Escape From Marwin (2017) – Recensione – Jordi Castejón

Escape From Marwin – recensione di Edoardo “Edux” Babbini

Non tutto è oro quel che luccica ed Escape from Marwin ne è la prova. Il film di Jordi Castejón nel mese di Agosto è infatti si’ entrato nella collezione della Midnight Factory, ma ne rappresenta uno dei punti più bassi. Orrendo sotto ogni aspetto il film prova a vendere qualche copia legandosi al neonato, e si spera di breve durata, filone delle Escape Room. Ciò risulta in un prodotto mal riuscito e incapace di intrattenere anche lo spettatore meno pretenzioso.  

 

Escape from Marwin – Brutto, reazionario e stupido…

La storia di Escape from Marwin è sconclusionata quanto mal scritta. Sfruttando una premessa poi eliminata dalla sceneggiatura il regista segue cinque carcerati costretti a risolvere un enigma per poter guadagnarsi la libertà. Nei fin troppi minuti che separano lo spettatore dalla fine ciò si dimostrerà essere un inganno creato dall’antagonista per poter compiere la propria vendetta privata. Un colpo di scena prevedibile quanto mal gestito e una narrazione priva di alcuna profondità danno origine però a un racconto che giustifica indirettamente il vendicarsi privatamente. Persone già in carcere e quindi punite dall’istituzione che dovrebbe occuparsene sono sottratte ad essa per essere condotte a tortura e morte. 

Tutto ciò emerge ovviamente nei soli minuti finali poichè la prima ora e mezza è dedicata a dialoghi inutili, reazione umane prive di senso e avvenimenti senza logica. Gli indizi spuntano fuori senza qualcuno che li scopra e la struttura dell’enigma è incomprensibile. I personaggi non sono caratterizzati ma si riducono a stupide e incapaci macchiette. Non ci si affeziona a nessuno di loro e pure la loro morte è ininfluente per lo spettatore quanto per la trama. Trama banale, piena di riempitivi e con un corpo centrale inutile per lo svolgimento.

In questo tragico spettacolo la violenza si consuma senza pathos ed edulcorata da ogni male. Omicidi e stupri sono buttati in mezzo ad avvenimenti privi di alcuna rilevanza. Non c’è tensione a reggere la crudezza rappresentata e ciò scade in scene umilianti e fastidiose per i motivi sbagliati. Lo spettatore non è disturbato dall’orrorifico ma infastidito dalla gratuità delle violenze commesse. L’atto violento è il fulcro del genere slasher ma se la cornice che gli si costruisce attorno è mal fatta sfocerà sempre in un evitabile siparietto.

Escape from Marwin – Tecnica inesistente…

Escape from Marwin è uno di quei casi dove la forma rappresenta perfettamente la sostanza. La tecnica con cui è infatti realizzato il film è a tratti imbarazzante. La fotografia e lilluminazione sono talmente mal gestite da dare origine a scene fotografate per metà in un modo e per metà in un altro. Le ombre non seguono la traiettoria della luce in scena ma del faretto fuori campo. Sono inserite scene illuminate al neon senza un senso e il colore scelto per il sangue in digitale si confonde col buio costante della pessima fotografia. A ciò da aggiungersi una location spoglia, priva di fascino o angoscia e orridi elementi di scena in compensato.

La regia è priva di alcun guizzo creativo. Inquadrature statiche e riprese a mano di elementi della casa si susseguono senza alcun crescendo. Le scene d’azione sono legnose e le coreografie brutte a vedersi. La violenza, rappresentata con un pessimo uso del digitale e qualche mal fatto elemento analogico, è inquadrata da lontano o in modo confusionario. Il regista sembra dimenticarsi di avere tra le mani un film horror di genere slasher e liquida gli atti di violenza senza prestar loro attenzione alcuna. Gli oggetti non impattano sui corpi e la fisicità risulta estremamente artificiosa. Il sangue, quando non assente, è reso con un pessimi effetti visivi digitali.

Tutto ciò non è e non può essere giustificato dal basso budget. Gli errori tecnici non sono dovuti dalla mancanza di mezzi o di soldi ma dalla mancanza di cura. La storia si piega perfettamente alla scarne location e una maggiore ricercatezza nel mettere in scena la morte avrebbe potuto arginare il bisogno di ricorrere al digitale. Insomma, nulla è da salvare in un lavoro chiaramente pressapochista messo in scena senza la minima cura.

Escape from Marwin – Boh…

Il perchè questo film abbia trovato una distribuzione è privo di senso. Il filone delle escape room è nato fallimentare e continua a svilupparsi di pellicola mediocre in pellicola mediocre. Nulla funziona di questo prodotto ed è impossibile non chiedersi come possa attirare qualcuno una premessa simile. Il lavoro di Jordi Castejón è da dimenticare e la visione è sconsigliata a chiunque. Gli amanti del genere come me ne usciranno ridendo e i non amanti potranno continuare a pensare che esistano solo prodotti spazzatura. Perchè sì, Escape from Marwin non è nulla di più di un prodotto spazzatura.

 

Studente di Giurisprudenza e appassionato di cinema, letteratura, videogiochi, fumetti e serie televisive. Le ore che non passa a studiare o interagire con gli altri esseri umani le passa ad approfondire nel modo più completo e approfondito le sue passioni. Il suo motto: “A ogni epoca la sua arte, all'arte la sua libertà”!