Black Paradox – Recensione – PC, PS4, Xbox One, Switch

Black Paradox – recensione di Valerio Vega

Fantastico Studio e Digerati Distribution ci hanno dato la possibilità di provare il loro Black Paradox e, sebbene all’inizio li abbiamo odiati per averlo fatto, adesso siamo pronti a rimangiarci ogni singola imprecazione! Ecco la nostra recensione completa di questo indiegame tutto italiano…

 

Black Paradox – Recensione – Cacciatori di taglie interstellari.

L’ultima fatica degli italiani di Fantastico Studio, che stiamo ancora seguendo per l’uscita di Landflix Odyssey (di cui però abbiamo un po’ perso le tracce), è questo Black Paradox! Uno sparatutto a scorrimento orizzontale oldschool che ci porterà a bordo di un’astronave molto simile alla DeLorean di Ritorno al Futuro!

Tutta l’esperienza ludica in realtà fonderà le sue basi su nitidi ricordi del passato, e spesso e volentieri, la larga fetta di utenza nata tra gli anni ’70 e ’80 proverà emozioni ad alto tasso di nostalgia.

Nel gioco saremo dei cacciatori di taglie ed avremo il compito di smantellare la temibile organizzazione criminale degli Hellraisers.

Saremo così a bordo della nostra navicella spaziale a sparare e distruggere tutto quello che ci si parerà di fronte, fino ad arrivare al cuore pulsante dell’organizzazione, ovvero ai sette boss di livello principali.

Lo stile retrò è percepibile anche nel grado di difficoltà, sicuramente superiore alla media e che potrebbe scoraggiare neofiti, membri della newgeneration e perditempo, ma ragazzi una cosa è certa, vi invitiamo a provare il gioco quel tanto in più che basta a farvi capire la sua essenza e la particolarità di alcune sue meccaniche, perchè potrebbe trasformarsi in una droga per voi.

Black Paradox – Recensione – Tanti nemici, tanti problemi, ma tanto onore!

Il gioco è affrontabile sia in single player che in coop locale, e per molto tempo non desidererete altro che invitare qualcuno a casa, con cui condividere le morti in game!

Oltre alla possibilità di condividere l’esperienza di gioco, a variegare la natura da shooter classico del gioco vi saranno delle meccaniche roguelite, che modernizzano il tutto quel tanto che basta per non renderlo solo un clone più stiloso di RType e soci.

La nostra Star Phoenix, ovvero l’automobile voltante simile alla DeLorean nominata poco fa, avrà la possibilità di usare un’arma base e una secondaria, che sarà possibile alternare in ogni momento durante i livelli di gioco. Avremo una barra della salute esigua ed una barra speciale che, caricata a dovere tramite l’eliminazione dei nemici, ci metterà a disposizione un’arma extra molto potente.

Tra le armi base abbiamo una buona varietà di possibilità, con spari semplici, spari rapidi, lanciamissili, lanciafiamme, eliche rotanti e tanto altro, e questo significa anche personalizzazione nell’approccio ai nemici.

L’empatia che svilupperete verso le armi sarà immediata e subito riconoscerete quella più congeniale al vostro stile di gioco, ma ovviamente questo non sarà un bene, perchè solo il fattore C determina quali armi riceverete durante la partita e quindi spesso e volentieri smadonnerete per non avere la possibilità di utilizzare la vostra preferita.

Buona anche la varietà dei nemici, sia come stili scenografici che come stili di attacco, con una diversificazione ed una evoluzione degli stessi livello dopo livello. Essi ci spareranno all’impazzata facendoci spesso trovare in un bel mare di guai, e per guai intendiamo proiettili vaganti, ma non è forse questa l’essenza degli sparatuttto?

Black Paradox – Recensione – Life is beautiful…

Sebbene lo schema dei livelli di Balck Paradox sia quello classico; con una fase iniziale di raccolta risorse e collezionamento dell’arma secondaria, una fase centrale con le ondate di nemici ed una fase finale con la Boss Fight di fine livello, avremo la famosa vena roguelite in alcune meccaniche fondamentali.

