The Outer Worlds – recensione di Valentina AkemiMas Malara
Dopo aver regalato al mondo Fallout: New Vegas ed aver a tutti gli effetti stabilito dei criteri e degli standard da seguire nel genere di appartenenza, Obsidian torna sul mercato con The Outer Worlds, erede spirituale di quel titolo amato e apprezzato dal grande pubblico. Rilasciato il 27 Ottobre 2019, il GDR sci-fi ha richiesto davvero tanta osservazione, capacità critica e impegno per essere completato seguendone tutti i risvolti e cogliendone le sfaccettature, portandoci qui oggi con una domanda alla quale rispondere: l’avventura disponibile per PlayStation 4, Xbox One e PC può davvero colmare il vuoto che da qualche anno si è creato nel cuore degli amanti del brand di Bethesda? The Outer Worlds è a tutti gli effetti il “Fallout” che stavamo aspettando da tempo? Scopritelo con noi!
The Outer Worlds – Recensione – Un risveglio traumatico!
Immaginate di essere nel bel mezzo del crio-sonno e di essere svegliati dal dottor Phineas Welles, ricercato del Consiglio e autore di una serie di misfatti che hanno come intento quello di rompere l’ordine galattico per come lo conosciamo: ebbene, dopo aver fatto la sua traumatica conoscenza, verrete catapultati su di uno dei pianeti del sistema di Alcione, luogo ricco di corporazioni in lotta fra loro e nemici di vario genere, a quattro zampe e non.
Come potete immaginare, dovremo elaborare un grande numero di informazioni, divise fra nomi e questioni intergalattiche, proprio nelle prime ore di gioco: The Outer Worlds, tuttavia, non prende avvio in modo prepotente sulle nostre macchine da gaming, ma si fa strada nel nostro cuore a suon di battute e situazioni grottesche; la risata è qualcosa che vi accompagnerà per tutte le ore previste dall’esperienza, pur senza sminuire mai le tematiche importanti e spesso davvero complesse sui cui l’opera di Obsidian fa luce.
In poche parole, quello che abbiamo fra le mani è un mix agro-dolce che ha saputo incantarci, soprattutto dalla metà dell’avventura in poi.
La scrittura della storia è ineccepibile e i personaggi che incontreremo sono tutti pittoreschi e decisamente indimenticabili: partendo dagli abitanti di ogni pianeta e finendo con i componenti del nostro party, il gioco saprà sempre metterci d’innanzi a situazioni e dialoghi di una certa caratura, che dovremo imparare a gestire mostrando a nostra volta un carattere forte, da mediatore o da irriducibile macchietta.
Un plauso va inoltre fatto alla distopia messa in piedi da Obsidian, capace davvero di far strizzare gli occhi nel momento in cui la frase “questo potrebbe succederci davvero” ci balenerà nella mente. In sostanza, tra una battuta e l’altra, The Outer Worlds sa colpire, e sa farlo anche molto bene.
The Outer Worlds – Recensione – Uscirne puliti.
Uno degli aspetti migliori della produzione è senz’altro quello collegato al sistema di dialoghi e alle scelte in-game. Infatti, oltre a personalizzare il nostro protagonista da un punto di vista strettamente estetico, sarà importante dargli uno spessore caratteriale, servendosi delle numerose opzioni presenti in ogni interazione con altri personaggi; la moralità del giocatore dovrà quindi regolare gli eventi del gioco, decidendo spesso, anche in modo molto velato, le sorti di intere fazioni o di singoli, sventurati abitanti del sistema di Alcione.
Approfondire le relazioni con i componenti del party avrà inoltre delle ripercussioni positive sul loro modo di combattere e di agire, oltre al normale incremento della fiducia che riporranno in noi. In merito alle relazioni, ci è dispiaciuto constatare di non poter intraprendere dei rapporti sentimentali di alcun genere, ma di poterci solo e unicamente limitare a qualche amichevole pacca sulla spalla.
Tenendo presente che la nostra dialettica potrebbe farci uscire dalla maggior parte delle situazioni pericolose, vi saranno momenti in cui The Outer Worlds ci costringerà a prendere in mano un’arma e a difenderci alla cara, vecchia maniera; si può quindi cominciare a parlare di sistema di combattimento, non esattamente perfetto ma neanche disastroso come in altre produzioni affini.
