Call of Duty: Warzone – analisi di Pietro “OnlyApples” La Selva
L’ascesa dei titani dello sparatutto online nel mondo dei Battle Royale non era che un qualcosa di altamente preventivabile, una questione di tempo, visti anche alcuni esperimenti svolti soprattutto da Activision stessa nel precedente capitolo del suo famigerato shooter, Call of Duty, re delle classifiche di vendita (con pochi altri rivali veri) per ormai più di un decennio.
Ed è proprio il prodotto finale dell’esperimento svolto con Black Ops IIII questo Warzone, vera e propria costola del multiplayer del recente reboot di Modern Warfare, minuziosamente rimossa, cotta e servita in pasto a tutti i giocatori, gratuitamente, senza bisogno di PS Plus.
Una mossa che da molti potrebbe anche essere sintomatica di una vera e propria redenzione dell’ultimo periodo di Activision, che tra atti di tale generosità ed investimenti sorprendenti in picchi ludici che non toccava da tempo (leggasi Sekiro), sembrerebbe essere in piena inversione di tendenza.
Quello di Warzone è esattamente il tipo di successo al lancio che ti aspetteresti da una produzione di questo livello: decine di milioni di giocatori che si fiondano sul nuovo CoD gratis in un paradossale periodo storico di clausura generale, ed è probabilmente questo che legherà ai nostri ricordi Warzone.
Ci ricorderemo per sempre di quel periodo in cui, appena cominciata la quarantena causata dal purtroppo famigerato Covid-19, ci riversavamo in massa sui server di Activision per distrarci, per ottenere qualche ora di respiro, per scappare dalla vita vera (che da frenetica ed impegnativa era diventata lenta e venefica), in cerca dell’istinto primordiale, dell’interazione ludica e non con altri esseri umani, della cooperazione, dell’affiatamento.
Un successo che, calcolato su questi primi giorni di vita, significa anche relativamente poco, essendo una categoria, quella dei free to play e dei battle royale, nella quale il successo va perpetrato a suon di anni, season e update corposi. Ed anche, perché no, in termini di soldi guadagnati e di community attiva.
L’indipendenza di Warzone dal resto dell’ecosistema Modern Warfare si percepisce sin dal suo avvio. Dopo un più che corposo download di ben 100 GB di dati, ci troveremo di fronte il vero e proprio client principale di COD MW, ed al suo interno questa nuova modalità è partizionata in uno slot completamente indipendente da quello della campagna/multiplayer e dal negozio.
Al primo avvio è consigliabile seguire il tutorial che ci introdurrà alle meccaniche, che per quanto in larga parte condivise con il resto degli esponenti dei battle royale, contengono alcune peculiarità come la presenza di un sistema economico e di missioni da attivare e completare.
Le due cose sono ovviamente collegate tra loro. Completando missioni guadagneremo dollari da spendere negli shop sparsi in giro per la (per ora unica) mappa di Verdansk.
Esse saranno suddivise in 3 tipi: Sciacallo, Conquista e Taglia.
Il primo tipo è quello che vi consigliamo di intraprendere ad inizio partita, in quanto vi porterà una cospicua somma di denaro, derivanti sia dalla ricompensa di fine missione che dai vari forzieri che vi sarà chiesto di aprire in giro per la mappa.
La missione Conquista è invece la più veloce tra le tre, ma anche la meno remunerativa. Dovremo semplicemente recarci nel punto indicato, stazionare nei pressi dell’obiettivo finché la barra di conquista non si riempie e ottenere la nostra ricompensa.
La modalità Taglia, invece, è sempre un’incognita, in quanto la sua ricompensa varierà in base alla pericolosità del giocatore selezionato randomicamente a cui dovremo dare la caccia in giro per la mappa. In ogni caso, il suo completamento ci porterà quasi sempre all’eliminazione di una intera squadra da 3 della partita, ovvero il 2% dei giocatori totali e quindi un vantaggio tattico niente male.
All’interno degli shop potremo successivamente acquistare strumenti utilissimi come il classico UAV, vero e proprio marchio di fabbrica della serie, un kit per potersi curare da soli quando in stato di KO, bombardamenti dal cielo e a grappolo ecc, oltre ad avere la possibilità di spendere soldi per far resuscitare un nostro compagno.
Parlando della mappa stessa di Verdansk, si può definire tranquillamente una delle migliori mappe mai create per un battle royale. Dai grattacieli titanici di Downtown alle aperte campagne di Farmland, dall’imponente diga Dam alla sempre affollata Military Base, la mappa risulta gigantesca e curata.
Troveremo letteralmente centinaia di interni di edifici da esplorare, tra casupole, banche, grattacieli interi e qualche chicca come l’interno di un aereo divelto a metà nei pressi dell’aereoporto.
Una mappa piena di forzieri nascosti in ogni angolo, veicoli terreni ed aerei da guidare, di tetti da cui cecchinare strategicamente, edifici in cui improvvisare un fortino (dannati camper!) e varie ed eventuali. Un level design certosino insomma, dalla verticalità impressionante e denso in un modo impressionante.
Un’altra peculiarità del gameplay di Warzone è rappresentata dal gulag, una specie di ultima possibilità che ci viene donata solo e soltanto dopo la prima morte.
Ci ritroveremo all’interno di questa struttura angusta come “prigionieri di guerra” e dovremo sfidare un altro giocatore in una piccola mappa 1 vs 1, dotati entrambi della stessa arma da fuoco e da lancio selezionata tra pistola, revolver, fucile a pompa, granata stordente, molotov ecc. Il vincitore otterrà la libertà istantanea, mentre il perdente dovrà farsi resuscitare in modo classico attraverso lo shop dei potenziamenti.
Per il resto, siamo davanti letteralmente al classico CoD riadattato in salsa battle royale, in cui la nebbia ed i round a tempo incontrano lo shooting intuitivo e frenetico classico della serie.
Sono rimasti anche i classici kit di armi con tanto di personalizzazione profonda delle bocche da fuoco e la selezione di 3 abilità passive per ogni kit, che ci aiuteranno a pianificare le nostre strategie.
Il risultato è semplice ed efficace, il ritmo di gioco denso ed incalzante grazie anche ai 50 giocatori in più presenti rispetto ad altri battle royale, che si sposano perfettamente con la grandezza della mappa e la presenza di veicoli che vanno dai SUV agli elicotteri, passando per quad e dune buggy militari.
Efficace anche il sistema di armatura, con 3 slot equipaggiabili contemporaneamente e che si consumano gradualmente quando veniamo colpiti e sostituibili in tempo reale.
Meritevole di menzione è anche la modalità Malloppo, variante in cui potremo respawnare liberamente tutte le volte che vogliamo e che non presenta il gas velenoso della BR.
In questa modalità dovremo raccogliere la cifra di un milione di dollari muovendoci velocemente per saccheggiare case, completare missioni, aprire casse di soldi paracadutate dal cielo e dare la caccia ai giocatori più ricchi della partita segnalati da un indicatore rosso per eliminarli e rubare il loro bottino.
Un’amalgama insomma davvero ben riuscita, che mischia l’intuitività delle conosciutissime meccaniche di gameplay dei battle royale e le snellisce in uno stile totalmente appartenente a Call of Duty, andando a creare un’esperienza riconoscibile ed immediata, con quel pizzico di originalità e di varietà che basta per catturare la curiosità anche di molti scettici.
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