Captain Marvel (2019) – La Rivincita della parità – Recensione

Captain Marvel (2019) – recensione a cura di Edoardo “Edux” Babbini

Captain Marvel è sicuramente il film più delicato che i Marvel Studios potessero concepire al giorno d’oggi. Questo nuovo cinecomic esce infatti in un momento storico caratterizzato da forti movimenti per la parità di genere e si prefigge il compito di raccogliere il loro seminato. D’altro canto però deve completare il puzzle narrativo del MCU in vista dell’arrivo di “Avengers: Endgame“. Sarà quindi riuscito a coadiuvare queste due finalità o le necessità produttive avranno prevalso sull’importante messaggio che la nostra eroina deve portare avanti?

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Captain Marvel – Il Film in quanto tale

Essendo quanto scritto nell’introduzione il punto focale del lavoro di Anna Boden e Ryan Fleck ho deciso di soffermarmi meno rispetto al solito su certi aspetti. Sul lato tecnico il film infatti vanta un budget stratosferico e ciò si vede. Salvo la scelta di rendere in digitale il gatto in scene dove l’analogico avrebbe fatto più bella figura la CGI pecca raramente, il ringiovanimento degli attori è spaventosamente realistico, i costumi sono realistici e la scenografia curata quanto necessario. Non siamo quindi innanzi a un capolavoro del digitale ma in una solida via di mezzo

La sceneggiatura, seppur discostandosi dal tipico racconto di origini, non presenta una struttura eccessivamente innovativa ma, escluso un caso che sarebbe spoiler rivelarvi, non pecca mai di eccessive forzature della sospensione dell’incredulità.

Risulta invece un punto di forza come proprio alcuni dei risvolti narrativi principali siano una metafora di ciò che il film vuole portare avanti sul piano tematico. La storia scorre quindi minuto dopo minuto riuscendo pienamente nell’intento di intrattenere e lo fa stimolando lo spettatore.

Sul piano registico si conferma nuovamente come un film disposto ad osare nella sostanza ma non nella forma. Le scene d’azione riprendono i più classici dei montaggi e dei movimenti di macchina per le coreografie. Mostrano invece i muscoli quando si tratta di far volare la macchina da presa per aria o nello spazio. Salvo brevi momenti un po’ confusi le scene corali e gli inseguimenti dimostrano invece voglia di osare. La forza della nostra eroina risalterà sempre in tutta la sua spettacolarità.

 

Captain Marvel – “Ho combattuto tutta la vita con le mani legate”

Per spiegarvi come Captain Marvel riesca a recidere le arterie del genere action muscolare e macista ho bisogno del vostro aiuto.

Pensate adesso a tutti quei miscugli di divi, steroidi e retorica a stelle e strisce oggi sempre più rivalutati e come la figura della donna fosse in essi descritta. Provate adesso a pensare a tutte le opere della vostra infanzia o adolescenza con un’eroina come protagonista. La differenza è chiara. Nel primo caso avremo la tipica retorica di confinamento a certi ruoli di uno dei due sessi, nel secondo una pacifica convivenza di essi.

Il nuovo lavoro Marvel sceglie dunque di affrontare questa strada e proporre un film dove l’eroina non ha bisogno di diventare uomo per essere da esso accettata.

Captain Marvel (Brie Larson) diventa simbolo della condizione femminile e come tale è schiacciata dalla “miglior versione di se stessa” imposta dal modello maschilista (Yon-Rogg/Jude Law) nel quale vive. La rottura di tali catene avverrà solo dopo aver preso coscienza di sè, di tutto ciò che le sia stato tolto e della possibilità di poter finalmente lottare alla pari.

Lo spettatore viene quindi messo davanti a un film svuotato da tutti i classici stereotipi che ruotano attorno ai personaggi femminili degli ultimi anni.

