God’s Trigger – recensione di Pietro “OnlyApples” La Selva
Il dito scorre veloce sul grilletto in God’s Trigger, twin-stick shooter isometrico dei ragazzi polacchi di One More Level, ispirato ai due Hotline Miami (che hanno ormai qualche anno alle spalle), ma allo stesso tempo condito da diverse novità, tra le quali spiccano l’aggiunta di meccaniche RPG ed un level design ambizioso. Ecco la nostra recensione!
God’s Trigger – Hell on Earth
L’apocalisse è stata scatenata sulla Terra, i quattro sigilli sono stati rotti liberando i Cavalieri dell’Apocalisse ed il responsabile di tutto ciò è sconosciuto. Harry, un sottoposto della fazione Angelica, viene mandato sul piano dei mortali per indagare sulla situazione e dovrà presto unire le forze con Judy, una donna dalle origini demoniache con cui sarà costretto ad avviare una collaborazione situazionale ma efficace.
I due si mettono presto sulle tracce dei Cavalieri, pronti ad iniziare un bagno di sangue privo di troppi giri di parole sia dei Quattro che dei loro scagnozzi. La narrativa si evolve, da questo punto in poi, in modo piuttosto lineare, con pochi colpi di scena e dialoghi più scanzonati che profondi, che ben caratterizzano le personalità sbruffone dei due protagonisti e dei Cavalieri.
Le cutscene sono infatti un susseguirsi di semplici slide dallo stile fumettoso accompagnate da dialoghi, che si presenteranno tra un capitolo e l’altro.
Ogni capitolo (in tutto 5) ha presente al suo interno un numero che va dai 5 ai 6 livelli circa, mostrando perciò il fianco ad una longevità non eccellente, a meno di non avere un amico con cui affrontare la campagna co-op, che allungherà la vostra esperienza ludica di qualche ora.
5 capitoli per 4 Cavalieri ed un boss finale quindi, di cui ovviamente non vi anticipiamo nulla. 5 capitoli che ci faranno totalmente immergere nell’ambientazione particolare del titolo, raramente ripresa nel mondo videoludico, forse per questione di sensibilità del pubblico nei confronti di videogiochi che riprendono tematiche vicine alla religione e dall’alto tasso di violenza.
God’s Trigger – Heaven and Hell
L’ambientazione fantasy a tinte bibliche spicca sin dalle fasi iniziali del gioco; verremo infatti subito catapultati in un tutorial brutale in cui farci strada smembrando umanoidi angelici di vario genere, e che fungerà anche da flash-forward narrativo.
All’interno di questa breve sezione impareremo le meccaniche base ed i comandi del gioco, a dirla tutta un po’ più complessi della media di altri twin-stick shooter.
Il movimento del personaggio è di per sè molto classico, con l’analogico sinistro che ci permetterà di muovere il protagonista molto velocemente all’interno della mappa e l’analogico destro con cui guidare la visuale attorno ad esso. A nostra disposizione avremo un’arma corpo a corpo di base, che non potremo cambiare durante il gioco, ed un’altra a distanza (armi da fuoco e da lancio) che dovremo invece raccogliere dai cadaveri dei nostri nemici, da usare rispettivamente attraverso i due grilletti del pad di nostra scelta. Un pulsante è stato poi dedicato alle uccisioni stealth ed un altro all’uso dei poteri speciali dei due personaggi.
Ebbene sì, avete letto bene, i personaggi, al plurale. Durante la campagna potremo infatti switchare il personaggio da noi comandato, senza interruzioni, tra Harry e Judy, i due protagonisti, ognuno con le sue armi ed abilità.
Non vi è un vero personaggio migliore dell’altro tra i due, tutto varia in base all’approccio del singolo giocatore, ed all’interno della storia saremo costretti a switchare tra i due per la risoluzione di alcuni enigmi o se vorrete attuare delle strategie particolari.
Harry è più adatto per i giocatori con un approccio che vira sul corpo a corpo e sullo stealth. La sua spada angelica non vanta una gittata estremamente ampia, ma è veloce e letale. Vanta poteri come l’invisibilità e lo slow-motion.
Judy, al contrario, è perfetta per i giocatori più strategici, che attaccano dalla distanza supportandosi con le armi da fuoco. La sua catena è lenta e richiede un’altissima precisione, ma può arrivare ad avere una gittata incredibile grazie ai vari upgrade. Inoltre i suoi poteri sono più strategici, come quelli di impossessarsi della mente di un nemico per sparare ai suoi alleati per un breve periodo di tempo.
Il gameplay è classicamente frenetico, tipico del genere, un vero e proprio inferno di sangue e pallottole, in cui bisognerà utilizzare tutta la propria memoria muscolare ed anche un bel po’ di pazienza, per superare i punti più ostici e pieni di nemici.
Un’altra brillante aggiunta al gameplay è la possibilità di effettuare una schivata veloce, che non ci renderà intargettabili, ma che si rivelerà presto efficace per muoversi da una copertura all’altra, o per uccidere l’ultimo gruppetto di nemici rimasto in una schermata, senza neanche fargli rendere conto di cosa li ha colpiti.
