Tales of the Neon Sea – Recensione – PC

Tales of The Neon Sea – recensione di Valentina “AkemiMas” Malara

Il panorama indipendente è ricco di falsi “idoli” ma, allo stesso tempo, di perle capaci di risplendere in un mercato videoludico assai competitivo e spietato. Tales of the Neon Sea rientra proprio in quest’ultimo gruppo, presentandosi sotto un’ottima forma e mostrando fin da subito la sua indiscussa qualità: sviluppato da Palm Pioneer, software house cinese, e distribuito da Zodiac Interactive, il titolo è stato rilascio il 30 Aprile 2019 su Steam e noi ci abbiamo subito messe le zampe sopra!

 

Tales of the Neon Sea – Lo sguardo del sospetto.

Anno 2057: i robot, sfruttati per lavori pericolosi e faticosi, prendono coscienza della propria situazione e si ribellano agli esseri umani che, dal canto loro, reagiscono con violenza scatenando una vera e propria guerra. Il conflitto dura per diverso tempo, senza che nessuno prevalesse, costringendo le parti a chiamare un “cessate il fuoco” e condurre una guerra silenziosa, fatta di pregiudizi e sguardi cupi.

Mist, abitante di una delle parti più oscure della città, è un robot il cui corpo è stato largamente danneggiato, che ha come unici amici un insistente gatto nero e un robottino tuttofare: quest’ultimo presenterà dei problemi costruttivi abbastanza gravi che costringeranno il nostro protagonista ad accettare un’indagine su un oscuro caso per poter comprare i pezzi necessari a ripararlo. Da qui inizia la narrativa di Tales of the Neon Sea, scritta egregiamente e capace di offrire numerosi spunti.

I personaggi mostrano uno spessore non indifferente, nonostante lo stereotipo che spesso li contraddistingue, e risultano piacevoli da ascoltare nelle lunghe conversazioni che il gioco ci offrirà. Si tenga presente che quanto mostrato nel corso delle ore di gioco è comunque largamente ispirato ad altri prodotti, decisamente più famosi, del genere cyberpunk, ma Tales of the Neon Sea fa comunque un buon lavoro tenendoci incollati allo schermo dall’inizio alla fine.

Tales of the Neon Sea – Investighiamoci su!

Il titolo si presenta come un’avventura grafica in due dimensioni a scorrimento laterale, facendo sorridere gli estimatori di un genere in voga principalmente negli 80-90 e ripreso solo recentemente dall’industria moderna.

La componente “enigmatica” del titolo si fa subito sentire, con rompicapi di vario genere presenti fin dal prologo: la loro difficoltà è direttamente proporzionale all’attenzione del giocatore e spesso e volentieri basterà osservare bene l’ambiente o fare attenzione a dei termini usati dal protagonista nella descrizione di un oggetto per fare 2 + 2 e arrivare alla soluzione del problema! Il gioco non risulta mai frustrante quindi, presentandosi alla portata anche dei meno avvezzi al genere.

Un diario verrà aggiornato durante il corso dell’avventura, registrando prove, documenti, personaggi, testimonianze e oggetti e luoghi di interesse; il tutto verrà appositamente diviso in sezioni ordinate per “rilevanza”, così che il giocatore non possa perdersi tra un input e l’altro.

Le fasi collegate a William, il nostro gattino nero, sono più platformiche e meno ragionate: velocità e facili deduzioni logiche saranno ciò che serve per incedere nelle sue sezioni, senza complicazioni di sorta.

La formula di gameplay generale si presenta quindi come molto classica ma sapientemente dosata, capace di non annoiare mai e tenere sempre l’attenzione alta, pur senza ostacolarci in modo particolare.

Tales of the Neon Sea – Un mondo di neon.

Esteticamente il titolo è estremamente noir: sfrutta una palette di colori che spaziano dal fucsia al verde fluo, passando per blu e neri che danno sostanza all’ambientazione notturna predominante.

La pixel art è piacevole, curata e mai resa “grezza” da pixel troppo grossi o invasivi; tecnicamente il gioco è ineccepibile, la resa “leggera” di ogni elemento aiuta senz’altro a non appesantire i caricamenti e le transizioni tra una sezione e l’altra, lasciando all’esperienza una fluidità necessaria per il genere di appartenenza.

La colonna sonora è estremamente azzeccata, brani blues e jazz accompagnano sapientemente il giocatore nei vari livelli e canticchiarli sarà quasi consequenziale. Per ciò che riguarda la localizzazione, ahimè non è presente quella italiana e la lingua più comprensibile tra quelle disponibili è sicuramente l’inglese, di livello non troppo alto in ogni caso.

Tales of the Neon Sea – Recensione – Forse un po’ troppo facile.

La durata complessiva dell’esperienza si attesta sulle 6 ore procedendo a passo spedito e senza impuntarsi troppo sugli enigmi; il gioco non offre una sfida consistente, per cui non sarà estremamente complicato portarlo a termine e questo, visto il genere, è un concetto ambivalente: se da un lato l’avventura si offre anche ad un pubblico novizio e quindi ci sentiamo di apprezzare questa facilità generale, dall’altro le avventure grafiche sono per antonomasia esperienze che spingono al ragionamento e che devono impegnare il giocatore… Impegno che, in questo caso, manca.

E’ possibile trovare il gioco su Steam a QUESTO LINK, ad un prezzo congruo rispetto all’offerta.

 

Amante di videogiochi e libri fin dalla nascita, ha poi sviluppato una grande passione per tutto ciò che è nerd. Originaria della terra del bergamotto e del piccante, vanta radici nordiche niente male e ha una passione irrefrenabile per il mondo animale. Logorroica e amante delle discussioni costruttive, datele un argomento di conversazione a vostro rischio e pericolo!
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