Marvel’s Spider-Man – Recensione – PS4

Marvel’s Spider-Man – recensione di Pietro OnlyApples

L’Uomo Ragno di Insomniac approda sulle nostre PS4 accompagnato da un’intricata ragnatela di promesse, marketing stellare (il solito di Sony) ed anche qualche doveroso dubbio: sarà l’ennesimo titolo tie-in poco ispirato o il big bang di un ipotetico Marvel Gaming Universe? Si sarà adagiato su troppe impalcature videoludiche fin troppo familiari ai più (qualcuno ha detto free flow system?) o sarà stato capace di dire la sua in modo convincente? Scopritelo con noi.

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Marvel’s Spider-Man – Un altro ragno maledetto!

Peter Parker ha 23 anni e conduce la sua classica doppia vita non più sotto le cure impagabili di sua zia May, ma in un monolocale a Chinatown, per il quale fa fatica a pagare l’affitto nonostante il suo lavoro a tempo quasi pieno (ritardi esclusi), come scienziato per una delle menti più brillanti del globo: Il dottor Otto Octavius, che lo ha accompagnato durante il suo stage di laurea e che non può pagarlo come dovrebbe, poiché egli stesso va avanti grazie a finanziamenti statali.

E’ solo l’ultima delle tante lettere di sollecito al pagamento dell’affitto quella che gli viene infilata sotto la porta mentre sta indossando il costume da Spider-Man in seguito ad una soffiata ricevuta da Yuri Watanabe, il comandante a capo della polizia di New York City: Wilson Fisk, alias Kingpin, ne ha fatta una di troppo, cominciando addirittura ad aprire il fuoco sulla SWAT, e va fermato prima che riesca ad ultimare il suo piano di fuga.

Da qui inizierà una fase di tutorial molto classica e lunga un’oretta, forse un po’ troppo, ma che ben si incastra con lo scorrere della trama e quindi priva di tempi morti. Subito dopo il filmato introduttivo saremo infatti catapultati tra i tetti di Manhattan e potremo prendere dimestichezza con il sistema di swing con le ragnatele, e c’è un motivo dietro questa scelta: è uno dei punti più forti dell’intera produzione.

Nonostante non siano molte le manovre aeree effettuabili sin dall’inizio (anche il numero di quelle sbloccabili successivamente non è da spaccamascella, ma qualche chicca c’è!), l’unione delle animazioni di Spidey appeso alla sua appiccicosa liana, della fisica dell’oscillazione in sè e della precisione dei comandi restituiranno un risultato sì familiare a chi ha giocato ai capitoli migliori del supereroe più indebitato che ci sia (quelli dell’era ps2-xbox), ma anche più veloce date le mastodontiche dimensioni della mappa di gioco e per forza di cose anche un po’ più scriptato, soprattutto per quanto riguarda le collisioni con muri, cartelloni pubblicitari, riserve idriche e tutto ciò che potete immaginare di trovare su un tetto di NYC.

Vi ritroverete infatti spesso a correrci sopra senza volerlo data la totale assenza di un’animazione di schianto nel caso in cui calcoleremo male una ragnatela, palesando così l’intenzione di Insomniac di rendere il sistema poco punitivo.

Marvel’s Spider-Man – Grandi poteri, grandi Respons-Abilità

Una volta arrivati alla Fisk Tower non passerà molto tempo per renderci conto che la situazione è disperata e la stessa Watanabe ci darà il suo ufficioso via libera per entrare e risolvere la faccenda a suon di onomatopeici pugni in faccia e calci volanti.

Si passerà quindi subito in azione col tutorial del combat system, che sì, è il free flow degli Arkham, inutile girarci attorno.

Il punto è che un free flow system in una forma così smagliante non lo si vedeva da tempo. Dimenticatevi il copia-incolla della serie de “la Terra di Mezzo“, il free flow di Marvel’s Spider-Man è frenetico, vario e ruota interamente intorno ai poteri e ai gadget di Spidey, cosa che era più facile a dirsi che a farsi.

Avremo sostanzialmente quattro tipi di manovra a disposizione: quadrato per colpire i nemici, cerchio per schivare a tempo col nostro fidato senso di ragno, triangolo per usare la nostra ragnatela (per raggiungere velocemente i nostri nemici, per disarmarli, ecc) ed R1 per i gadget che avremo selezionato. Potremo inoltre, con la pressione dei tasti L1+R1 quando indicato, interagire con molti elementi dello scenario come tombini, portelli delle automobili, librerie, ecc, per farli cadere o tirarli in testa agli avversari.

La combinazione tra le i vari comandi, la pressione con cui li premeremo ed il tempismo, daranno vita a combo spettacolari di tantissimi tipi, tra le quali spiccano particolarmente le combo a mezz’aria: potremo infatti infierire fisicamente sui nostri avversari senza toccare terra per svariati secondi, tra calci catapulta pesi direttamente da Spider-Man 2, pugni e schivate laterali a mezz’aria, attacchi schianto con la ragnatela, ecc.

