Sword Legacy Omen – Recensione – PC Windows

Sword Legacy Omen – recensione di Andrea Kobla

Sword Legacy Omen è un gioco strategico a turni, sviluppato da Firecast Studio, in collaborazione con Fableware Narrative Design, che ci porta nel mondo di Re Artù, seppur con ampie licenze narrative, in una storia ambientata ben prima dei Cavalieri della Tavola Rotonda.

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Sword Legacy Omen – Storia nuova, ma vecchia.

Ci troviamo in una Britannia divisa in cinque Regni: Mercia, Northumbria, Anglia, Kent e Wessex. Quest’ultimo decide di dichiarare guerra ai confinanti, ed è proprio lì che la storia inizia, in Mercia, dove Sir Uther, vede il suo palazzo invaso mentre dialoga con Merlino. È un massacro; gli uomini del Wessex non risparmiano nessuno. Re Leof viene ucciso davanti agli occhi di Uther e Merlino, i quali non hanno potuto far nulla per salvarlo, mentre la Regina Igraine viene rapita. Nel frattempo facciamo la conoscenza del lanciere Duanne e della ladra Gwen mentre fuggiamo dalle segrete del castello e, una volta fuori dal Regno, scopriamo inoltre che un’epidemia sta letteralmente decimando tutta la Britannia.

L’obiettivo del gioco, per chi ancora non lo avesse capito, è il classico cliché: salvare la Regina Igraine dalle grinfie di Gorlois e riuscire a mettere fine alla pestilenza che nel migliore dei casi uccide le persone, nel peggiore le muta in “non morti”.

Sword Legacy Omen – Eravamo quattro amici al bar…

Durante la storia incontreremo personaggi provenienti da parti diverse della Britannia, che andranno ad ampliare il nostro gruppo rendendolo così composto: il cavaliere Uther, il mago Merlino, il lancere Duanne, la ladra Gwen, il prete Felix, il barbaro Fergus, il fauno Flint ed il nano Gorr. Ogni eroe rappresenta una classe differente che possiede abilità attive e passive uniche, ed ogni classe ha i propri equip a disposizione i quali possono essere trovati durante le fasi di esplorazione od acquistati.

La scelta dei personaggi non è casuale, all’inizio di ogni quest si dovrà scegliere tra quattro degli otto eroi disponibili e talvolta alcuni saranno obbligatori. Ciò rende difficile capire quale sia la composizione più adatta, non conoscendo in anticipo il numero di nemici e la loro forza; a volte sarà necessario dover riavviare una missione perchè ci si rende conto che il priest era necessario in una quest, ma sarà stato scartato in favore del barbaro (Ad esempio).

Man mano che si proseguirà con la storyline, i personaggi si conosceranno tra di loro, mettendo da parte alcuni dissapori (Si evitano spoiler) ed evolvendo psicologicamente. Sicuramente una trovata estremamente bella, che non rende il “party” fine a se stesso. Capiterà spesso che alcuni personaggi chiacchierino tra loro per sapere di più sulla loro storia, per capire cosa li porti esattamente in un determinato posto e sul perchè abbiano intrapreso determinate scelte piuttosto che altre.

È l’evoluzione psicologica di un personaggio in particolare quella che colpisce più di tutti (Anche qui evitiamo nomi), mentre i background sono tutti molto ben curati anche quando il loro livello di stress raggiunge picchi molto elevati.

Sword Legacy Omen – Sei un po’ stressato, metti giù quell’ascia!

È il classico strategico a turni visto più volte in passato, ma sempre efficace. Ogni eroe ha i suoi punti azione da spendere durante il turno, la sua difesa, il suo attacco ed anche lo stress. Gli amanti del genere avranno imparato che lo stress è un forte nemico, qui invece la “forza di volontà” o “Willpower” (Nome diverso, stesso effetto) ha un duplice effetto. Ogni personaggio ha il suo punteggio relativo al Willpower e può spendere un punto a turno per potenziare notevolmente i propri attacchi, aumentare i punti azione disponibili nel turno, aumentare la difesa e quant’altro; non è tutto oro quello che luccica ovviamente.

Una volta finiti i punti in “forza di volontà” raggiungeremo lo stress massimo ed il nostro personaggio andrà nel panico; durante il turno potrà capitare che l’eroe sia paralizzato dalla paura, scapperà il più lontano possibile o addirittura possa andare in berserk mode, attaccando qualsiasi cosa gli si pari davanti, anche gli amici. È successo un bel po’ di volte che il barbaro andasse in berserk mode, attaccasse ed uccidesse tutti i membri del party.

I Willpower si riotterranno eliminando i nemici o tramite degli oggetti acquistabili nelle città con le monete di gioco. 

Sword Legacy Omen – Un barile per amico.

Parlato dei Willpower, non si può non passare al combattimento vero e proprio, specialmente l’ambiente. Questi può essere usato sia a nostro favore che sfavore. Si potrà spingere un nemico da un dirupo, contro dei pali appuntiti, tavoli, librerie, muri, barili esplosivi o contenenti veleno. È possibile usare l’attacco a distanza di Flint per far esplodere uno di questi contenitori, magari contenente pece, vicino ad un avversario e rallentarne i movimenti per permettere una disposizione migliore del proprio party.

