmente iniziare!

A turno a partire dal primo giocatore, ognuno dovrà scegliere uno dei suoi architetti (numerati da 1 a 4) per accaparrarsi uno degli edifici disponibili. Ma come?

L’architetto andrà posizionato affianco ad una delle righe o colonne del tabellone ed il numero dell’architetto stesso permetterà di prendere l’edificio la cui posizione corrisponde proprio a quel numero (ad esempio, posizionare l’architetto 1 permetterà di prendere l’edificio nella prima casella di quella specifica riga o colonna). La posizione dell’edificio appena preso verrà ora occupata dalla pedina dell’Urbanista, il quale impedirà al giocatore successivo di riscuotere un edificio nella riga e colonna occupati proprio dall’Urbanista stesso.

Ora il giocatore deve decidere dove piazzare l’edificio appena preso all’interno della propria plancia e potrà farlo rispettando il seguente requisito: il numero dell’architetto utilizzato per prendere l’edificio è vincolante nel posizionamento stesso (altro esempio, prendere un edificio con un architetto 3, permetterà di piazzare l’edificio all’interno della colonna o riga 3 della plancia).

Quasi tutti gli edifici forniranno tante risorse quante indicate dai simboli in alto a sinistra, ma a loro volta avranno bisogno di altrettante risorse indicate in basso a sinistra per poter essere attivati. Essi, infatti, forniranno punti solo in caso di corretta attivazione, in caso contrario a fine partita dovranno essere espulsi dalla plancia.

Il turno prosegue sempre in egual maniera, ma con la restrizione che non è possibile occupare uno spazio ove è già presente un altro architetto. Esauriti tutti gli architetti, il round termina: vengono riposte nella scatola le eventuali tessere avanzate e si posizionano le tessere con il numero 2. Si procede così fino al termine del quarto ed ultimo round, quando la partita termina definitivamente; presi il colorato blocco segnapunti ed il comodo schema di conteggio, è arrivata dunque l’ora di decretare il vincitore.

Ogni edificio regala punti in base a determinate caratteristiche: i condomini fanno punti in base al loro numero ed alla loro altezza (si possono impilare fino ad un massimo di 4 piani, per poter piazzare un nuovo piano è necessario che il numero dell’architetto corrisponda con il piano da costruire), i parchi devono essere adiacenti ai condomini, i negozi possono ospitare fino ad un massimo di 4 cittadini all’interno, i Servizi Pubblici devono essere messi in zone diverse della plancia, i porti devono essere posizionati in lunghe righe e colonne, mentre è preferibile piazzare le industrie affianco a porti e negozi.

Dimenticavo, tutti i cittadini e le energie avanzate a fine partita verranno pagati un punto cadauno. Neanche da dire, chi avrà totalizzato il punteggio più alto verrà dichiarato il miglior sindaco di Quadropolis.

Quadropolis – Recensione – Alcune considerazioni

Il primo fattore di Quadropolis che salta subito all’occhio sono i materiali, davvero di ottima fattura. Il tabellone e le tessere sono fatte di un cartone spesso e resistente, tutti i Meeple e le pedine sono un piacere per gli occhi con quella meravigliosa plastica colorata in trasparenza ed i disegni sono molto spassosi e adatti al tema trattato.

La scatola è uno dei migliori organizer mai visti, tutti i componenti hanno un loro preciso spazio e c’è addirittura spazio per le fustelle usate! Unica nota negativa sono le plance giocatore, inspiegabilmente fatte di una carta molto sottile.

Per quanto riguarda il gioco in sè, Quadropolis sorprende e regala un gameplay profondo e molto strategico. Se di primo acchito può sembrare un giochino per bambini, beh, non fatevi ingannare, qui c’è molto di più!

La modalità Classic offre un’esperienza introduttiva, aiutando il giocatore ad assimilare le varie meccaniche e strategie possibili, mentre la modalità Expert è il vero fiore all’occhiello di Quadropolis; essa aggiunge il lato posteriore della plancia giocatore, due nuovi edifici (i grattacieli ed i monumenti), un quinto architetto (ah, qui gli architetti sono di uso pubblico), un turno supplementare ed un sistema di punteggio decisamente più impegnativo, ma retributivo e soddisfacente.

Questi fattori regalano a Quadropolis quella rigiocabilità che non t’aspetti, la voglia di provare sempre nuove strategie sarà il più grande stimolo ad intavolarlo più e più volte.

La durata delle partite dipende molto dal numero di giocatori in campo e dalla modalità affrontata: se una partita in modalità Classica a 2 giocatori può sfiorare a malapena la mezz’ora di gioco, una partita in Expert a 4 giocatori può invece raggiungere anche l’ora di gioco.

Seppur il flusso di gioco sia decisamente fluido e veloce (piazza architetto, prendi edificio, piazza edificio), tante saranno le volte che vi fermerete a ragionare su più fattori, in particolare sulla pianificazione delle mosse future vostre e quelle possibili degli avversari.

Infatti seppur l’interazione sia esclusivamente indiretta, anche un’edificio perso o rubato ad un concorrente può essere decisivo ai fini del risultato finale. Questo capita se si gioca in 4, in quel caso la coperta è veramente corta ed è molto importante essere il primo giocatore del turno (la pedina verde del Primo Giocatore la si può acquisire piazzando un determinato condominio), l’ultimo rischia infatti seriamente di trovare solo briciole.

La stessa sensazione la si prova però anche in 2 o 3 giocatori, seppur in quantità leggermente minore, grazie al fatto che alcune tessere del tabellone vengono eliminate, lasciando spazi vuoti in spazi casuali.

Tutto ciò per dire che Quadropolis ha una scalabilità davvero buona, un gioco perfettamente godibile con tutti i numeri di giocatori.

Infine, resta da elogiare l’inserimento nella scatola di una mini-espansione sui parchi: normalmente i parchi non danno né necessitano di risorse e possono assorbire un cubetto di inquinamento (energia) avanzato a fine partita, mentre quelli dell’espansione sono parchi giochi che non assorbono nulla, ma forniscono un cittadino. Una differenza che sembra da nulla, ma che può far cambiare radicalmente la strategia di una partita.

Classe '83, fiero torinese ed assiduo instagramer con lo pseudonimo "aleboardgamer", si diverte a spiegare regolamenti sul suo canale Youtube "La Ludoteca di AleBoardGamer". Amante dei giochi da tavolo sin dalla tenera età di sei anni quando gli vennero regalati titoli d'antologia come Brivido, Hero Quest e L'isola di Fuoco, la sua missione è quella di espandere il credo dei boardgames per distogliere l'attenzione dagli smartphones e convincere le persone a riunirsi attorno ad un tavolo per socializzare, sviluppare l'ingegno e soprattutto divertirsi.
Exit mobile version