Life Is Strange 2 Episodio 3 Wastelands – Recensione – PC, PS4, Xbox One

Life Is Strange 2 Episodio 3 Wastelands – Recensione di Alessia Lara Padawan

Il terzo episodio di Life Is Strange 2, Wastelands, si svolge due mesi dopo gli ultimi eventi che hanno visto Sean Diaz ed il suo fratellino Daniel fuggire da Beaver Creek, in Oregon, a causa di un altro piano andato male. Ci sono molti eventi dal precedente capitolo da ricordare, ma il diario di Sean fa un buon lavoro nel riassumere la situazione. L’ultimo pensiero scritto da Sean recita “Non è facile” e non potrei essere più d’accordo.

 

Life Is Strange 2 – Wastelands – Dove eravamo rimasti

Il viaggio ha pesato molto sui due fratelli, ma si sono trovati un gruppo di amici e un campeggio di fortuna nella contea di Humboldt, in California, da chiamare casa. 

La loro situazione finanziaria sta anche migliorando grazie a un paio di lavori non propriamente legali che fanno in una fattoria di marjuana. Questi sono stati organizzati da Finn, un hippy girovago che hanno incontrato per la prima volta in Oregon e che ora lavora nella fattoria. Il ritmo della storia rallenta marcatamente nell’episodio 3 e mentre da un lato è coerente con la situazione, dall’altro significa che avere presentare una robusta interazione fra i personaggi e il loro sviluppo interiore è essenziale per intrattenere e non fare annoiare il giocatore. Fortunatamente con un campeggio pieno di personaggi coloriti, le interazioni disponibili e le storie da scoprire non mancano di certo .

Nel caso abbiate perso il filo degli eventi accaduti fino ad ora (sono passati quasi quattro mesi del mondo reale dall’ultimo episodio), l’episodio 3 inizia con un flashback precedente a quando i fratelli sono stati costretti a lasciare Seattle. Potrebbe sembrare un riassunto eccessivamente lungo, ma serve a ricordare non solo come era la vita prima che i fratelli fossero in fuga, ma è anche un promemoria sulle loro motivazioni e come e quanto siano cambiate le loro vite.

Ad esempio, c’è un flashback riguardante una conversazione tra Sean e suo padre Esteban, che chiede al figlio di aiutare a prendersi cura del suo fratellino. La discussione è compassionevole e rispettosa; Esteban dice a Sean di essere fiero di lui e gli chiede di andare a parlare con Daniel. 

Life Is Strange 2 – I ricordi sono solo lezioni per il futuro.

La reintroduzione di Esteban influenzerà le decisioni nel corso dell’intero episodio, durante il quale si cercherà di ricoprire il ruolo di fratello, figura paterna, amico e custode di Daniel e delle sue abilità soprannaturali. La consapevolezza che non c’è modo di essere tutte queste cose insieme è una realtà frustrante sia per il giocatore che per Sean, e questo aggiunge molta importanza e coinvolgimento al processo decisionale.

Come per il precedente episodio, il più grande punto di forza di Life Is Strange 2 è la cura che pone nella caratterizzazione e nella sceneggiatura. Un altro punto focale di questo episodio è Sean che scopre chi è, cosa pensa ed il suo confrontarsi con le prime esperienze sentimentali, mentre Daniel sente come se stesse perdendo suo fratello.

Ci sono quasi una dozzina di personaggi molto diversi con i quali interagire nell’episodio 3 ed i possibili rapporti con loro sono molto ben realizzati, mutevoli e vari. L’affinità del personaggio di Sean rende facile immergersi nei suoi panni quando si parla con gli altri personaggi.

L’ambiente è accuratamente reso fino nei dettagli più minuti e dipinge un quadro completo e chiaro di com’è la vita con la tua comunità di fortuna nella foresta della California. Puoi sentire le conversazioni mentre cammini per il campeggio, c’è un elenco di cose da fare inchiodato a un albero e ci sono sequoie giganti da ammirare in ogni direzione. Vi è una maggiore attenzione ai filmati contemplativi della serie impostati su una colonna sonora evocativa, che è alla base della vibrante atmosfera dell’episodio.

A parte un paio di scene, i momenti interattivi sono ridotti, sebbene tutto sia dettato da ragioni narrative. Momenti in cui si tagliano i germogli di marijuana, si schizza un disegno dei tuoi compagni, si cerca di rubare un camion… Tutte cose che occupano comunque solo una porzione di tempo contenuta rispetto alla durata totale del gioco. Fortunatamente è molto più interessante vedere le difficoltà di Daniel verso il dover maturare così in fretta e Sean, che cerca di decidere tra fare ciò che è giusto per suo fratello o ciò che è giusto per lui come un giovane adulto, che sta lentamente capendo chi vuole essere.

Nonostante la quantità di tempo che Sean e Daniel passano con altre persone, sono solo alcune le occasioni nelle quali Daniel usa i propri poteri, nonostante siano cresciuti in modo significativo. Mentre le sue abilità provocano alcune interessanti conversazioni ed eventualmente cambiano lo scorrere della trama, in gran parte passano in secondo piano rispetto al resto della narrazione, fino a quando non vengono utilizzate per provocare un’inevitabile sconvolgimento drammatico. Dal momento che sono stati usati in questo modo più volte nella storia fino ad ora, questi momenti cominciano a risultare prevedibili e sebbene le conseguenze siano interessanti, il fatto che ormai si riesca ad intravederle all’orizzonte leva loro una certa dose di impatto.

Nonostante le sue tematiche soprannaturali, Life Is Strange 2 offre quasi sempre una narrazione verosimile invece di una sensazionalistica. C’è qualcosa di molto più credibile riguardo a un adolescente che mormora scuse dopo la “prima volta” invece che ballare per strada con le note di “You Make My Dreams True”, ed è proprio in questi momenti che si consolida l’affinità del giocatore con Sean. A un certo punto, Finn dice a Sean: “I ricordi sono solo lezioni per il futuro”. Per una storia che permette così raramente ai suoi personaggi di fuggire indenni a prescindere da come tu scelga di agire, risulta un solido adagio. L’obiettivo di arrivare a Puerto Lobos sembra sempre più indistinto, data l’escalation dei poteri di Daniel e gli ostacoli che si frappongono sul cammino. Come si suol dire, il viaggio conta molto più della destinazione.

 

Alessia Lara Padawan – Romana, youtuber, nerd fino al midollo, adora film, serieTV, cartoni animati ed è malata da anni di una grave forma di dipendenza dai videogames. Il suo motto è: “Se credi anche lontanamente che ne valga la pena… allora GIOCALO!”