L’Ora più bella (2016) – Recensione – Lone Scherfig

Their Finest Hour and A Half Directed by Lone Sherfig

L’Ora più Bella – recensione di Edoardo “Edux” Babbini

Se sentivate la mancanza della talentuosa Lone Scherfig, regista del celebre An Education (2009), Koch Media ha deciso di farvi un regalo e portarvi in DVD e Blu-Ray il suo penultimo lavoro: L‘Ora più bella. La regista danese si cimenta con un dramma storico tinto di britannico umorismo e forti quanto attuali messaggi. In una brillante cornice meta-cinematografica dipinge infatti gioie, dolori e fatiche di donne, uomini e nazioni. Non ci resta quindi che scoprire se valga la pena soffermarsi a osservare questo quadro.

 

L’Ora più bella – Recensione – Un triplice Conflitto

Tratto dal romanzo Their Finest Hour and a Half di Lissa Evans, la storia narra di Catrin Cole (Gemma Arterton) e della sua auto-affermazione per mezzo della sceneggiatura. Assunta infatti per dare maggiore credibilità alla componente femminile dei film propagandistici, si troverà ad affiancare lo sceneggiatore Tom Buckley (Sam Claflin) in un’importantissima impresa. Il morale del Regno Unito riversa infatti in condizioni critiche e solo un film sulla ritirata di Dunkerque potrà risvegliare l’animo dei suoi cittadini e ispirare i loro alleati d’oltreoceano. 

Fin dalle prime battute emerge una struttura concentrica della narrazione costruita come una matrioska di conflitti. All’interno della Seconda Guerra Mondiale troviamo infatti produttori, attori e sceneggiatori in costante conflitto tra loro e con la responsabilità gravante sulla pellicola cui lavorano. Chiaramente all’interno di questi due conflitti la regista cela una guerra più intima e personale. La nostra protagonista lotta infatti con un costante senso di inadeguatezza di genere e un mondo che non vuole permettersi di accettarla. I raid aerei notturni dei tedeschi corrispondo ai raid morali subiti sul set da Catrin, che però, riuscirà sempre a ricostruire fondamenta più solide.

La storia, al contrario di quanto possa sembrare dalla premessa, è raccontata con fine umorismo e una vena tragicomica. La presenza di personaggi sopra le righe come l’attore Ambrose Hilliard (Bill Nighy) e una brillante scrittura dei dialoghi sospendono infatti l’incredulità dello spettatore e lo portano in un ambiente morbido e solare. Le tematiche sono portate avanti con decisione e risolutezza ma non sono mai forzate all’interno della storia. Il discorso è ben orchestrato e procede fluido di argomentazione in argomentazione, per sbocciare in una conclusione si’ efficace ma un po’ troppo prevedibile.

L’Ora più bella – Recensione – Forma e Sostanza

Il grande impatto della storia narrata è sicuramente dovuto alle magistrali prove attoriali. Un cast perfettamente in parte ed azzeccato, dalla protagonista all’ultima delle comparse, riesce infatti a veicolare la storia nel cuore dello spettatore. Sarà impossibile non affezionarsi ai personaggi e non entrare in sintonia con la loro emotività. In breve tempo le loro vittorie diverranno le nostre e le loro tragedie ci faranno soffrire. Nonostante i risvolti di trama siano a tratti scontati e prevedibili, la performance attoriale e una sceneggiatura di alto livello donano credibilità al tutto. Davvero brillante inoltre l’idea di girare e inserire nel film le sequenze stesse a cui i nostri personaggi stanno lavorando.

Questa solidità, ad eccezione di un montaggio a tratti troppo impreciso, è chiaramente riscontrabile sul piano tecnico. La ricostruzione di ambienti e costumi, soprattutto visto il budget di soli dieci milioni di sterline, è ben fatta e la fotografia e la regia fanno il loro dovere. Una gamma cromatica calda e lenti movimenti di macchina supportano quel costante senso di leggerezza donato dalla sceneggiatura. Il film risulta quindi ben gestito sul lato tecnico ma avrebbe giovato di una cifra stilistica unica e di voglia di osare. A ciò si aggiunge una colonna sonora nella media e incapace di distinguersi.

Al netto di ciò appare quindi chiaro come Lone Scherfig abbia voluto giocare sicura sulla forma per poter azzardare di più sulla sostanza. Il film riesce infatti ad arrivare al pubblico volenteroso di comprendere e regala qualche stoccata niente male alla società odierna. La lotta di Catrin è raccontata con saggezza e furbizia. La regista conosce il pubblico e lo porta lentamente dalla sua. Non lo affronta di petto ma gli fa capire con ironia e sagacia quale sia il vero valore dell’impresa della nostra protagonista e perchè sia fondamentale che si compia.

L’Ora più bella – Recensione – Sì, ne avevamo bisogno!

In conclusione si può affermare che sì, avevamo bisogno de L’Ora più bella. Il film tratta infatti con una mai scontata delicatezza una tematica quotidianamente discussa e spiega il perchè di certe lotte. La regista non vuole porsi con forza verso lo spettatore ma mostrarsi volenterosa ad aprire il dialogo anche con la testa più retrograda. La lotta per la parità di genere è una questione che dovrebbe interessare ciascuno di noi e farci riflettere sul fondamento di molte nostre azioni. Ed è proprio qua che arriva questa pellicola, far riflettere.

Da un lato l’incapacità di arrestare la voglia di vincere dei personaggi messi in scena, dall’altro piccole quanto pesanti azioni compiute dalla società maschilista degli anni quaranta. Ed è proprio nel mostrare con apparente leggerezza questo dualismo riscontrabile ancora ai tempi odierni il pregio maggiore del lavoro della Scherfig. Ha capito come parlare al pubblico arroccato sulle sue convinzioni e tra una battuta ed un’altra gli ha mostrato che prima o poi anche la pietra può erodersi. 

 

Studente di Giurisprudenza e appassionato di cinema, letteratura, videogiochi, fumetti e serie televisive. Le ore che non passa a studiare o interagire con gli altri esseri umani le passa ad approfondire nel modo più completo e approfondito le sue passioni. Il suo motto: “A ogni epoca la sua arte, all'arte la sua libertà”!