One Piece World Seeker – Recensione – PC, XBOX ONE, PS4

One Piece World Seeker – recensione di Andrea “Kobla” Panicali

Atteso da tempo con aspettative elevate, presentato come un AAA, l’open world sul famoso mondo dei pirati, tratto dal genio di Eiichiro Oda, sarà riuscito One Piece World Seeker ad accontentare le aspettative o sarà stato una delusione? Leggete la nostra recensione. 

Vedendo la intro cinematica di One Piece World Seeker viene da pensare ad un titolo pieno di azione, capace di incollare il giocatore alla sedia minuto dopo minuto. Il famoso pirata Monkey D. Rufy, comunemente chiamato Cappello di Paglia, è inseguito dalla Marina per le vie di una cittadina piena di vita, quando poi è costretto ad affrontare avversari robotici, dando vita ad un combattimento mozzafiato.

Indubbiamente le intenzioni di Ganbarion, software house dietro questo titolo, erano quelle di ricreare un gioco che fosse capace di far provare al giocatore emozioni forti, la stessa cosa si percepisce anche nel video introduttivo alla campagna, quando Rufy viene scagliato dalla Prigione Celeste verso l’Isola Carceraria dopo un combattimento contro Isaac, direttore della prigione.

Lo schianto al suolo di Rufy può essere, metaforicamente, considerato come lo schianto stesso del gioco, il quale porta il giocatore in un prodotto diametralmente opposto rispetto a quanto fatto vedere tempo addietro e nelle stesse cinematiche.

One Piece World Seeker – Che storia ragazzi!

One Piece World Seeker si pone come un filler, un titolo totalmente al di fuori della continuità proposta dalla serie, con una trama che ha un inizio ed una fine nel gioco stesso il quale sembra essere veramente promettente, con Rufy condotto, in manette, al cospetto di Isaac, il direttore della Prigione Celeste, mentre i suoi compagni sono intenti a svaligiare la tesoreria della stessa.

Ben presto si scoprirà che Cappello di Paglia si è fatto catturare appositamente per distogliere l’attenzione della Marina, ingaggiando un breve scontro con lo steso Direttore, che lo scaglierà giù dalla prigione. Il tutto è ovviamente una trappola orchestrata dalla mente geniale di Isaac e tutta la ciurma si troverà, ad inizio gioco, sparpagliata in giro per l’Isola Carceraria, senza la possibilità di andare via.

Questa è sotto il controllo della Marina da dodici anni, trasformandola in prigione e sito di scavo di un potente minerale, che ha un potenziale pari a quello delle Armi Ancestrali.

Una volta a terra, Rufy, farà la conoscenza di Jeanne, la sorella di Isaac, la quale è a capo di una fazione ribelle anti-Marina. L’obiettivo di Rufy e di tutta la sua ciurma? Aiutare Jeanne a riportare l’ordine sull’isola, ormai sull’orlo di una guerra civile, e capire esattamente cosa stia orchestrando la Marina.

La trama sembra dare un ottimo spunto, se non fosse che è piena di sali-scendi emotivi. Non c’è una profondità di lore vista con il manga di Eiichiro Oda; gli stessi abitanti dell’isola non sembrano avere una caratterizzazione tale da rimanere incisa nel cuore come invece avviene durante le avventure su carta di Rufy.

Il tutto, poi, è eccessivamente Jeanne-centrico, come se fosse lei la protagonista assoluta, nonostante non possa essere interpretabile dal giocatore. È presente in ogni dialogo, in ogni cutscene, in ogni dove; quasi fosse una stalker.

Di conseguenza, la storia verterà molto sulle vicende familiari di Isaac e della sorella, le motivazioni per cui si trovano così divisi, la reale volontà del Direttore.

Caratterialmente, sembra essere meglio costruito Isaac piuttosto che Jeanne, il quale, purtroppo, ha “poca” presenza all’interno del titolo. Insomma, One Piece World Seeker parte in quarta, con tutte le premesse per poter essere considerato un filler estremamente positivo, quando invece passerà in sordina, assolutamente dimenticabile.

One Piece World Seeker – Riunione di condominio?

Per aggiungere del sale ad una storia che si presenta piuttosto piatta, Ganbarion ha ben pensato di portare sull’Isola tutti i personaggi celebri della Marina e non solo, complici inconsapevoli di un inganno molto più grande, il quale può essere scoperto sin dall’inizio senza troppe difficoltà.

Tutti questi andranno a comporre il Sistema Karma, un elenco con la percentuale di soddisfazione che un determinato personaggio ha nei confronti dell’atteggiamento di Rufy sull’isola.

Interessante, ma non aggiunge nulla che faccia balzare dalla sedia, se non qualche scenetta di intermezzo e costumi, equipaggiabili dalla nave una volta ritrovati tutti i compagni di ciurma.

