MIAZMA or the Devil’s Stone – Recensione – PC Windows

MIAZMA or the Devil’s Stone – recensione di Valerio Vega

Il team ungherese di Private Moon Studios ha riportato in vita un genere che non vede più tanti esponenti in commercio… Quello delle avventure punta a clicca a film interattivo. Sarà riuscito ad eliminare i difetti atavici di questo tipo di gioco? Scopritelo nella recensione di questo MIAZMA or the Devil’s Stone!

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MIAZMA or the Devil’s Stone – Breve storia dei film interattivi

Noti come FMV i film interattivi hanno sempre diviso la critica in due fazioni contrapposte. Un genere noioso ed inutile per alcuni, un simpatico passatempo per altri.

A mia memoria ho vissuto esperienze altalenanti con questo genere di giochi. Se allarghiamo il mondo degli FMV senza prendere in considerazione le sole avventure punta e clicca, ma anche tutte le altre varianti, vi sparo subito qualche nome che potrebbe far lacrimare nostalgicamente i retrogamer più incalliti!

Come dimenticare Mad Dog McCree? Correva l’anno 1990 e questo era il primo videogioco in live action su laserdisc mai esistito, pubblicato dalla American Laser Games. Uno sparatutto ad ambientazione western che in sala giochi dava il meglio di se, con attori improbabili e scene esilaranti grazie al doppiaggio in italiano peggiore di sempre nel mondo videoludico… “You pov’raccio ha visto l’ultima batagliah. Orah di portarlo al campo santoh.” cit.

E come non citare anche la versione poliziesca uscita poco dopo? Crime Patrol era altrettanto divertente all’epoca… I filmati interattivi davano quel tocco di modernità che faceva gridare al miracolo! Salvo poi imbattersi in numerosi bug e sostanziali enormi lacune nello sviluppo dei giochi stessi che determinò anche la loro morte.

Tornando ai punta e clicca, se devo citarne uno, che mi ha letteralmente tenuto incollato alla PlayStation per giorni, il mio nome è quello di The X-Files Game (su PS1 si intitolava in realtà solo The X-Files). Gioco forse pieno di difetti, ma che siccome ero appassionato della serie TV mi emozionò non poco nel 1998! (anche in questo caso vi metto un video, giusto per farvi capire di cosa sto parlando, nel caso non abbiate mai giocato o addirittura visto il gioco in questione)

Ci sono poi altri pilastri, come Gabriel Knight: The Beast Within ed altri, ma non possiamo andare così tanto OT.

Per farla breve siamo di fronte ad un genere che ha inizialmente stupito, sembrando essere il futuro del realismo, per poi deludere alla grande per il suo obbligo a stare fisso su binari che non si potevano variare chissà quanto. Proprio quest’ultimo difetto ha contribuito alla fine dello sviluppo di questo tipo di giochi, diventati ora di nicchia e quasi sempre relegati al mondo dei videogiochi indie.

Questo MIAZMA è addirittura un sequel! Il team ungherese di Private Moon Studios aveva infatti creato già il poco noto Yoomurjak’s Ring con la stessa tecnica ed ora, contro ogni pronostico si è rituffato in un film interattivo e noi non potevamo di certo redimerci dal provarlo!

MIAZMA or the Devil’s Stone – Una storia che si prende poco sul serio

Come seguito di Yoomurjak’s Ring (attualmente quasi introvabile nella sua versione PC), MIAZMA or the Devil’s Stone, narra le avventure dello stesso protagonista del primo capitolo, ovvero il giornalista newyorkese Jonathan Hunt.

Sebbene ci sia qualche parallelismo con il primo episodio, anche chi fosse totalmente all’asciutto di informazioni in merito, potrà tranquillamente godersi quest’avventura senza alcun timore. Siamo infatti di fronte ad una storia autonoma, con un cast completamente nuovo di personaggi.

Il protagonista Hunt si è trasferito in Ungheria dalla sua famiglia e sta per pubblicare un libro sulle sue esperienze di investigazione privata, essendo un tipo che ama il mistero (stile Jessica Fletcher per capirci), quando è attirato da un nuovo mistero!

Questa volta Hunt viene avvicinato da un amico che lavora per un istituto di ricerca nucleare, per indagare sulla scomparsa di suo fratello.

Ma ciò che inizia come un semplice caso di persona scomparsa si trasforma presto in qualcosa di molto più di quello che sembrava. Arriveremo, senza spoilerare troppo, a metterci alla ricerca di un pezzo di meteorite denominato appunto “La Pietra del Diavolo“.

