Forgiveness – Recensione – PC Windows, Steam

Forgiveness – recensione di Valerio Vega

Ti sei svegliato stordito… Ti guardi intorno e ti ritrovi solo, chiuso in una stanza che a prima vista sembra essere una sorta di infermeria. Una voce arriva da chissà dove, ma non vedi chi ti sta parlando; afferma di essere Dio e di essere lì per giudicare i tuoi peccati… Questo è l’inizio di Forgiveness, gioco creato e prodotto da un unico uomo, l’israeliano Noam Matan Rotem, e noi siamo qui per parlarvene.

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Forgiveness – Chi è senza peccato, scagli la prima pietra…

L’incipit del gioco, scritto nella prima parte della recensione, raccontato così, non sembra poi nemmeno male, con riferimenti a Seven e Saw L’Enigmista, ed un’atmosfera che potrebbe dare qualcosa di interessante a noi giocatori… Ma il proseguimento della vicenda non è proprio tutto rose e fiori.

“Dio” ci spiegherà perchè siamo là, dicendoci che abbiamo una possibilità di riscatto e che dobbiamo superare un test, e poi via con indizi sparsi in ogni stanza, da trovare per completare enigmi e superare la sfida… Il classico gioco che simula una Escape Room.

Rilasciato e auto-pubblicato dallo sviluppatore israeliano Noam Matan Rotem lo scorso 22 Febbraio, questo indie è quindi un puzzle game, con visuale in prima persona.

Badate bene, non è sicuramente un horror, perchè mai durante il gioco avrete paura! Siamo più propriamente di fronte ad un thriller psicologico, che però come genere un po’ di paura dovrebbe farla… E invece la noia, purtroppo, la fa da padrona.

Forgiveness – Gameplay dove sei?

2 le modalità di gioco per il titolo.

Nella modalità “Storia” inizieremo con un quiz sulla nostra personalità che determinerà i nostri peccati, andando ad incidere sul design della stanza e sulle sfide che dovremo affrontare in essa, seppure sarà un’esperienza randomica, in quanto ripetendo due volte lo stesso peccato non avremo sempre la stessa disposizione degli elementi e degli enigmi. Questo escamotage nasce per aumentare una rigiocabilità che ahinoi resta bassa lo stesso, a causa delle meccaniche di gioco non propriamente ben studiate (e spiegheremo tra poco il perchè).

Nella modalità “Gioco libero” potremo invece giocare i livelli in qualsiasi ordine, anche se, in questo caso, le esperienze non saranno randomizzate, me bensì sempre identiche.

2 i livelli di difficoltà tra cui scegliere. A difficoltà normale, un piccolo sistema di aiuto ci servirà per identificare gli elementi necessari a superare a mano a mano le prove. Un segnale acustico infatti ci avviserà della presenza di quei determinati oggetti nei paraggi e ci semplificherà la vita. A difficoltà estrema invece non ci saranno aiutini, saremo da soli, con nient’altro che gli indizi di ogni livello, cercando di arrivare sani e salvi alla fine.

Per quanto riguarda il resto delle opzioni di gioco, oltre alla difficoltà potremo invertire le assi del mouse e la sua sensibilità, impostare l’audio e modificare alcuni parametri della grafica (tra cui lo Schermo Intero, il V-Sync, ed alcuni aspetti sulle luci e gli effetti in game).

Assente la lingua italiana, il gioco è disponibile solo in inglese.

Non c’è alcun supporto a controller di gioco, costringendo l’utente a giocare con mouse e tastiera. La scelta appare però scellerata, perchè lo sviluppatore ha inserito nel gioco un taglio quasi action per quanto riguarda i movimenti del nostro personaggio che potrò infatti accovacciarsi, saltare e addirittura scattare e correre (tutto sarà inutile perchè non fuggiremo mai da nessun nemico, forse solo l’accovacciarsi sarà utile per osservare più da vicino alcuni elementi di gioco).

Purtroppo oltre a questa pecca dobbiamo sottolineare come lo sviluppo dei vari enigmi sia concatenato in una maniera cervellotica, dove se avremo bisogno di 3 indizi potremo raccoglierli solo in un determinato ordine… Se quindi troverete l’indizio B, ma prima non avrete ancora trovato l’indizio A, beh allora l’indizio B resterà lì dove lo avete trovato e non potrete utilizzarlo se non sbloccherete prima il precedente. Insomma si finirà per andare a zonzo nella location dove siamo rinchiusi, spesso in maniera frustrante, alla ricerca dell’indizio giusto.

Forgiveness – Retrò ma senza classe…

Nonostante lo sviluppo su piattaforma Unity il gioco non ha chissà che graficone e sembra un filino datato… Eppure non è uno stile piacevole. Non avremo la sensazione di essere di fronte ad un gioco volutamente retrò, con stile, ma semplicemente si avrà la sensazione di essere di fronte ad un prodotto rifinito male.

La colonna sonora varia ad ogni livello, ma spesso, anche a causa dei problemi di giocabilità segnalati sopra, finirà per risultare monotona e ripetitiva. Sarebbe stato utile avere delle variazioni sul tema insite in ogni stanza, piuttosto che una singola musica diversa per ogni ambientazione.

Si finisce per avere di positivo solo alcuni giochi di luce, ben orchestrati anche per farci capire cosa fare in determinate situazioni, ed un atmosfera globale cupa ed abbastanza “costrittiva” che quindi ben da l’idea di essere chiusi in un posto dal quale tocca scappare.

A minare il tutto però è la giocabilità, che ci permette con certezza di sconsigliare il gioco ai non amanti del genere ed a consigliarlo tiepidamente solo agli escapisti più sfegatati.

Trovate il gioco su Steam a questo LINK

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Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”