Chiaramente molte di queste mosse non saranno disponibili sin da subito, ma dovranno essere sbloccate da un classico albero delle abilità in cui spendere i nostri punti ogni level up.

Il concetto è semplice: per ogni livello 1 punto abilità, per un massimo di 50. Nel gioco è infatti presente un vero e proprio sistema di exp con cui verremo ricompensati dopo ogni missione principale, attività secondaria, collezionabile raccolto ecc.

Riempiendo di calci, pugni e ragnatele i nostri avversari riempiremo inoltre la barra della Concentrazione, che potremo usare principalmente in due modi: curare una porzione della nostra barra della vita o, se avremo riempito almeno uno dei tre segmenti in cui è suddivisa la barra, eseguire una finisher su un nemico che verrà steso in un colpo solo.

Queste finisher sono davvero spettacolari e sono animate davvero con minuzia, restituendo al giocatore un mood spidermaniano in qualche modo subito riconoscibile dalle sue più famose mosse nei fumetti e/o nei film.

La varietà dei nemici è ottima: avremo i classici combattenti impavidi a mani nude, con armi bianche o elettriche, muniti con bocche da fuoco (che potremo puntualmente strappargli di mano con la nostra ragnatela e lanciargliela contro), colossi alti due metri e larghi tre contro cui i normali pugni saranno pressoché inutili ed altre belle sorprese, e tutti si evolveranno in base al villain per cui stanno combattendo in quel momento.

Ci ritroveremo poi, dopo varie peripezie che non sto qui a spoilerarvi, in una situazione in cui dovremo recuperare due ostaggi bloccati in una casa d’aste delle opere artistiche preferite di Kingpin, e per farlo dovremo ovviamente essere silenziosi e letali, venendo quindi introdotti alle meccaniche stealth del titolo.

I punti sopraelevati saranno ovviamente i nostri migliori amici in queste situazioni, e da sopra essi tesseremo le ragnatele più silenziose della nostra avventura per appendervici i nostri avversari con esecuzioni (come al solito molto sceniche) attraverso la pressione del tasto quadrato, o magari colpiremo degli oggetti (distinguibili grazie ai sensi di ragno) con le nostre ragnatele, allo scopo di separare gruppi di mercenari che in quel momento stanno discorrendo tra di loro.

Potremo anche eseguire delle esecuzioni ancora più veloci con la pressione del tasto triangolo, ma queste ultime saranno molto rischiose perché ci porteranno a livello del pavimento, aumentando esponenzialmente il rischio di farci scoprire. Queste fasi appaiono sin da subito come il lato meno solido e più ripetitivo del gameplay, e la totale mancanza di progressione del sistema stealth (data anche la totale mancanza di abilità sbloccabili legato ad esso) non fanno cambiare idea.

Marvel’s Spider-Man – L’eroe più gettonato

A condire la nostra avventura (dalla durata totale di circa 15 ore per finire la campagna principale) non ci saranno solo le abilità sbloccabili ma anche, seguendo ancora una volta le orme dei maestri di Rocksteady, gadget tra i più svariati come i lancia-ragnatele elettriche (utili contro determinati tipi di nemici) o mine antiuomo che inondano i nemici di ragnatele al momento dell’impatto (da appiccicare ai muri o direttamente sui corpi dei nemici), ed altre belle sorprese.

Questi gadget, al contrario di quelli del Pipistrello che erano utili soprattutto per l’esplorazione e per risolvere enigmi, ci saranno utili principalmente in battaglia e per le fasi stealth, andando ad arricchire ancora di più un combat system di una caratura davvero unica, super divertente, che mostra forse il fianco solo per quanto riguarda il basso livello di difficoltà generale (anche alla difficoltà più estrema) e sul lato dell’intelligenza artificiale, in quanto i nemici di turno (a parte una tipologia di nemici bella tosta che apparirà verso la fine del gioco) sembreranno sempre dei sacchi da boxe a dir poco impotenti e spaesati, pronti ad incassare colpi e che poco si presteranno al gioco di squadra, a volte bloccandosi completamente anche se rimarremo immobili di fronte a loro, e a conferma di ciò gli sviluppatori puntano spesso durante i combattimenti del gioco più sulla quantità dei nemici su schermo che sulla loro furbizia.

Oltre ai gadget avremo a disposizione anche ben 28 costumi alternativi sbloccabili (non vi perdete il nostro approfondimento dedicato) provenienti dai più improbabili famosi archi narrativi di Spidey, ognuno con la sua abilità a tema (ad esempio, la tuta di Spider-Man Homecoming, che nel film viene sviluppata e ceduta a Peter da Tony Stark, sarà accompagnata dallo ‘Spider-Bro’, uno spider-drone che infliggerà danni elettrici ai nemici), che una volta sbloccata sarà comunque utilizzabile con qualsiasi costume.

Gadget e costumi alternativi sono direttamente collegati alle attività secondarie del gioco in quanto queste ultime ci daranno vari tipi di gettoni con cui sbloccarli.