In primis la gestione procedurale dei nemici, che saranno generati casualmente ed ogni volta in modo diverso, senza mai darci la frustrazione di ripetere livelli sempre uguali (c’è da dire che alcune formazioni di nemici appaiono ripetute nel tempo, ma d’altronde non si poteva pretendere una casualità a 360°) senza rinunciare alle formazioni di elementi nemici.

Avremo poi la permadeath, che seppur punitiva ha un senso, se incastonata nelle meccaniche di sviluppo della nostra automobile.

Ad ogni morte si ricomincerà tutto da capo infatti, ma un sistema di potenziamenti e ricompense rende tutto non frustrante ed anzi stimolante per riuscire a farcela in una successiva run.

Guadagneremo in game dei crediti e questi crediti saranno spendibili per l’acquisti di chip di potenziamento che daranno un bonus, in salute, attacco, velocità di fuoco ecc.ecc. alla nostra navicella.

Tali chip saranno utilizzabili in un numero massimo di 4, prima di ogni run e il loro utilizzo ci permetterà di dosare le statistiche in base a ciò che sarà più utile o vicino al nostro stile di gioco.

Insomma, morire fa male, ma serve per crescere e crescere serve per spaccarculi, ed è bello spaccare culi.

Black Paradox –  Recensione – Non solo Bruce Springsteen è il boss!

Altro fulcro di questa produzione sono le boss fight! Belle e divertenti, ma soprattutto belle ostiche!

Se non avete amici a casa che vi possono aiutare a buttare giù i  boss di fine livello, beh allora ricordatevi sempre della vostra arma speciale di cui vi abbiamo parlato in precedenza.

Essa potrà essere utilizzata durante il livello (anche non necessariamente con il boss) per creare una seconda automobile volante identica a quella in nostro possesso, che ci aiuterà a devastare la qualunque, comportandosi come l’amico che non abbiamo a portata di mano… Il suo nome è Black Paradox (da qui il titolo dell’opera).

Se tutto andrà per il verso giusto potremo scegliere subito dopo la boss battle un potenziamento per il livello successivo, tra i quali spicca anche quello di un drone che ci affiancherà in battaglia.

Insomma, una buona dose di variabili che svecchiano e non poco un sistema di gioco spesso ancorato su pilastri arcaici, nati in sala giochi con capolavori intramontabili che non stiamo nemmeno a nominare.

Black Paradox – Recensione – L’occhio attento che vuole la sua parte…

Oramai di giochi in pixel art ne è pieno il mondo, ma guai a pensare che sia sempre la solita solfa. 

C’è possibilità di creare pasticci enormi in pixel art, generando giochi con scelte cromatiche imbarazzanti o non dosando bene il numero e la grandezza dei pixel e le relative animazioni, e allo stesso modo c’è la possibilità di creare piccoli capolavori stilistici e questo Black Paradox riesce nella seconda delle affermazioni.

I ragazzi di Fantastico Studio sono riusciti a creare qualcosa di bello, visivamente piacevole, cromaticamente equilibrato e ben animato. 

Se ci affianchiamo una colonna sonora tutta generata con il synth, ma non ripetitiva e anzi ben appiccicata all’opera, capirete bene che, al prezzo proposto questo gioco va provato, almeno dagli amanti del retrogaming e da una determinata generazione di persone.

Se si accetterà la difficoltà, o forse è meglio dire se la si comprenderà e se si starà alle regole del gioco, non si potrà non cadere in un vortice di “ne faccio un’altra e poi stacco”.

Aggiungeteci anche un Platino davvero ostico da ottenere (abbiamo testato la versione PS4 e siamo sicuri che non è un lavoro da tutti platinare sto gioco), e allora c’è ben poco da fare.

Ci sentiamo di premiare il lavoro di Fantastico Studio e vi invitiamo a tuffarvi in questa avventura…

…ora scusate ma devo rifare un’altra partita. Poi stacco, promesso.

 

Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”
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