Non ha bisogno di sedurre per raggiungere i suoi scopi e non risulterà mai più fallibile di un uomo solo perchè donna. Non deve aspettare che un’entità maschile superiore le conceda la sua immensa forza, ma decide di strapparla dalle fredde mani di un sistema vecchio e morente per finalmente riappropriarsene. Ed è per queste ragioni che il film non incrina mai la logica qui descritta. Non ci sarà mai una scena che banalizzi questa lotta o ne mostri un aspetto negativo.

Il tempo del testosterone über alles sembra tramontato in casa Marvel e speriamo non sia un singolo caso isolato.

 

Captain Marvel – Il Puzzle MCU

L’ultimo aspetto da analizzare in un film del Marvel Cinematic Universe è come si incastri nell’intricato puzzle imbastito dalla Casa delle Idee. 

La storia qui narrata è ambientata negli anni ’90 e ci troviamo quindi più di un decennio prima di tutte le altre pellicole. Unendo a ciò l’imminente uscita di Avengers: Endgame temevo fortemente avessero concepito questo nuovo cinefumetto solamente come un riempitivo di tutti i tasselli mancanti. Come però scritto in precedenza, ciò non è stato; nonostante vi siano dei momenti chiave per comprendere la narrazione cominciata con Iron Man (2008).

Assisteremo quindi alla genesi di Nick Fury (Samuel L. Jackson), che ricopre inoltre il ruolo di spalla della nostra protagonista, e alla canonizzazione dei Cree, degli Skrull e del conflitto fra loro in atto. Conflitto che, senza svelarvi nulla, posso dirvi riservi delle sorprese e veicoli, seppur contestualizzato diversamente, lo stesso messaggio incarnato da Carol Danvers.

La storia imbastita guarda quindi più al futuro del MCU introducendo elementi che possano espandere il cosmo narrativo invece di dare una chiusa definitiva a tutte le porte ancora aperte.

Tale strategia risulta vincente sotto due aspetti. Il primo è quello di far chiaramente intendere come il lasso di tempo tra questo film e Avengers: Endgame sarà oggetto di un sequel di Captain Marvel. Il secondo è invece quello di dare allo spettatore le sole due vere spiegazioni necessarie, che nuovamente non posso svelarvi, perchè la struttura narrativa di questi dieci anni non crolli su se stessa e tanti spunti per il futuro.

L’attesa della nuova apparizione di Thanos non deve essere l’attesa di una conclusione, bensì l’attesa di una nuova era.

 

Captain Marvel – Quando la forma cede alla sostanza

In conclusione siamo quindi in grado di poter rispondere al quesito posto nell’introduzione.

Captain Marvel è un film che presenta si tanti piccoli spunti per lo zoccolo duro di amanti dell’universo cinematografico Marvel ma che esplode in tutta la sua forza sul piano contenutistico. La storia è infatti piegata e scritta in funzione del messaggio da voler portare avanti.

Non ci sono mai scelte che contrastano con tale volontà e a tutti gli snodi narrativi corrisponde uno snodo logico sul piano tematico. Hanno scelto di stimolare lo spettatore medio e hanno costruito il mezzo migliore possibile per farlo.

Le speranze di veder un cambio di rotta quantomeno tematico in uno dei progetti produttivi più influenti sul mercato si sono riaccese. Nel bene e nel male Disney e i Marvel Studios stanno dettando le regole del gioco ad alto budget e si sono imposti nei gusti di quasi la totalità degli spettatori.

Speriamo quindi che i film capaci di portare tematiche attuali e importanti alla vetta dei botteghini come Captain Marvel diventino un marchio di fabbrica di un colosso che difficilmente potrà cadere.

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Studente di Giurisprudenza e appassionato di cinema, letteratura, videogiochi, fumetti e serie televisive. Le ore che non passa a studiare o interagire con gli altri esseri umani le passa ad approfondire nel modo più completo e approfondito le sue passioni. Il suo motto: “A ogni epoca la sua arte, all'arte la sua libertà”!