Distinguiamo subito tra armi melee e armi da fuoco: laddove le prime ci permetteranno di eseguire dei combattimenti corpo a corpo di grande impatto, le seconde ci permetteranno invece di attaccare i nemici da lontano e spesso in modo più sicuro; prendendo la mira con fucili al plasma, cecchini, mitragliatrici ecc. ci si accorge subito del poco spessore degli spari e del feedback delle armi non esattamente perfetto. Abbiamo inoltre notato che alcune bocche da fuoco tendono ad essere fin troppo macchinose e lente, gravando davvero troppo sul giocatore, soprattutto quando egli ha ancora un’esperienza troppo bassa. Anche le hitbox non risultano soddisfacenti, dando l’impressione di colpire delle sagome di cartone e non dei veri e propri corpi nemici.
Le armi potranno essere acquistate o reperite nelle aree che il gioco ci offrirà. Teniamo presente che ogni equipaggiamento, armatura inclusa, è soggetto al deterioramento nel corso del tempo e dovrà essere riparato o sostituito a seconda del caso; inoltre, presso i Banchi da Lavoro, potremo migliorare ogni tipo di oggetto utile recuperato nel corso del gioco, implementando le modifiche.
Sarà possibile fin da subito rallentare il tempo per prendere la mira e ragionare sulle tecniche di esecuzione dell’offensiva, ma spesso non risulterà davvero necessario utilizzare questa feature, vista la disorganizzazione degli avversari e la loro, ammettiamolo, scarsa intelligenza: eccezion fatta per qualche accerchiamento dei gruppi umani, i nemici sono spesso esposti e privi di logica di attacco, cosa che renderà terribilmente facile contrapporsi a loro.
Lo stealth è a sua volta un’opzione da tenere in considerazione, anche se il sistema di camuffamento del personaggio non ci è parso così ben realizzato e vi troverete raramente a dover fare uso delle vostre capacità “da ninja”, per così dire.
La progressione è scandita da punti abilità che possono essere applicati a della “macro-categorie”: attacco, difesa, comunicazione e tecnologia sono solo alcune delle sezioni che il nostro personaggio potrà migliorare, incrementando i talenti ad esse correlati, come la persuasione, l’hacking o il semplice attacco in mischia.
Dovremo inoltre confrontarci con Attributi e Difetti: i primi saranno dei veri e propri miglioramenti ad uno specifico aspetto delle abilità del personaggio, mentre i secondi si svilupperanno col tempo e potremo accettarli o meno. Ma perché mai dovrei accettare un Difetto? Beh, scendere a patti con un problema del personaggio ci garantirà dei punti abilità extra, spendibili immediatamente … perdere e ottenere, dare e avere, questa è la vita e Obisdian ce lo ricorda bene.
La mappa del gioco è strutturata in macro-aree liberamente esplorabili ed interconnesse da una serie di punti chiave che, una volta trovati, sbloccheranno i relativi viaggi rapidi; la natura non open world rende quindi pienamente giustificata l’assenza dei veicoli che, probabilmente, sarebbero risultati superflui in una struttura di questo tipo.
The Outer Worlds – Recensione – Bello e bravo!
Girovagando per il mondo di The Outer Worlds respireremo a pieni polmoni quello che è il carattere della produzione, evidenziato da uno stile grafico davvero ben fatto e da una serie di icone, cartelloni e vestiari dei personaggi stessi che richiamano solo parzialmente il mondo di Fallout, dandogli uno stampo decisamente più futuristico e spaziale. La tenuta tecnica ci è parsa davvero eccellente, con piccolissimi bug sparsi ma molto, molto rari.
La colonna sonora è in tema con l’ambiente proposto, pur senza spiccare davvero, ma è il doppiaggio che ci ha colpiti: le voci inglesi sono eccezionali e garantiscono ad ogni personaggio, anche quello più marginale, un impatto audio davvero di grande spessore. Peccato per i sottotitoli un po’ troppo piccini che ci hanno fatto inforcare gli occhiali fin da primi minuti di gioco, ma che Obsidian ha sistemato, anche se parzialmente, in corso d’opera.
The Outer Worlds – Recensione – Ore di puro intrattenimento!
Limitandosi alla trama principale, The Outer Worlds vi offrirà circa 15-20 ore di gioco; tuttavia, vi consigliamo di approcciarvi al gioco con calma e dedizione, esplorando i pianeti del sistema di Alcione e interagendo con quanti più personaggi possibili: arriverete così ben oltre le 30 ore di gioco e ci arriverete, ve lo assicuriamo, davvero molto soddisfatti.
La complessità del gioco è nella norma, con qualche picco nelle fasi iniziali dovuto alla scarsa esperienza del personaggio che si tradurrà ben presto in un padroneggiamento delle abilità capace di farci fare una vera e propria “passeggiata di salute” nel mondo proposto da Obsidian.
TIRIAMO LE SOMME...
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