Ogni uccisione, che sia con l’arma corpo a corpo o con quella da fuoco, ci permetterà inoltre di riempire la barra delle abilità attraverso la quale utilizzare i poteri dei due personaggi, per un totale di 5 poteri ciascuno, anch’essi interscambiabili durante il gioco. Le uccisioni stealth la riempiranno il doppio più velocemente, oltre a far salire il punteggio totale e a farci guadagnare più punti esperienza.
Qualsiasi sia il vostro approccio di riferimento o personaggio preferito, sarà un bagno di sangue, e non solo quello dei nostri avversari. La loro IA è buona ed aggressiva, così come la loro varietà in fatto di equipaggiamento, e la schermata di game over sarà una presenza piuttosto frequente. Il loro livello di allerta è percepibile dal contorno della loro sagoma: giallo per un nemico allertato, rosso per uno che ci ha individuati. La loro mira è quasi letale: nonostante ci mettano forse quasi un secondo, dopo averci visti, a premere il grilletto, permettergli di fare fuoco è quasi sempre una condanna a morte, soprattutto considerando che il nostro personaggio morirà in un colpo.
I poteri, per quanto un’ottima idea sulla carta, si rivelano troppo spesso essere abbastanza inutili, anche se livellati al massimo. E’ indubbio che con essi si possano mettere in pratica delle combo o kill multiple efficaci e spettacolari, ottime per chi cercherà di ottenere il voto massimo in ogni livello o per gli speedrunner, ma all’atto pratico sono raramente una necessità per procedere nel gioco.
God’s Trigger – Lev-Hell design!
Tralasciando i poteri, le altre idee che God’s Trigger intavola per dare una ventata d’aria fresca al genere sono tutte apprezzabilissime.
Come già detto in precedenza, l’arma standard, i poteri e le abilità passive dei due personaggi possono essere potenziati livellando. Ogni uccisione ci darà dei punti esperienza, che andranno a moltiplicarsi mettendo a segno il maggior numero di combo ed uccisioni multiple possibile.
E’ bene che sappiate in anticipo che i punti esperienza non si dividono in modo equo tra i due, e che utilizzando principalmente uno dei due personaggi, l’altro risulterà man mano sempre più sottolivellato e la vostra voglia di usarlo verrà sempre meno. Una volta puntualizzato ciò, è anche bene sapere che è possibilissimo finire il gioco maxando un personaggio e lasciando l’altro a livello 1.
Più alto sarà il livello del personaggio, più potenziamenti saranno disponibili per esso. Nella schermata degli upgrade dovremo effettuare delle scelte, come ad esempio favorire la velocità d’attacco al suo range, ma queste scelte potranno essere cambiate nella schermata d’inizio di ogni livello, il che rende questa lieve influenza RPG dinamica ed accessibile ed aperta alla varietà ed alla sperimentazione.
Ottima anche la distruttibilità degli ambienti: oltre a muri danneggiati e pareti di compensato da distruggere per facilitarci la vita o per ottenere un effetto sorpresa sugli avversari, anche oggetti dello scenario all’apparenza inutili come casse e barili nasconderanno al loro interno munizioni, medikit, ecc. Inoltre verrà premiato il giocatore con un alto spirito esplorativo, che troverà bauli segreti con all’interno punti esperienza bonus, armi speciali ed abilità passive uniche.
L’impegno del team di One More Level nel rendere la campagna principale varia e divertente è notevolissimo: i piccoli enigmi, le fasi a tempo ed i livelli dalle meccaniche uniche sono tutti sintomi di una cura risposta dal team non così scontata, ben calcolata e che non rallenta un ritmo di gioco sempre ad alto tasso d’azione, frenesia e violenza.
Le boss-fight sono riuscite, ma non lasceranno un segno indelebile nella vostra mente. Ricordano in parte quelle di Furi, ma sono lontane anni luce dalla loro originalità e cura, sebbene Furi sia un titolo totalmente basato su di esse.
God’s Trigger – E(art)h attack!
Se scegli di fare un gioco twin-stick shooter isometrico, ambientandolo in un setting così particolare e ricercato e con un gameplay frenetico e violento, lo devi fare con stile. E i ragazzi di One More Level non hanno deluso nemmeno da questo punto di vista.
Abbiamo già detto che a livello narrativo il gioco non è esattamente spaccamascella, ma il suo livello artistico è di estremo valore. Il cell-shading è usato in modo eccellente, e data la scelta stilistica era difficile rendere il gioco graficamente non confusionario, data la presenza di molti oggetti piccoli dai bordi marcati. Beh, ci sono riusciti. Magari non alla perfezione (a volte è difficile distinguere i muri rompibili dagli altri, ad esempio), ma ci sono riusciti.
Le animazioni, i proiettili, le fasi in slow-motion, la varietà dei nemici. La qualità dell’azione impacchettata all’interno del titolo è davvero alta, l’elevato tasso di pulp è percepibile in ogni livello ed il sangue scorre a fiumi.
La colonna sonora è l’unica parte leggermente deludente del comparto artistico. Prende a piene mani dagli altri titoli appartenenti al genere, al contempo non aggiungendo nulla di nuovo e non piazzandosi tra le migliori colonne sonore di stampo retrowave (e che nel menù principale presenta della musica country senza nessuna reale ragione).
Trovate il gioco in versione PC, PS4 ed Xbox One!
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