Rimworld – Recensione – PC Windows, Linux, MacOS

Rimworld – recensione di Glitcher Hood

Un gestionale di colonia, profondo ed occasionalmente complesso da padroneggiare, ma prima di tutto un generatore infinito di storie da vivere e raccontare. Vediamo nel dettaglio cosa rende questo titolo della Ludeon Studios diverso da tutti gli altri nel suo genere, e non solo. Entriamo nel mondo di Rimworld!

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Rimworld – C’era una volta…

“…La colonia è stata colpita da una pioggia acida che ha rovinato il raccolto di patate stagionale.

Nuova Disagio è molto a nord dell’equatore del pianeta X, quindi gli inverni sono molto freddi, tanto da far morire parte della fauna della zona, quindi siamo nei guai.

In cerca di cibo per avere provviste in vista dell’inverno, ci avventuriamo oltre il ponte che abbiamo costruito con fatica nei mesi precedenti sopra le rovine di quello precedente, tirato su da chissà chi, probabilmente da qualche tribù che ha calcato queste terre secoli fa.

Dopo aver abbattuto qualche muffalo (uno ha reagito, e purtroppo ha cavato un occhio al povero Benny, ora è in infermeria, credo che il nostro medico abbia qualche occhio recuperato da alcuni dei prigionieri dell’assalto ai Troobango del Giugosto passato, glielo impianterà presto), siamo stati vittima di un attacco di una tribù rivale!

Sono in 4, e ben armati! Presi di sorpresa ci siamo riparati dietro a qualche roccia poco distante, pronti a sferrare un contrattacco, Ben, il nostro cecchino, è già pronto a fare fuoco. Ma dopo qualche secondo, si blocca. Spalanca gli occhi. Fa cadere il fucile, ed esclama: “…quella… è mia figlia…”

Non ho dovuto inventarmi nulla, ho solo messo un po’ di “teatro” nel racconto, ma il resto della storia è qualcosa che può tranquillamente accadere nel gioco: La pioggia acida, il problema provviste, le rovine, la caccia, il trapianto, i nomi dei personaggi (personalizzabili, ma a me piace giocare con quello che offre il gioco), l’assedio, ed anche “oh cielo è mia figlia”, è tutto parte di Rimworld. E non è nemmeno lontanamente la storia migliore che potrete vivere.

In giro per la rete potrete leggere di racconti appassionanti di giocatori che pensavano di aver messo le mani su un buon gestionale, ed invece si sono trovati davanti ad un libro che ad ogni partita regala un nuovo racconto.

Per chi ama i giochi un po’ datati, è l’evoluzione di un capolavoro di nicchia come Dwarf Fortress.

Rimworld – Un libro un po’ rovinato…

Non si può non parlare del comparto tecnico, che chiaramente con un gioco come questo esula dalla mera grafica e va a considerare soprattutto l’interfaccia.

Ebbene questa non è proprio delle migliori, apparendo un po’ datata e disordinata, cosa che può scoraggiare all’inizio, anche se comunque il tutorial riesce a placare il disorientamento.

Da aggiungere alla confusione la questione traduzione: questa sembra uno di quei classici lavori amatoriali che si possono trovare in molti giochi su steam workshop, ma che sono stati fatti nella versione 0.15, non sono più stati aggiornati, ed ora è mancante di alcune parti.

Le cose essenziali per godersi il gioco anche senza conoscenza della lingua d’Albione sono presenti, ma ogni tanto, si configurano delle scene alla “when you abbisogni a team of traduttori, but you don’t hai the sghei to pay It”, in pieno stile meme. Esilarante a tratti, ma non certo il meglio della vita. È probabile che le traduzioni in alcune lingue siano davvero basate sul “volontariato”, e l’Italiano sia una di quelle.

L’audio è “da camera”: la musica di sottofondo è limitata a qualche traccia strumentale che non annoia più di tanto, quindi fa il suo lavoro. Il reparto suoni è minimale ma puntuale, utile a capire la situazione per non perdere di vista le mille cose che possono accadere a schermo in determinate situazioni, cosa che ultimamente non è più così scontato, vista la mancanza di cura in questo comparto da parte di una sempre più alta fetta di sviluppatori indipendenti.

Manca forse “il cambio di atmosfera” al momento dello scoppio di un conflitto, di una battaglia, o anche solo di uno dei mille incidenti che possono accadere alla nostra colonia. Sarebbe stato un apprezzabile ultimo tocco.

Graficamente la scelta è stata quella di copiare (più che prendere spunto) lo stile di un altro builder come Prison Architect, non con lo stesso risultato: per quanto si sia riuscita a mantenere una certa “unicità” e diversità per quanto concerne i personaggi (forse anche in misura maggiore rispetto al titolo Introversion), il resto è piuttosto stancante alla vista, la prevalenza di marrone e grigio non aiuta. In sé e per sé non è un peccato grave, ma unito ai problemi di cui sopra, va a macchiare leggermente un prodotto che al suo interno è estremamente elaborato e raffinato, l’esatto contrario del suo involucro esterno.

Rimworld – …ma il contenuto è di qualità!

Rimworld è un titolo complesso, sia dal punto di vista della mera difficoltà di gioco, sia da quello della realizzazione del gameplay.

All’inizio della partita il giocatore è messo davanti alla scelta tra tre narratori.

I narratori sono la mano invisibile che guida il mondo di gioco e soprattutto i vari imprevisti e le peripezie che la vostra colonia dovrà affrontare.

Il narratore standard cercherà di bilanciare la gravità delle situazioni in base al livello di difficoltà (più alto = minore pazienza), gli altri due saranno uno un po’ più rilassato, permettendo di costruire inizialmente la propria base prima di scatenare l’ira degli dei (e delle fazioni rivali), l’altro sarà completamente random (oltre ai singoli coloni anche i narratori hanno un background, per dare l’idea Randy Random è un individuo totalmente schizzato).

Questa meccanica dà al gioco un’impronta ben più aperta di molti altri titoli che fanno del “choose your adventure” un traino per le vendite, dando vera e propria imprevedibilità ad ogni singola partita, anche dopo centinaia di run! (soprattutto se provate lo scenario “Nuda Brutalità” le run saranno molte e molto brevi…)

Questo rende Rimworld incredibilmente longevo, anche arrivato all’endgame, quando sarete riusciti a fuggire dal pianeta, vorrete riprovare facendo una colonia un pochino più impostata sull’esplorazione, o un pelo più aggressiva con le altre fazioni, oppure provare con ancora meno materiali, o con una colonia di tossicomani (…capirete giocando), e così via.

Rimworld è disponibile su Steam, al prezzo di 29,99€ al momento dell’uscita di questa recensione.

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Anziano dentro e fuori, la pre-didattica l'ha passata sullo Spectravideo, l'infanzia dal Commodore 64 al Sega Mega Drive, la pubertà fissa sul PC. Non il re delle feste quindi. Raro caso di nerd sportivo, esterofilo convinto, pallavolo dipendente, in attesa di un videogioco manageriale (o non) decente su questo sport dall'alba dei tempi. Ma questo bell'omino in realtà nasconde un oscuro segreto... - TWITCH