Shadow of the Colossus Remake – recensione di Valentina Akemimas
Quando un gioco possiede un’anima profonda, neanche il tempo può farla svanire dalla memoria dei giocatori e sebbene Shadow of the Colossus abbia ormai qualche anno sulle spalle, il suo remake, uscito il 7 Febbraio 2018, è stato accolto con un entusiasmo smisurato.
I Bluepoint Games hanno ripreso l’opera di Japan Studios e ce l’hanno riportata in forma smagliante: sta ora a noi godercela!
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Shadow of the Colossus – Il sussurro degli dei.
La storia di Shadow of the Colossus è narrata con delicatezza ma non per questo non resta impressa.
Un ragazzo impugna una spada proibita, si dirige in una terra ai confini del mondo nella quale nessuno dovrebbe mettere piede, per chiedere a delle divinità perdute una delle cose più sacrileghe mai concepite: il ritorno dalla morte.
La fanciulla che giace fra le sue braccia è ormai avvolta tra le spire dell’oscurità e lui e disposto a qualsiasi cosa pur di riaverla con sé, persino ad accontentare l’assurda richiesta degli dei: uccidere i Colossi che abitano quella terra.
Qui inizia il nostro viaggio alla ricerca di queste creature gigantesche, tentando di ottenere la vita della ragazza e forse richiedendo un sacrificio più grande del previsto.
Tutto ciò ci viene raccontato sommessamente, tra uno scontro e l’altro la storia si evolve e il narratore silente che è la terra da noi solcata è senza dubbio il più efficace per un titolo del genere. Il gioco incanta, seduce il giocatore e lo tiene stretto a sé fino alla fine, senza lasciarlo un secondo.
Shadow of the Colossus – La scalata verso il successo.
Fondamentalmente la parte ludica di Shadow of the Colossus è molto semplice da spiegare: si corre a cavallo, si combattono i colossi, si ripete.
La terra sconfinata che ospita la nostra avventura è ricca di paesaggi, di piccoli animali da cacciare per ottenere ulteriore barra della stamina e altrettanti frutti per la vita, ma per il resto si rivela stranamente “vuota”. Questo avviene perché al titolo non servono centinaia di indicatori a schermo, la missione del giocatore è ben precisa e non va distratto da quest’ultima: il nostro compito è affrontare esseri otto volte più grandi di noi e per farlo necessitiamo di tutta la concentrazione possibile.
Una volta giunti ai Colossi infatti, la prima cosa che si nota è che presentano parti in pietra impossibili da colpire e parti più morbide, rappresentate da un pelo soffice, dove invece potremo arrampicarci. Compresi i movimenti del Colosso e i suoi punti d’appiglio, dovremo aggrapparci a lui e scalare la sua possente fisicità in modo rapido ma attento e ragionato: come detto in precedenza infatti, il protagonista ha una barra delle resistenza ben delineata ed esaurita quella cadremo rovinosamente al suolo, a volte morendo nell’impatto.
La scalata si rivela forse un po’ troppo macchinosa, poiché per eseguirla servirà tenere premuto un tasto e contemporaneamente muoversi con attenzione sulla creatura, cosa più facile a dirsi che a farsi. Risulta quindi molto importante dosare la resistenza ed osservare il Colosso per comprendere quale percorso eseguire per arrivare ai suoi punti deboli, dove dovremo attaccarlo con la nostra spada più volte per ucciderlo.
Oltre ad essere più di uno e collocati in zone del corpo diverse, i punti deboli sono anche complessi da raggiungere a causa dei movimenti del Colosso che non gradisce molto la nostra presenza su di lui e tenterà in tutti i modi di farci cadere. C’è anche da sottolineare che l’imponente creatura, una volta individuatici, non starà certamente a guardare e tenterà di attaccarci.
Queste semplici dinamiche rendono ogni scontro differente, con Colossi sempre più alti, più grossi, subacquei, volanti, con attacchi possenti o più rapidi nello spostarsi ecc.
Dare per scontata una scalata risulta quasi sempre fatale ed è quindi importante capire la creatura, studiarla e poi approcciarvisi. Se aggiungiamo poi la presenza di Agro, il nostro fedele destriero, alla formula già ben congegnata dal titolo, non si può che migliorare ulteriormente.
Egli non facilita solo l’esplorazione delle terre, ma può essere usato anche durante gli scontri per inseguire Colossi particolarmente veloci.
Il gioco spinge quindi al ragionamento e alla comprensione del Colosso prima di affrontarlo, sfruttando tutti i mezzi a nostra disposizione, e portando l’esperienza a non essere un semplice “butta giù il gigante”.
Shadow of the Colossus – La bellezza in movimento.
Doveroso è spendere qualche parola sulla resa visiva di questo titolo: Shadow of the Colossus è semplicemente immenso, seppur nella sua semplicità. La landa apparentemente desolata che ci ritroveremo di fronte è in realtà ricca di ecosistemi differenti nei quali è piacevole cavalcare in groppa ad Agro anche solo per il semplice gusto di ammirarli.
La cavalcata è resa fantastica dallo studio che all’epoca il team fece per realizzarla: molti degli sviluppatori presero lezioni di equitazione per comprendere meglio come l’animale si muovesse e riportarlo al meglio in game e questo, ad oggi, ha permesso al titolo di avere una delle “esperienze equine” più realistiche in circolazione, nonostante gli anni siano ormai trascorsi.
I Colossi hanno bisogno di una menzione a sé; le creature risultano tutte diverse, tutte imponenti a modo loro, complesse nei movimenti e nella struttura fisica e incantano alla prima vista e anche alla successiva. Se poi ci concentriamo sulla qualità del remake in sé, Bluepoint Games ha fatto un lavoro strabiliante, riprendendo le basi del lavoro originale ma rendendolo degno di girare su PS4: Shadow of the Colossus è una gioia per gli occhi, un tripudio di movenze, realismo, colori… una semplice bellezza in movimento.
La colonna sonora è assolutamente strepitosa e riconoscibile tra mille, con brani capaci di accompagnare perfettamente ogni scontro con i Colossi e i silenzi posizionati nei punti giusti.
Shadow of the Colossus – Il realismo dell’emozione.
Le sensazioni che Shadow of the Colossus restituisce sono uniche: la sofferenza insita nel vedere i Colossi accasciarsi al suolo o la fatica provata durante la scalate sono talmente reali da coinvolgere il giocatore completamente nell’avventura. Ciò porta a non accorgersi del passare delle ore; per completare il titolo ne servono sulle 10-15 a seconda della nostra bravura o del tempo che ci prenderemo per osservare il mondo che ci circonda.
Il prezzo di lancio del remake è di soli 40 euro, giusti trattandosi di un titolo ormai “vecchiotto”, ma assolutamente pochi in confronto alla qualità che l’opera ci riserva.
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Vi lasciamo ad una videorecensione di più di due anni fa, dove le impressioni erano quelle fatte sul primo remake dell’opera, ovvero quello presentato su PS3 insieme ad ICO, che risulta comunque calzante con il discorso fatto su questo ultimo remake! Buona visione.
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