Mutant Year Zero – Road to Eden Deluxe Edition – Recensione – PS4, SWITCH, ONE, PC

Mutant Year Zero: Road to Eden Deluxe Edition – recensione di Valentina “AkemiMas” Malara

Il tempo non è mai stato un limite nella fruizione di un buon titolo e ci sono casi in cui, nonostante il passare dei mesi, si sente la necessità di discutere di un gioco e di consigliarlo: Mutant Year Zero – Road to Eden è proprio uno di quei titoli che bisogna portare all’attenzione del pubblico nonostante i mesi o anni trascorsi dal rilascio e quest’oggi ci prefissiamo come obiettivo quello di incuriosirvi almeno un po’ sull’opera di The Bearded Ladies Consulting.
Uscito il 4 Dicembre 2018 e aggiornato con il DLC denominato Seed of Evil il 30 Luglio 2019, Mutan Year Zero è uno strategico con una marcata componente stealth disponibile in edizione Deluxe su numerose piattaforme, più precisamente PC, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch.

Quest’oggi vi parleremo della versione PS4 dai noi giocata e di quello che Mutant ha rappresentato per noi durante le ore trascorse in sua compagnia!

Mutant Year Zero – Road to Eden – Ciò che sappiamo fare meglio.

Gli esseri umani hanno fatto ciò che sanno fare meglio: distruggere. Il mondo è arrivato ad un livello di saturazione tale che, dopo la quasi estinzione della razza umana, la natura si è ribellata fino a riprendersi ciò che è sempre stato suo, ovvero la Terra.

In un mondo dove le specie si contendono le poche risorse rimaste, guideremo una squadra di Mutanti, strane creature con abilità o aspetto animali ibridate ad una fisicità antropomorfa, nella ricerca di risposte sulla loro stessa esistenza ed in una guerra per la sopravvivenza che si protrae ormai da tempo.

Se dobbiamo essere sinceri, ed una recensione lo richiede sempre, Mutant Year Zero non è un titolo particolarmente originale sotto al punto di vista della storia e del suo svolgimento; la maggior parte delle dinamiche di trama sono infatti prevedibili e il giocatore sarà quasi sempre a conoscenza degli eventi prima che essi si verifichino, soprattutto se occupa parte del suo tempo ad ascoltare le conversazioni tra i personaggi e a leggere i documenti sparsi per la mappa.

A recuperare una narrativa intuibile sono il grande carattere di ciascun Mutante, che avrà preferenze, indole e obiettivi personali diversi, e la forte impronta che il gioco sa regalare: Mutant ci fa respirare gli anni ’80 ed è pregno di un’atmosfera da urlo e non sarà difficile immergersi nel mondo di gioco, dimenticandone la “prevedibilità”. I discorsi tra i personaggi poi, sanno regalare delle vere e proprie perle di saggezza e black humor, con Boarmin e compagni che si sprecheranno in critiche alla nostra specie e frecciatine alla moralità umana.

Insomma, laddove il prodotto non brilla per originalità, ci pensa il forte carattere della produzione a risollevare la qualità della trama e a farci dimenticare qualche errore di scrittura.

Mutant Year Zero – Road to Eden – Quando la mente conta più della forza.

Mutant Year Zero – Road to Eden non è la classica esperienza strategica, sebbene riprenda molte meccaniche dalla blasonata serie di XCOM: il titolo presenta infatti una forte componente stealth che spinge, se non obbliga, il giocatore ad essere il più cauto possibile in tutte le situazioni. Il gioco è diviso in aree di media espansione dove potremo, innanzitutto, cercare risorse da riportare all’Arca, il nostro centro operativo; le risorse saranno dei rottami spendibili nello shop della base, delle armi uniche, degli oggetti secondari da lanciare contro il nemico (granate, molotov ecc.) e dei Kit Medici, decisamente utili in battaglia.

La parola d’ordine per la gestione di questo materiale è parsimonia: dovrete stare ben attenti a non sprecare quanto trovato perché, soprattutto in termini di cure e nella fase iniziale, il gioco risulta abbastanza tirchio e non è detto che possiate recuperare in breve tempo quanto utilizzato. Inoltre tenete sotto controllo l’ambiente circostante per il ritrovamento dei Manufatti, oggetti del “nostro tempo” che potranno essere scambiati con notevoli miglioramenti presso il bar dell’Arca.

