Trine 4 - Recensione - PC, PS4, Xbox One

Trine 4 – Recensione – PC, PS4, Xbox One

Trine 4 – recensione di Pietro “OnlyApples” La Selva

Quella di Trine è, con ogni probabilità, una delle saghe videoludiche più longeve nella storia degli indie. Precursore persino dello storico Limbo, il primo Trine uscì nel 2009, in un’epoca in cui i platform 2D e 2.5D non possedevano di certo la potenza mainstream e vintage di cui, meritatamente, godono adesso. La formula era semplice: un mondo fiabesco, puzzle ambientali basati sulla fisica ed una rivisitazione del classico trittico guerriero/mago/ladro in chiave platform. Vediamo quanto è cambiato da quel primo capitolo.

 

Trine 4 – Un trio da favola

La chiusura della prima trilogia di Trine non sembra aver scalfito la magia dell’oggetto magico, omonimo del gioco stesso, attraverso il quale i destini dei tre protagonisti sono stati indissolubilmente legati per l’eternità. Il trio infatti, una volta superati i primi tre livelli di introduzione ad ognuno di loro, si ritroverà nuovamente riunito allo scopo di affrontare una minaccia più grande delle loro faccende personali.

Questa volta non si dovranno affrontare orchi o altre bestie fantasy, o almeno, beh, non solo. Le avventure dei tre li porteranno, in questo quarto capitolo, ad affrontare una minaccia ancora più oscura, un mistero che si celerà dietro la sparizione di un principe dalla scuola di magia che frequenta e che i protagonisti saranno chiamati a cercare.

Narrativamente Trine 4 si pone quindi su un buon livello, soprattutto considerato il genere di appartenenza. Anche le cutscene sono curate e Zoya, Pontius ed Amadeus riescono ad esprimere una buona personalità attraverso brevi dialoghi poco invadenti e che spesso prendono in giro il fantasy stesso con luoghi comuni sulle loro classi di appartenenza, ovvero appunto la ladra, il cavaliere ed il mago.

Trine 4 – Brainstorming

I personaggi di questa fiaba lunga ormai un decennio sono quindi rimasti gli stessi, ed altrettanto si può dire per quanto riguarda le meccaniche di gioco. Il saper sfruttare al meglio le abilità di ognuno di loro per risolvere enigmi sempre più intricati è ancora il fulcro ludico del titolo, un concept che, nonostante gli svariati anni sulle spalle, bisogna dire funzioni ancora, grazie soprattutto ad una fisica curata e ad una qualità dei puzzle ambientali eccellente.

Nei corso dei cinque capitoli di cui è composta l’avventura dovremo infatti risolvere una mole importante di rompicapo, utilizzando e mixando i vari poteri nel miglior modo possibile. E’ importante infatti precisare che con Trine 4 non ci troviamo davanti ad un platform basato sulle skill e sulla velocità muscolare, anche se in alcuni momenti queste influenze si sentiranno, soprattutto per quanto riguarda il raccoglimento dei vari collezionabili, raggiungibili tra l’altro solo da un giocatore più accorto a passaggi segreti e percorsi alternativi.

Gli enigmi, vari e curati, sono ovviamente risolvibili in modalità giocatore singolo dal primo all’ultimo, e qui entra in gioco un po’ la magia di questo gioco: tali enigmi potranno essere risolti in svariati modi, tutti altrettanto validi!

Proprio a causa di ciò, Trine 4 è un platform che risulta molto più godibile ed a fuoco se giocato in coop con altri amici. Uno di quei platform in cui si cercherà di andare avanti verso l’obiettivo comune per circa quindici minuti, solo per poi sfociare in un reciproco mettersi i bastoni tra le ruote coi poteri, una valvola di sfogo data magari dall’impazienza nel risolvere un enigma particolarmente difficile. E’ questa la magia di Trine, e ciò che gli riesce meglio: l’estremo cazzeggio e l’estremo sforzo cerebrale che si incontrano a metà strada.

Trine 4 – Da grandi poteri…

All’aumentare della difficoltà di rompicapi e fasi platform, ovviamente, di pari passo anche i nostri protagonisti acquisiranno nuove capacità o vedranno rinforzarsi quelle già in loro possesso. Se, ad esempio, il mago Amedeus potrà evocare un semplice cubo di ferro, sottile e fragile, successivamente sarà capace di cambiare la sua forma e di aumentarne la resistenza del materiale. Allo stesso modo, Pontius il guerriero acquisirà ad esempio l’abilità di riflettere la luce col suo scudo magico e Zoya la ladra potrà incoccare frecce elementali di vario tipo.

Una progressione equilibrata e semplice veicolata dall’esperienza ottenuta uccidendo nemici, durante gli scontri purtroppo obbligatori in cui incorreremo durante la campagna principale. Usiamo il forte termine “purtroppo” poiché il combat system risulta davvero troppo basilare, facile ma soprattutto estremamente rotto. Sotto certi versi, ancora peggiore rispetto ai precedenti capitoli, un vero e proprio passo indietro.

Se attraverso i combattimenti riceveremo, come già detto, esperienza utile a migliorare i poteri dei tre protagonisti, questi stessi poteri ci permetteranno di raggiungere luoghi segreti e risolvere enigmi extra con cui potremo raccogliere un altro tipo di esperienza contenuto in delle ampolle di un colore viola lucente. Con questo secondo tipo di esperienza potremo quindi sbloccare nuove abilità offensive che ci aiuteranno nel combattimento stesso, andando a creare un sistema di progressione quindi interessante, almeno sulla carta.

Nella pratica, però, queste abilità extra nel combattimento risultano praticamente inutili, in quanto per vincere praticamente ogni combattimento ci basterà spingere ripetutamente il tasto di attacco mentre utilizziamo il cavaliere. Pontius con le sule abilità base, infatti, sarà sufficientemente forte per tritare ogni nemico che ci si parerà davanti, annichilendo presto ogni nostro interesse verso la formulazione di strategie più o meno complesse per sopravvivere agli attacchi nemici.

Lo stacco netto tra le fasi platforming e quelle di combattimento poi, attraverso la formazione di barriere magiche, rendono tediosa la fase di transizione dall’una all’altra. Da segnalare inoltre una scarsa varietà per quanto riguarda le fila nemiche, con due o tre archetipi di avversari e le loro versioni potenziate.

Trine 4 – Graficamente… Ehm… Favoloso?

Non in senso stretto ovviamente, ma possiamo tranquillamente affermare che Trine 4 si difende decisamente bene, per essere una produzione indie. Le migliorie rispetto ai precedenti capitoli hanno anche reso possibile una migliore regia delle cutscene, oltre che a delle espressioni facciali lievemente più realistiche.

Lo stile fiabesco ed incantante infuso dai creativi del team di sviluppo è incredibile. I livello e gli sfondi sono pieni di dettagli animati, che rendono il mondo di gioco ed i livelli vivi, ognuno con una sua identità, ogni livello con le sue distintive peculiarità ed elementi unici che arricchiscono anche la varietà stessa del gioco.

 

Il suo vero nome è Pietro, è del '94 ed è appassionato di videogiochi e di altre forme di intrattenimento, come film e libri, soprattutto a tema fantascientifico. Insomma, il classico nerd ma senza il QI sopra la media. Si nutre di mele pixellose quasi ogni giorno, che di certo non gli levano il medico di torno.