Monster Boy and the Cursed Kingdom – Recensione – PC

Monster Boy and The Cursed Kingdom – recensione di Andrea “Kobla” Panicali

Il seguito spirituale di Wonder Boy è arrivato anche su PC, dopo un rodaggio abbastanza importante, nel Dicembre del 2018, avvenuto su console.

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Della versione console ne parlò già ampiamente il nostro buon Pietro (Qui il link alla recensione), oggi vi parleremo della versione PC. A livello di giocabilità, trama e tecnicismi non c’è molto da aggiungere, perchè differenze non sono state notate. L’unico appunto va sulla fluidità della versione per Computer, più elevata rispetto a quella su console.

Dato che andremo a recensire, essenzialmente, lo stesso gioco visto poco tempo fa, potrete prendere questo articolo come un punto di vista simile/dissimile rispetto a quello di Pietro.

Monster Boy and the Cursed Kingdom – Recensione – Sono su VVVID e non lo sapevo!

Il primo avvio del titolo si mostra scoppiettante, con un video introduttivo che sembra essere più una sigla di un anime che una presentazione di un videogioco. Il video è talmente piacevole, e la musica così azzeccata da non risultare mai stancante, anche dopo aver avviato il gioco numerose volte. La stessa grafica del video la troveremo anche in game, seppur con qualche accorgimento, e c’è da dire che non stanca mai.

Le animazioni del protagonista, così come tutte le sue forme, i nemici, gli NPC e le ambientazioni, danno la perenne impressione al giocatore di trovarsi, per l’appunto, dentro un anime. È risultato essere un titolo veramente piacevole, da giocare nei momenti di relax, data la sua tecnica.

Monster Boy and the Cursed Kingdom – Trama semplice, ma lineare.

Jin, il protagonista, ha uno zio di nome Nabu, il quale decide di bere quantità “smodate” (cit.) di nettare reale. Questa bevanda gli fa perdere il lume della ragione e, tramite uno scettro magico, trasforma tutti gli abitanti del Regno in animali. Compreso Jin, il quale, però, dovrà affrontare più trasformazioni.

Qual’è il nostro obiettivo? Naturalmente quello di riportare la normalità in un Regno dove la “bestialità” ha preso il sopravvento, ed evitare al povero Zio Nabu una fine a dir poco spiacevole. La trama proseguirà in maniera assolutamente lineare, nonostante la vastità della mappa di gioco.

La cosa divertente della storia è indubbiamente l’ironia che si cela dietro le trasformazioni dei vari cittadini, così come le stesse mutazioni di Jin. Capiterà sovente che alcuni eventi ci faranno strappare sorrisi; sintomo di semplicità ed innocenza, due qualità che un gioco del genere deve riuscire a trasmettere al giocatore.

Monster Boy and the Cursed Kingdom – Stile classico, ma mai stancante.

Il titolo è un metroidvania dei più classici, ma cosa significa? “I metroidvania sono giochi generalmente caratterizzati da una mappa interconnessa che il giocatore può esplorare, anche se alcune aree sono spesso limitate da porte o altri ostacoli che possono essere superati solo una volta che il giocatore ha acquisito oggetti speciali, armi o abilità all’interno del gioco.” (cit. Wikipedia). Dopo questa premessa, e breve spiegazione su che tipo di giochi siano i metroidvania, si può tranquillamente capire anche che stile abbia questo Monster Boy. Un platform-action a scorrimento con alcune aree bloccate, ma fino a quando? Qualche paragrafo più sopra abbiamo accennato al fatto che Jin abbia più forme animali tra le quali scegliere, ma non sono disponibili tutte sin dall’inizio.

Avanzando con la trama, saranno disponibili nuove forme, per via dei malefici di Zio Nabu, e grazie a queste forme si potranno percorrere delle zone che precedentemente non era possibile visitare. Il backtracking sarà quindi presente, grazie anche a dei passaggi segreti che collegheranno le varie parti della enorme mappa di gioco, ma non sarà pesante per il giocatore dover ripercorrere determinate zone. Questo è permesso da un grado di sfida sempre livellato, e mano a mano che avanzeremo il livello del platforming sarà sempre più alto.

L’elevato numero di forme disponibili (maiale, serpente, rana, leone e drago) non permette al gioco di essere ripetitivo, in quanto ogni forma può fare determinate cose, rendendo necessario l’uso di tutte le forme nell’arco di tutto il gioco. Capiterà di dover risolvere alcuni enigmi sfruttando tutte le forme a disposizione, soprattutto nella parte finale. Ciò ha reso la giocabilità ed il divertimento piuttosto elevati, non risultando mai noioso nell’arco delle circa diciotto ore di storia.

Avremo anche la possibilità di equipaggiare alcune armi o equipaggiamenti, con alcune forme, dando quasi uno spunto GDR a Monster Boy, non intaccando però la semplicità e la linearità del titolo stesso. Per questo motivo può essere apprezzato sia dai più grandi che dai più piccini. Un gioco capace di strizzare l’occhio a più generazioni; il tutto permesso dalla grafica simpatica, un sonoro curatissimo ed una difficoltà che permette di mantenere una concentrazione sempre elevata ed una immedesimazione degna di essere chiamata tale.

Adesso, come a Dicembre, diciamo ancora una volta “bravi” ai ragazzi di FDG Entertainment e Game Atelier

 

Proveniente dalle onde marittime di Roma, o meglio Ostia, è un grande appassionato di videogiochi, serie tv, film e libri thriller. Cresciuto a suon di pizza, pasta e videogiochi, si è guadagnato il rispetto tra i più famelici mangiatori d'Italia.