Troverete anche numerose modifiche per le armi, applicabili solo presso l’Officina e anch’esse molto utili e rare in base alla potenza.

Chiarita la fase di raccolta risorse torniamo, o meglio spieghiamo approfonditamente, la battaglia vera e propria. Come detto, Mutant spinge ad un approccio stealth, soprattutto visto il numero spesso doppio o triplo rispetto al nostro dei nemici presenti sul campo; ogni area presenta coperture e zone rialzate da sfruttare a nostro vantaggio, nonché una vasta gamma di avversari appartenenti a diverse classi.

Ogni nemico ha una sua “funzione”: vi saranno ad esempio i ghoul cecchini, i macellai e i carri-armati, nemici organici specializzati in un approccio offensivo specifico che potranno farci male a seconda delle nostre tattiche; più avanti nell’avventura incontrerete anche avversarci capaci di controllare le menti dei sottoposti e rafforzarli, nonché robot con funzioni di recupero salute o puramente offensive.

Le minacce, come potete intuire, sono tante e non sarà facile gestire 10-15 nemici alla volta con un approccio diretto. Qui, entra in gioco la “suggerita” componente stealth: il giocatore potrà seguire gli spostamenti di un’unità, aspettare che si isoli, ed abbatterla con armi silenziate per non attirare l’attenzione delle altre; non tutti i nemici potranno essere eliminati in questo modo “facile”, ma gran parte di essi potrebbero ritrovarsi alla vostra mercé quasi completamente inermi.

Una volta “eliminato il superfluo”, potrete ingaggiare il fuoco diretto e gestire le mosse a vostra disposizione: ogni personaggi potrà effettuare due azioni o una sola a seconda dei “segmenti mossa” che ognuna di esse richiede; spostarsi e attaccare potranno essere eseguiti in successione, mentre la ricarica dell’arma vi porterà a consumare una tacca e dovrete poi decidere se essere offensivi o ritirarvi in attesa del prossimo turno. Potrete inoltre lanciare molotov o bombe di vario tipo, attivare un fuoco di copertura preventivo o utilizzare una delle abilità del vostro personaggio, di cui ci occuperemo tra poco. Il vostro turno si concluderà con l’ultima azione del terzo personaggio del party ed in seguito dovrete passivamente osservare le mosse nemiche, tenendo presente gli spostamenti e i danni inflitti.

Qualora un vostro compagno finisse KO, potrete curarlo prima della sua morte permanente o decidere di abbandonarlo al suo destino e ciò avrà conseguenze diverse a seconda della modalità in cui state giocando… Ma anche questo lo vedremo più tardi. Ogni battaglia si svolgerà in mappe diverse, con nemici in numero cangiante che potranno anche chiamare rinforzi grazie alla figura degli Sciamani (consiglio, eliminateli subito) e soprattutto andrà gestita con i personaggi giusti, per avere la meglio.

E veniamo quindi al nostro party, con le sue abilità chiamate Mutazioni. I personaggi sbloccabili nel corso dell’avventura saranno cinque per ciò che concerne la storia principale e sei se contiamo anche il DLC, Seed of Evil.

Ognuno di essi, combattendo, salirà di livello e riceverà dei punti spendibili per sbloccare le Mutazioni che, a loro volta, avranno diverse portate: le mutazioni passive non andranno attivate direttamente e saranno sempre presenti durante le battaglie, a differenza di quelle attive che invece, appunto, andranno “attivate” durante le nostre personali fasi offensive; vi sono anche gli attributi che incrementano salute, precisione ecc. e quindi avrete davvero vasta scelta su come spendere i punti guadagnati con sudore, lacrime e morti. Ogni personaggio ha poi un “ruolo palese”, con Mutanti più improntanti allo stealth e al cecchinaggio e altri che sono vere e proprie macchine da guerra.