Sebbene la cosa non sia un gran problema per i costumi alternativi, che per quanto desiderabili sono sicuramente secondari, è un problema per i gadget. Quelli essenziali verranno ovviamente sbloccati nelle prime ore di gioco, ma i loro potenziamenti e altri gadget più potenti (e più fighi) no, rendendo quindi quasi obbligatorio il compimento di parte delle attività extra, che sono la parte meno riuscita di tutto il titolo.

Intendiamoci: non sono un completo disastro. Alcune, come i fortini di Fisk (e di altri super-cattivi), ad esempio, sono delle classiche sfide ad orde di nemici in cui otterremo gettoni extra compiendo vari obiettivi extra, che valorizzeranno fino al midollo il combat system del gioco. Anche le sfide di Taskmaster sono varie (sfide stealth, disarmo di bombe, inseguimenti a tempo ecc) e ben riuscite ed alcune anche abbastanza ardue nel caso in cui desidereremo raggiungere il livello massimo. Ma per il resto, scattare fotografie agli edifici più famosi di Manhattan, raccattare gli zaini di Peter o inseguire piccioni per un nostro amico senzatetto con una strana fissa per questi esseri pennuti (sì, avete letto bene…), ecco, non sarà proprio ciò che ti aspetti da un titolo che in tutte le altri situazioni raggiunge spesso livelli di spettacolarità degni di un film Marvel.

Marvel’s Spider-Man – Come in cielo, NON così in terra…

La New York composta da Insomniac Games è tutto! E’ tecnica, è arte, è quasi la vera protagonista del gioco, un’incredibile ragnatela delle strade di NYC (dalle più famose a quelle più particolari) riprodotte con gusto e cura per il dettaglio.

Ci basterà salire su uno dei grattacieli più alti di notte per renderci conto del perfetto studio planimetrico svolto sui flussi stradali più conosciuti, e poi, girando lo sguardo nei sobborghi, ammirare il cubismo quasi Picassiano delle viottole asimmetriche che affogano tra gli staglianti palazzi di mille colori.

Ci basterà volteggiare per qualche minuto per accorgerci che allo stesso modo questo quadro altro non è che un percorso ben studiato ed equilibrato dai californiani di Insomniac per permetterci di raggiungere il punto B dal punto A senza volerci far usare il fast travel.

Gli interni degli edifici, visibili di giorno ma soprattutto di notte, quando nelle case si accendono le luci, sentono solo l’assenza di gente al suo interno, quasi domandano vita. E poi fumi di scarico, scale antincendio taxi gialli in ogni strada, cartelloni pubblicitari che ci mostrano l’ultimo telefonino o l’ultimo capo d’abbigliamento alla moda (o perché no, megaschermi che ci ricordano il bel faccione di J. Jonah Jameson), tutto è un dettaglio che probabilmente darà forma (o semplicemente risponderà) al nostro immaginario della Grande Mela, metropoli che sarà cangiante, camaleontica, sempre adattata in base al contesto narrativo del momento.

In questo ambito l’unico criticismo che viene da fare al titolo è per quanto riguarda le fasi a piedi, che vanno bene solo finché si sta combattendo, in quanto nelle fasi di calma non potremo fare a meno di notare la scarsa varietà di texture e di interazioni coi pedoni, le loro reazioni davvero poco realistiche e un traffico che spesso si muove un po’ a caso, il tutto salvato fortunatamente da un livello tecnico che si mantiene comunque molto alto.

Uno sfondo comunque fantastico, insomma, per un’avventura narrativamente riuscita, dal ritmo medio molto alto. Empatizzeremo subito con il nostro nuovo Peter Parker videoludico (probabilmente più riuscito di alcuni P.P. cinematografici), che vive di drammi interiori come nella più classica delle storie su Spidey, ma riuscitamente modernizzato. Seguirà ciò che i social dicono sulla sua doppia personalità, messaggerà con MJ a più riprese e persino con Zia May.

Una storia che inizia col botto ma che poi, c’è da dirlo, cala un po’ di ritmo fino alla seconda metà, in cui poi tutto viene narrato con una serie di situazioni davvero ben riuscite. Arriveremo anzi a provare la sensazione che si sia voluto narrare troppo in troppo poco tempo, e sebbene tutto torni nell’ottica della storia che si è deciso di raccontare in questo primo (e quasi sicuramente non ultimo) capitolo, forse si poteva dare un po’ più di spazio a certi personaggi, magari sfruttando meglio le missioni secondarie.

L’effetto finale è comunque un riuscitissimo universo what if in cui tutto è un vortice di citazionismo rimescolato seguendo però una vecchia ricetta classica e funzionale.

Sapremo già, spesso, dove andrà a finire una determinata situazione, ma non come.

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Il suo vero nome è Pietro, è del '94 ed è appassionato di videogiochi e di altre forme di intrattenimento, come film e libri, soprattutto a tema fantascientifico. Insomma, il classico nerd ma senza il QI sopra la media. Si nutre di mele pixellose quasi ogni giorno, che di certo non gli levano il medico di torno.