Last Oasis – anteprima di Alessia Lara Padawan
I ragazzi di Donkey Crew hanno rilasciato in accesso anticipato, non senza problematiche iniziali, l’MMO Nomadic Survival: Last Oasis, dove di conseguenza ad un evento catastrofico la terra ha rallentato drasticamente il suo movimento, e il pianeta è diviso a metà: da una lato solo un inferno ghiacciato e dall’altro solo deserto. Abbiamo provato il titolo, non senza scetticismi iniziali, pensando di trovarci di fronte al solito gioco di sopravvivenza (cosa che in realtà di base è), ma qualcosa in più ce l’ha, curiosi? Non vi resta che continuare a leggere la nostra anteprima!
Last Oasis – Anteprima – Una piacevole sorpresa…
Come detto Last Oasis (ovvero l’Ultima Oasi) è ambientato in una Terra post apocalittica, dove un disastro di proporzioni non quantificabili ha cambiato totalmente il pianeta e ne ha rallentato pesantemente la rotazione, suddividendosi in due distinte zone separate: una desertica e caldissima ed una gelida con ghiacciai appuntiti altrettanto inospitali.
E’ rimasta però un’oasi chiamata Floatilla, dalla quale vengono inviati i nomadi nelle zone di passaggio, per poter fare ingenti scorte di tutto ciò che in una situazione del genere può essere utile. E qui entriamo in gioco noi!
Tutto sembra inizialmente essere come i tanti titoli di questo genere, Conan, Ark, Atlas, ed è vero! Di base sicuramente lo è, ma c’è un simpatico Firefly Walker all’orizzonte!
Prima di parlarvi del Firefly, iniziamo con spendere due parole sulla creazione del personaggio, che almeno per ora non ha molto da offrire, se non la scelta delle poche acconciature disponibili, cosi come i visi, il colore dei vestiti, degli occhi e dei capelli, per cui non richiederà più di 2 minuti.
A conti fatti, spiegato il motivo da cui prende forma Last Oasis, di base non si discosta da molti altri survival di questo genere, concentrando tutto sulla raccolta di tutte le risorse che alla fine saranno utili per sbloccare diverse attrezzature e abilità.
Tutto questo ci viene spiegato in un tutorial iniziale, che ci porta a costruire in solitaria il nostro primo Firefly Walker, cosa che abbiamo trovato figherrima, in quanto in un titolo del genere non siamo mai potuti andare in giro con un mezzo di locomozione cosi all’avanguardia, abituati al massimo con gli animali e i velieri.
Parliamo infatti di vere e propri carrocci di varie forme, misure e tipologie… Piedati, con ali, con leve ecc.ecc.
Cstruirsi un Walker con tanto di magazzino a bordo ci è sembrata tanta roba! Anche se poi il motore di questi mezzi improvvisati sono le nostre atletiche gambe! Eh si, siamo noi con i nostri muscoli a dettare la velocità di tali mezzi!
Ovviamente il nostro primo Walker è stato a misura d’uomo, ma andando avanti con il gioco e costituendo una gilda insieme ad altri amici d’avventura, si possono realizzare Walker di dimensioni molto ma molto più grandi, che saranno la base “mobile” sia in solitaria che in compagnia, con la possibilità di immagazzinare al proprio interno diversi item… li definirei dei veri e propri galeoni del deserto.
Durante le nostre perlustrazioni nelle zone aride sotto il sole cocente, abbiamo incontrato la tribù dei Rupu, che con il Firefly di base ci ha bloccato il mezzo con una rete che ci ha costretti a scendere e ad affrontarli.
C’è da dire che non sono particolarmente difficili da battere, non siamo mai morti per mano dei Rupu, infatti il nemico numero uno di questo titolo è sicuramente il caldo e il bisogno costante di acqua. Se non avete scorte a sufficienza, la morte arriverà in tempi brevi!
Fin dall’inizio infatti raccogliendo il cactus ci si potrà attingere come disgustosa unica fonte d’acqua. L’unica finchè non si sbloccherà (dall’albero delle abilità), la possibilità di costruire un fuoco da campo, su cui poter bollire l’acqua che a quel punto potrà essere messa in borraccia per sostenerci durante i nostri spostamenti.
Durante le sortite esterne abbiamo incontrato diverse creature che popolano la vasta mappa, a tenerci impegnati però sono stati anche gli altri giocatori, con i quali si potranno stabilire alleanze, nel caso di vere e proprie gilde, oppure… beh, che vinca il migliore!
Ovviamente esplorare vuol dire anche fermarsi a raccogliere, oltre alle risorse ci siamo imbattuti anche in Walker distrutti, edifici abbandonati con tanto di casse con qualsiasi cosa dentro, per cui è imperativo fermarsi, quando si scorge qualcosa che potrebbe essere saccheggiato.
Chi si ferma è perduto! Motivo per cui i ragazzi di Donkey Crew, hanno studiato un ottimo sistema che chiude a rotazione i server per aprirne altri, così da vederci catapultati in diversi e stimolanti biomi, dove l’organizzazione, facendo parte di una gilda collaborativa, da il meglio di se.
Oltre a contare sui nostri compagni di viaggio, possiamo contare sul supporto di un ottimo e utile rampino (ovviamente non prima di averlo sbloccato e costruito), che in diverse occasioni si rende utile anche davanti ai nemici.
A conti fatti questo Last Oasis non ci dispiace, considerando che è in accesso anticipato, chiudiamo un occhio su qualche bug che abbiamo riscontrato e altre piccole cose da limare qua e là… non possiamo però chiudere proprio niente, di fronte ai 20 fps con conseguenti lag a livelli improponibili in game: in questo modo è veramente impossibile giocare, per cui speriamo sinceramente che i ragazzi di Donkey Crew risolvano quanto prima questa che secondo noi è la problematica più grave al momento.
Sicuramente c’è ancora tanto lavoro da fare per migliorare quello che, a nostro avviso, potrebbe imporsi su tanti titoli di questo tipo, perchè a suo modo ha una formula personale sotto vari punti di vista.
Dopo il disastroso debutto del 26 marzo con i server impazziti, pieni, offline e via dicendo, riponiamo fiducia nel team di sviluppo, che ha messo l’idea giusta, che sul mercato dei survival game potrebbe trovare un posto tutto suo.
Vota o Commenta