Ci fermiamo qui nella descrizione di questo complesso sistema di battaglie e gestione e vi rammentiamo che Mutant è un gioco strategico e, in quanto tale, richiederà tempo e ragionamento per apprenderne le meccaniche a padroneggiarle. Se siete persone che si scaldano facilmente, probabilmente non è l’esperienza ludica che fa per voi.

Mutant Year Zero – Road to Eden – Ehm, non stiamo giocando a Crash.

Abbiamo parlato in precedenza del forte carattere che la produzione si porta dietro e questo aspetto è confermato soprattutto sul fronte visivo: Mutant Year Zero – Road to Eden ha uno stile tutto suo che viene respirato a pieni polmoni fin dal principio, passando dal design dei Mutanti alle ambientazioni vere e proprie.

La grafica è ben curata e tralasciando qualche texture in leggero ritardo di comparsa, non abbiamo riscontrato bug o glitch di sorta.

La stessa colonna sonora, molto anni ’80, propone un sound di accompagnamento in battaglia e durante l’esplorazione che difficilmente potrà darvi noia.

Ma un difetto, sul fronte tecnico, il gioco ce l’ha… ed è anche abbastanza fastidioso. Non possiamo esprimerci in merito alle altre versioni, ma la nostra copia PS4 presentava dei segni di pessima ottimizzazione: ci è capitato circa 5-6 volte di assistere a 10 minuti in-game fatti di crash continui; alcune sezioni del gioco sono afflitte da problemi di caricamento evidenti che portano l’applicazione a chiudersi alla ricerca di “errori” e che, ovviamente, interrompono la sessione di gioco con la conseguente perdita dei progressi non salvati.

Questo si traduce in un salvataggio smodato da parte del giocatore che, per paura di perdere le azioni in-game, si ritroverà a salvare quasi ad ogni turno. Vi è da dire a sua discolpa che questo problema non affligge il titolo per tutta la sua durata, ma solo in rare sezioni: tuttavia è inaccettabile che si abbiano problemi simili sulle console di attuale generazione e questo è un elemento che ci ha largamente infastiditi.

Peccato Mutant, stavi andando così bene…

Mutant Year Zero – Road to Eden – Da non sottovalutare.

Concludiamo la nostra analisi del titolo soffermandoci come sempre su longevità e difficoltà che, mai come in questo caso, vanno di pari-passo.

L’avventura base di Mutant Year Zero propone circa trenta ore di gioco, alle quali sommiamo le alte cinque ore indicative del DLC; la longevità potrà tuttavia aumentare considerevolmente se non siete particolarmente ferrati nel genere di appartenenza poiché i combattimenti risultano ostici già per un fruitore abituale degli strategici.

La difficoltà di Road to Eden è infatti elevata soprattutto nella fase iniziale (circa le prime dieci ore) dove un numero esorbitante di nemici, le poche risorse a nostra disposizione e dei personaggi non ancora al top della forma potrebbero rallentarci considerevolmente; in questa sezione, il gioco ci spinge a fare più affidamento sulla mente che sulla forza effettiva e sarà quindi importantissimo imparare a ragionare secondo la logica del titolo per avere la meglio. Tutte queste informazioni sono relative all’esperienza “classica”, ma sappiate che il gioco potrebbe complicarvi ancora di più le cose con la modalità Iron Mutant: in questo caso avremo la morte permanente del personaggio qualora non venga curato entro i turni previsti e la perdita del controllo sui salvataggi, che saranno automatici e quindi non dettati da noi.

È facile intuire come la longevità del titolo, in modalità Iron, aumenti considerevolmente. Alla luce di ciò possiamo darvi un solo consiglio spassionato: non esagerate fin dal principio e approcciate il gioco con calma, ragionando e impostando la difficoltà standard. Fidatevi, non sarà per nulla una passeggiata di piacere, neanche per i più esperti.

 

Amante di videogiochi e libri fin dalla nascita, ha poi sviluppato una grande passione per tutto ciò che è nerd. Originaria della terra del bergamotto e del piccante, vanta radici nordiche niente male e ha una passione irrefrenabile per il mondo animale. Logorroica e amante delle discussioni costruttive, datele un argomento di conversazione a vostro rischio e pericolo!
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