Completare al 100% tutte le richieste dei personaggi non richiede tantissimo tempo, ma risulta essere decisamente frustrante e ripetitivo. Le missioni non variano, e si tratterà di fare sempre le stesse cose: trovare oggetti, trovare persone e qualche componente stealth di cui si poteva tranquillamente fare a meno.

La durata del titolo stesso, completandolo in tutto e per tutto, non supererà comunque le 20 ore, un po’ poche visto il costo.

One Piece World Seeker – Frustrazione ed assenze

Se dal punto di vista di trama non ha un carattere forte, dal punto di vista tecnico ha punti forti, ed altrettanti deboli.

L’impatto visivo è decisamente notevole, complice anche il motore grafico Unreal Engine 4, capace di dare ad ogni combattimento ed all’esplorazione dell’Isola Carceraria stessa, una sensazione veramente positiva.

Peccato però che l’open world non sia strutturato come ci si sarebbe aspettato.

L’esplorazione infatti non è stimolata da nulla, le missioni secondarie sono ripetitive così come, alla fine, anche le principali; l’assenza di vita si fa sentire, molto. Gli NPC sono sporadici, disegnati non alla perfezione e ripetitivi, a dispetto della mole di case.

Come se l’isola stessa fosse deserta. Non sono presenti nemmeno animali o mostri. Una grande pecca che fa usare al giocatore, più e più volte, il viaggio rapido, piuttosto che perdersi nell’esplorazione. Però, in questa, è possibile sfruttare quasi appieno l’agilità di Rufy, utilizzando le braccia come se fossero le ragnatele di Spider-Man o le gambe come pale di un elicottero; peccato però che l’elevata mobilità di Cappello di Paglia si incagli in alcune scelte di level design piuttosto discutibili.

È possibile arrampicarsi solo su palazzi o su alberi, mentre le rocce, grande presenza in tutta la mappa, sembrano essere ostacoli insormontabili, seppur risultino essere alte solo pochi metri, facilmente scalabili da un personaggio con le abilità di Rufy. Una scelta che ha fatto storcere il naso.

One Piece World Seeker – Nani?

I combattimenti, infine, non sono nulla di eccezionale, se si considera anche che i nemici non possono essere colpiti mentre sono a terra o in aria, nemmeno per i primi secondi dopo essersi rialzati.

Due sono gli stili disponibili per Rufy: uno in modalità armatura, lento ma capace di pararsi e dare colpi ben assestati; ed uno in modalità percezione, veloce e con la possibilità di schivare per poter aggirare agevolmente gli avversari. Ne è presente anche un terzo: il Gear Fourth, che potenzia notevolmente gli attacchi, ma con una durata limitata.

Le animazioni risulteranno sempre le stesse, così come le combo, relegate ad un solo tasto.

È possibile aggiungere delle mosse speciali tramite un ramo delle abilità, ma non è risultato difficile giungere alla fine della campagna con tutte le abilità attive e passive sbloccate, perchè la quantità di punti abilità rilasciate durante gli scontri e le missioni sono veramente alte.

Se si volesse riporre speranza nei combattimenti contro i boss, c’è il rischio di restare delusi; anche questi sono privi di smalto, di carattere, relegati al semplice “schiva e colpisci”.

La componente GDR, infine, non è presente solo nell’albero delle abilità, ma anche nella possibilità di equipaggiare Rufy di oggetti capaci di aumentare le statistiche; questi è possibile craftarli alla nave, grazie a Frankie ed Usop, con l’uso di materiali trovati durante l’esplorazione, ma onestamente, in tutto l’arco del gioco, non si è MAI sentita la necessità di equipaggiare un oggetto che potesse dare vantaggi.

La difficoltà, infatti, è decisamente bassa, con un impennata repentina in un determinato punto, per poi tornare su dei livelli “scarni”.

Il boss finale, infatti, più che un combattimento, sembra essere un quick time event.

Sempre verso la parte finale del gioco, altra nota negativa, non sarà più possibile utilizzare il viaggio rapido, vedendosi costretti a fare una missione, secondo noi totalmente inutile che spezza il ritmo, lungo tutta l’isola, perdendo almeno 40 minuti. Una scelta piuttosto strana.

Nonostante tutto, la trama, ha un picco verso gli ultimi 3 dei 17 capitoli presenti, trasportando il giocatore in un vero e proprio vortice pieno di cutscene (Fino ad allora praticamente assenti) e colpi di scena piuttosto interessanti.

Se il ritmo fosse stato lo stesso per tutto l’arco narrativo con, più o meno, modalità simili, One Piece World Seeker sarebbe stato un titolo godibile appieno. Invece la noia colpisce dopo le prime due ore, lasciando il giocatore con la sola speranza che il gioco possa via via migliorare… Cosa che non avviene mai del tutto.

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Proveniente dalle onde marittime di Roma, o meglio Ostia, è un grande appassionato di videogiochi, serie tv, film e libri thriller. Cresciuto a suon di pizza, pasta e videogiochi, si è guadagnato il rispetto tra i più famelici mangiatori d'Italia.
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