Ovviamente, come in praticamente tutti i giochi di strategia a turni, è presente la modalità “Overwatch” che mette in guardia l’eroe approntandolo ad attaccare qualsiasi nemico si pari davanti.

Riguardo i combattimenti sono stati riscontrati alcuni bug piuttosto fastidiosi durante le partite, ed i comandi non risultano essere così fluidi. La mancanza di una visuale libera, infine, rende il tutto piuttosto obbligato in alcune circostanze, non permettendo l’esplorazione completa durante i combattimenti e l’uso di tattiche di aggiramento complete.  

Sword Legacy Omen – Voglio una vita spericolata!

Le abilità, in questo gioco, sono molto importanti, soprattutto quelle del priest, il quale sarà dedito a buff e cure durante i combattimenti, ma al di fuori di questi sarà praticamente impossibile curarsi fino alla fine della missione. Fuori dalle quest sarà possibile curarsi presto le osterie, pagando in oro, o negli accampamenti consumando i “kit da esploratore”; quest’ultima possibilità è la meno dispendiosa, ma la più rischiosa in quanto si rischia di essere vittime di imboscate.

Sarà perciò molto importante riuscire a far perdere meno punti vita possibile ai nostri eroi, seppur in certe circostanza risulti essere quasi impossibile. Bisogna pianificare ogni combattimento in ogni minimo particolare, quasi fosse una partita a scacchi, provando a prevedere le mosse del nemico, per evitare perdite inutili.

Ogni qual volta un personaggio cadrà in battaglia non lo si potrà usare per tutto il resto della missione e, in quelle successive soffrirà di debuff molto importanti sia nei punti vita, sia in attacco che difesa, oltre che partire con livelli di Willpower più bassi rispetto al normale. Risulterà quindi necessario utilizzare un kit in un accampamento.

La frustrazione sale nel momento in cui si scopre che il salvataggio non è libero, ma limitato in due sole occasioni, alla fine della quest ed in alcuni checkpoint situati verso la metà. Tutto ciò rende il livello di difficoltà piuttosto elevato per i neofiti che potrebbero trovarsi scoraggiati dalle numerose morti consecutive, ma al tempo stesso, per chi risultasse più esperto, potrebbe essere un guanto di sfida non indifferente.

Sword Legacy Omen – È tutta questione di abilità.

Non ci troveremo dinanzi ad un vero e proprio albero delle abilità dove potremo modificare gli attributi dei singoli eroi, piuttosto avremo dei “punti fama”, guadagnati durante i combattimenti, che possono essere spesi per sbloccare abilità attive o passive. Queste abilità potremo sceglierle prima di avviare ogni quest ed un messaggio ci avviserà se e quando avremo abbastanza punti per poterne sbloccare di nuove.

In alcune missioni ci troveremo dinanzi ad obiettivi bonus che ci chiederanno di usare determinate abilità di uno dei personaggi obbligatori per quella missione. Anche in questa circostanza è stato riscontrato un bug, forse quello più rognoso. Utilizzando una particolare abilità di Flint il gioco si blocca completamente, è possibile muovere la visuale ma nulla più. Perciò si è costretti a dover forzatamente chiudere il gioco e riavviarlo con conseguente riavvio della quest nonostante si fosse allo scontro finale.

Di bug simili ne sono stati riscontrati parecchi, ma il gioco si rallentava e basta, magari di qualche secondo e non facendo vedere animazioni, ma quando invece capitava quello più importante, relativo a Flint, era veramente frustrante. Due volte su tre poteva capitare che il gioco si bloccasse; al che si è preferito non usare più il fauno per tutto il resto della partita, con la speranza che gli sviluppatori possano fare qualcosa a riguardo. 

 Sword Legacy Omen – Da inglesi per inglesi.

Passiamo infine all’aspetto tecnico del gioco. Sotto quello grafico il gioco è ben curato, ha una dose splatter decisamente elevata e le cutscene fumettistiche sono molto ben fatte, così come è curata la voce del narratore, l’unica presente in tutto il gioco. Tutti i dialoghi sono scritti come, appunto, un fumetto.

Questa è sicuramente una nota stilistica molto importante ed una scelta coraggiosa, se non fosse che il gioco sia localizzato solo in lingua inglese e molti dei termini utilizzati spazino tra il dialettale e l’aulico, fino a giungere allo SCOZZESE. Aggiungere il dialetto scozzese risulta essere sia una mossa molto intelligente, perchè denota come il gioco voglia coinvolgere tutta la Britannia, sia una mossa minatoria, in quanto i meno avvezzi con la lingua inglese faranno molta fatica a capire i dialoghi, perdendo più volte il senso dei background e l’atmosfera generale. Va bene che l’inglese sia la lingua più parlata al mondo, però…

Il sonoro, infine, non è al top. Le musiche sono ripetitive ed un orecchio più attento riuscirà a notare quando un brano ricomincerà il proprio loop, così come gli effetti sonori di sottofondo. 

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Proveniente dalle onde marittime di Roma, o meglio Ostia, è un grande appassionato di videogiochi, serie tv, film e libri thriller. Cresciuto a suon di pizza, pasta e videogiochi, si è guadagnato il rispetto tra i più famelici mangiatori d'Italia.