Pikuniku – Recensione – PC, Nintendo Switch

Pikuniku – recensione di Pietro “OnlyApples” La Selva

Devolver Digital aggiunge alla sua scuderia di titoli indie un vivacissimo platform dalle spiccate influenze Nintendiane, nel tentativo di estendere il loro mercato ad un pubblico più fanciullesco e spensierato. Tanto colorato quanto fuori di testa, non fatichiamo a credere che nella sua imperfezione Pikuniku riuscirà a conquistare il cuore di molti.

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Pikuniku – Il mostro della valle

Non dev’essere un lavoro facile quello del mostro più temuto della zona, con tanto di leggende tramandate dalla popolazione locale per accrescere la tua brutta reputazione, soprattutto se non si è minimamente mostruosi! Al contrario, Piku è una graziosa creaturina rossa e sferiforme, dall’aria innocua e non particolarmente sveglia, piuttosto carente in quanto all’avere delle braccia, compensando però con l’estensione non indifferente delle sue gambe. Un bel giorno, nel bel mezzo di un riposino all’interno della sua capiente grotta da mostro, Piku viene risvegliato da un’entità ectoplasmica che gli suggerisce di uscire a prendere una boccata d’aria fresca, ed il mostriciattolo, probabilmente contraddistinto da una scarsa capacità di intendere e volere, accetta, dando inizio all’epica avventura.

Ben presto Piku si ritroverà a dover svelare i più oscuri segreti del presidente della Sunshine Inc., che in modo alquanto sospetto sta regalando soldi agli abitanti della sua isola facendoli letteralmente piovere dal cielo, chiedendo in cambio di poter prelevare con i suoi robottoni le materie prime di ogni città. Soprattutto il mais!

Già dall’introduzione si capisce come la narrativa sia stata impostata sui toni della spensieratezza, il gioco infatti fa tutt’altro che prendersi sul serio grazie a dei dialoghi spesso ironici e citazionistici verso l’universo videoludico tutto, ed uno stile grafico tanto minimale quanto impattante, coloratissimo come solo i vecchi platform della Nintendo erano capaci di essere.

Grazie a queste caratteristiche il giocatore viene totalmente risucchiato in questo mondo di gioco strambo, certamente non profondo narrativamente ma dall’alto valore creativo, fatto di creature buffissime e di avvenimenti bizzarri.

Pikuniku – Un platform semplice ma vivo

L’influenza della grande N si fa sentire sin dalle fasi iniziali, quando il fantasma che ci ha destati dal nostro sonno ci avvertirà che “è troppo pericoloso avventurarsi da soli“, per poi farsi respirare a pieni polmoni per tutta la durata dell’avventura, sia nelle atmosfere che nel gameplay.

I livelli infatti, sono pieni di funghi su cui saltare e monete da raccogliere, ed in alcune determinate sezioni anche di tubi in cui calarsi per raggiungere dei livelli extra.

Nonostante le similitudini con altri esponenti del genere però, PikuNiku è un platform con una direzione precisa e ben delineata, sì citazionistico, ma come già detto, dal grande valore creativo, e con una leggerezza di fondo perfetta soprattutto per i più piccoli gamer.

Il game over è infatti cosa rara all’interno del titolo, con fasi platform più che altro simili a puzzle ambientali, caratterizzate soprattutto dalla totale assenza di nemici.

Questi puzzle andranno superati grazie ai vari poteri della nostra palla rossa preferita, ovvero quello di ritrarre le gambe e trasformarsi in una vera e propria palla rotolante, quello di tirare potenti calci ad oggetti dello scenario e pulsanti (e perché no, persone!) ed infine quello di appendersi e dondolarsi a dei ganci.

Le buffe ed imprecise animazioni di Piku, dei suoi comprimari e di ogni oggetto interattivo dello scenario renderanno ogni fase di gioco divertente, dando vita a scenette anche deliranti se combinate con l’ottima gestione della fisica, mettendo in evidenza una cura per il dettaglio non indifferente da parte degli sviluppatori.

Come variazione sul tema tra le fasi platform/puzzle vengono in soccorso delle piccole sezioni di esplorazione all’interno dei tre centri popolati del gioco, piuttosto grandi e pieni di segreti e qualche missione secondaria. Altrettante saranno inoltre le zone di gioco esplorabili, in cui potremo tornare attraverso lo sblocco della metropolitana a circa metà del gioco, introducendo così in modo timido delle semplici meccaniche da metroidvania, insieme ad alcuni oggetti utilizzabili per aprire strade prima inaccessibili, ma ben pochi riguardanti la main quest.

I livelli extra, disegnati con delle meccaniche trial and error, brevi ma con ben pochi checkpoint, che aggiungono un substrato di difficoltà adatta a giocatori leggermente più maturi, ma le ricompense per portare a termine tali livelli saranno delle semplici statuette (chiamate “trofei”) 3D visualizzabili nell’apposito menù, nulla quindi di trascendentale e adatto più che altro ai completisti.

Pikuniku – (Non) Il solito Metroidvania

PikuNiku, come dicevamo, trova i suoi maggiori punti di forza non di certo nelle meccaniche un po’ semplicistiche nè particolarmente originali, ma da un punto di vista artistico: uno stile cromatico vivido ed un design dei personaggi dalle linee morbide e tondeggianti che la fanno da padrona, rendendo il titolo particolarmente adatto ai più piccini e non solo.

Ciò che eleva il livello di follia che permea tutto il gioco ai suo apici storici è però la modalità co-op. In questa modalità, Piku verrà affiancato da Niku, un personaggio della stessa forma ma di colore arancione, giocabile dal player due.

In questa forma il gioco dà probabilmente il meglio di sè, offrendo livelli particolarmente divertenti ed ispirati, perfetti per una sessione di gioco famigliare o, più semplicemente, con gli amici.

Insomma, anche su questo fronte PikuNiku raccoglie estremamente bene lo spirito Nintendiano e lo fa suo, rendendo cristalline le ragioni per cui il titolo è presente anche sulla nuova console della casa nipponica.

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Il suo vero nome è Pietro, è del '94 ed è appassionato di videogiochi e di altre forme di intrattenimento, come film e libri, soprattutto a tema fantascientifico. Insomma, il classico nerd ma senza il QI sopra la media. Si nutre di mele pixellose quasi ogni giorno, che di certo non gli levano il medico di torno.
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