Una storia tutto sommato insolita, per un cast insolito, con un doppiaggio inglese insolito (niente localizzazione in italiano ahinoi) ed un’insolita voglia di emulare i B-Movies polizieschi.

Peccato per un finale chiuso forse troppo frettolosamente, come se fossero finiti i soldi per girare altre scene del videogioco.

MIAZMA or the Devil’s Stone – Buona tecnica, con qualche strana pecca

La spensieratezza ed il basso budget della produzione però finiscono per divertire piuttosto che per deludere ed è forse proprio questo il motivo per cui si cerca di proseguire nell’avventura, talvolta ridendo di gusto senza un vero motivo scatenante.

Hunt non è solo e la vasta presenza di personaggi secondari ben caratterizzati, quasi ai limiti del grottesco, ci regala alcune chicche davvero interessanti.

Di sicuro il fatto che il titolo sia totalmente in inglese, sia nei sottotitoli che nell’audio, non aiuta, o meglio mette in difficoltà chi l’inglese lo parla poco o non lo parla per niente. Questa è una considerazione da fare prima dell’acquisto.

La curiosità che vi sveliamo è che il gioco è stato interamente registrato in ungherese! Ma l’ungherese non è disponibile come lingua, e quindi vedrete spesso gli attori muovere le labbra in un modo ed emettere suoni in un altro modo, perchè sebbene i doppiatori non siano male, spesso le parole sono totalmente difformi tra le due lingue.

Ottima la regia, buona la fotografia, con belle inquadrature, sequenze video in alta definizione e delle location davvero suggestive che immergono senza ombra di dubbio il giocatore nel gioco.

La navigazione tra le varie zone avviene tramite una coppia di mappe, una per le aree di un laboratorio nucleare e una per le altre zone della città e grazie ad esse c’è sempre un obiettivo chiaro da raggiungere che ci spingerà senza troppi giri inutili verso le destinazioni da raggiungere per proseguire nell’avventura.

Buona anche la colonna sonora, che definirei variegata, perchè si barcamena tra pezzi retrò anni ’70 e pezzi più moderni, che ben si adattano alle scene e alle location in cui ci si trova in quel momento.

MIAZMA or the Devil’s Stone – Il deludente finale, appaga almeno nella sostanza

L’interfaccia è abbastanza minimale ed elegante, essendo completamente gestita dal mouse.

La prospettiva in prima persona a favore di una presentazione in terza persona è molto simile a quella del già citato Gabriel Knight: The Beast Within.

Ogni schermata mostra la posizione di Hunt in una zona fissa ed il mouse può essere spostato su elementi di interesse o personaggi su cui fare clic per interagire.

Sarà poi il cursore intelligente a cambiare per mostrare quale azione verrà eseguita. Una volta cliccato, a seconda dell’azione, saremo portati direttamente all’azione filmata senza alcuna ulteriore animazione.

Ci sono oggetti che possono essere raccolti, usati o combinati per risolvere enigmi logici dell’inventario, e ci sono una serie di sfide indipendenti che vanno dalla ricerca di password e fili di collegamento al rastrellamento di documenti strappati e codici vocali. Questi vanno da molto facile ad abbastanza difficile in certe sezioni, con un buon bilanciamento globale.

I puzzle sono, per la maggior parte, semplici ed intuitivi, salvo per un paio di situazioni.

Senza spoilerare nulla, c’è una sequenza in una cantina che raggiunge alti livelli di follia nella gestione dell’inventario.

Una menzione speciale va anche al puzzle finale, che fonde l’utilizzo di inventario, caccia al tesoro, logica e rompicapo con un elevato coefficiente di difficoltà che ha direttamente richiamato alla mente i vecchi tempi dei giochi d’avventura punta e clicca alla Monkey Island e soci.

La soddisfazione nel portarlo a termine sarà enorme.

Da segnalare la possibilità di salvare ovunque (grazie agli sviluppatori) e la presenza di una modalità facilitata, con una enorme quantità extra di suggerimenti, evidenziamento degli oggetti cliccabili in ogni schermata e la possibilità di risolvere in automatico alcuni puzzle logici per proseguire nella storia anche nei momenti di sconforto più totale.

La longevità si assesta sulle 7/8 ore per la partita tradizionale, mentre scende a 4/5 con la versione semplificata (forse anche meno, in verità non l’abbiamo testata fino alla fine).

Il gioco è disponibile per PC su Steam, al prezzo budget di 8,19€ a QUESTO LINK 

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Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”
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