Stories: The Path of Destinies – Recensione – Xbox One

Stories: The Path of Destinies – recensione di Andrea “Kobla” Panicali

Il famoso action RPG targato Spearhead Games è sbarcato, finalmente, anche su Xbox One. Lo abbiamo provato, abbiamo scoperto i vari destini e le varie storie, sviscerandolo fino in fondo ed ora è tempo di tirare le somme.

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È realmente possibile vedere tutte le sfumature delle nostre decisioni? È realmente possibile capire le conseguenze di ogni azione compiuta nell’arco della nostra vita? La domanda è, ovviamente, negativa, ma i ragazzi di Spearhead Games, nel lontano 2016, fecero uscire Stories: The Path of Destinies, un action RPG dove ogni singola scelta ed ogni azione si sarebbe ripercossa sul gameplay, con la possibilità di rivivere più volte la stessa esperienza per poter capire a fondo quale sia il messaggio. Quest’oggi parleremo del titolo, finalmente uscito anche sulla console di casa Microsoft.

Stories: The Path of Destinies, da ora in poi abbreviato in Stories, è un action RPG con visuale isometrica che segue le vicende di Reynardo, una volpe ormai stufa delle scorribande e dedito a trovare la retta via.

All’inizio del gioco, il giocatore, si troverà ad impersonare l’astuta volpe la quale si troverà in mezzo ad un conflitto tra le truppe dell’imperatore ranocchio Isengrim III ed i ribelli. Durante questa battaglia entra in possesso di un libro che sarà “fedele” compagno di tutta l’avventura. Da quel momento in poi si aprirà una vastissima ragnatela di scelte.

Stories: The Path of Destinies – La via giusta non sempre è la più difficile, o la più facile.

Tutte le scelte che il giocatore prenderà saranno importantissime, e segneranno il destino di Reynardo e dei suoi stessi amici, oltre che del mondo.

C’è un motivo per cui quel libro è finito tra le zampe di Reynardo, e sta al giocatore capire cosa deve esattamente fare e perchè. Ogni scelta conduce il protagonista verso sentieri diversi, dapprima a salvare l’amico Lapino, poi a seguire l’amata figlia dell’imperatore, Zenobia, un’altra volta ancora impadronirsi della temibile Squartacieli, arma in grado di annientare l’imperatore e tutto il suo esercito.

Ogni volta, però, le scelte conducono il mondo verso la distruzione od alla morte del protagonista, ed è lì che le pagine del libro tornano all’inizio, permettendo a Reynardo ed al giocatore di percorrere sentieri diversi per poter porre fine alla guerra senza ulteriori spargimenti di sangue. Lo sviluppo psicologico del protagonista è sorprendente, soprattutto quando comincia a capire realmente le motivazioni per cui torna sempre indietro nel tempo ed è costretto a ripercorrere determinati passi.

Stories: The Path of Destinies – Una ragnatela d’indizi.

Quattro sono i filoni principali, come quattro sono le spade a disposizione di Reynardo, i quali si dividono in un totale di 24 verità, 24 finali, ma solo uno è quello giusto.

L’intreccio, arrivati ad un certo punto del gioco, sarà necessario, e si prenderà coscienza di quanto imparato dalle storie precedenti, dai tradimenti, dall’amore, dall’amicizia, dalla conoscenza, dal potere. Questo è il punto forte di Stories.

Una narrativa capace di tenere il giocatore incollato davanti allo schermo, capire se la strada presa sia quella giusta, ragionare su quella successiva, affezionarsi a determinati personaggi e vederli cadere per un nostro errore e poi… Ricominciare da capo per rimediare.

Spearhead Games è stata capace di creare un titolo che, seppur non faccia della tecnica il suo punto di forza, appassiona il giocatore, minuto per minuto, dialogo per dialogo. Questi, tra l’altro, gestiti da un narratore, così come tutta la narrazione del gioco, come se fosse una fiaba, ponendo Stories su un piano ancora più “magico”.

Un ritmo che diventa sempre più incalzante, sempre più vorticoso, sempre più interessante e sempre più complesso e forse, proprio per questo, gli sviluppatori hanno deciso di focalizzarsi su pochi personaggi, piuttosto che ampliare inutilmente una già tanto vasta narrativa.

Stories: The Path of Destinies – Torno sui miei passi, più forte di prima.

Il backtracking è, ovviamente, onnipresente in questo titolo, ma è molto bilanciato, in quanto determinate strade è possibile prenderle solo ed esclusivamente all’ottenimento di un determinato equipaggiamento o di una determinata conoscenza.

Ciò evita che il gameplay risulti ripetitivo e noioso, offrendo spunti di dialogo sempre diversi e level design ben strutturati.

Anche il narratore, in questo caso, farà il suo dovere, offrendo battute ironiche nel caso in cui si dovesse ripercorrere una strada già battuta in precedenza.

Come detto precedentemente, esistono quattro spade, ottenibili durante la scoperta dei vari finali e l’ottenimento di risorse tramite dei forzieri posti sulla mappa di gioco. Ogni spada possiede una determinata caratteristica in grado di attaccare al meglio un diverso tipo di bersaglio; anche questa è stata una scelta per rendere il titolo via via sempre più complesso e non ripetitivo.

Capiterà infatti di ripercorrere una determinata stanza, ma a dispetto dell’avventura precedente, si troveranno nemici più forti, sarà quindi necessario un altro approccio ed un’altra spada.

Anche il combat system è fatto bene, non mettendo in crisi il giocatore, ma risultando a volte troppo facilitato, probabilmente per scelte di narrativa, facendo concentrare il giocatore più sulla trama che su altro.

Stories: The Path of Destinies – Tecnica di combattimento.

La componente RPG c’è, ma non è troppo invasiva, combattendo si acquisisce esperienza, si trovano materiali e con tutto ciò si otterranno abilità ed oggetti in grado di aumentare le capacità di Reynardo.

Ciò non influisce pesantemente con il sistema di gioco, quindi non si è mai costretti a “farmare” per poter fare determinate cose; ottimo bilanciamento.

Per quanto riguarda invece il comparto grafico, lasciato per ultimo, ma non per importanza, si presenta molto colorato e l’idea di rendere il tutto piuttosto “fumettoso” dà al titolo l’aria di un racconto, un fumetto, immaginato durante i racconti del narratore. È sempre un piacere vedere questo tipo di grafica, che accompagna un gioco con protagonisti antropomorfi ed una narrativa fiabesca. 

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Proveniente dalle onde marittime di Roma, o meglio Ostia, è un grande appassionato di videogiochi, serie tv, film e libri thriller. Cresciuto a suon di pizza, pasta e videogiochi, si è guadagnato il rispetto tra i più famelici mangiatori d'Italia.