Legendary Eleven – Recensione Early Access – PC Windows

Legendary Eleven – recensione Early Access a cura di Glitcherhood

Nell’ultimo periodo l’industria dei giochi di calcio sta sfornando qualche titolo di nicchia che cerca di distanziarsi dal “tridente” FIFA – PES – Football Manager. Molti di questi si concentrano sull’esperienza arcade, sull’azione pura. Legendary Eleven si può considerare uno di questi, ma sarà all’altezza della sempre più numerosa concorrenza?

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Legendary Eleven – Stile Retrò, ma non retrò con stile

Il primo aspetto che salta all’occhio dell’utenza è il pesante filtro Retro che permea questo gioco, non solo graficamente: per quanto possa essere una interessante boccata d’aria che lo distanzia dal resto dei titoli recenti, per chi ha un pochino di memoria storica videoludica e ricorda con amore ed orgoglio il periodo d’oro delle sale giochi può notare come Legendary Eleven sia un collage di molti coin-op dell’epoca: Il sistema dei bonus e degli “Assi”, i giocatori migliori della squadra (fattore che non si fa poi così sentire in realtà, occasione persa) è preso dai Super Sidekicks del periodo Neo Geo, i supertiri dai giochi di calcio della Tecmo.

Invece per il vero e proprio filtro retro, inteso proprio come “effetto anni 70” applicato alla grafica di gioco (di cui parleremo più avanti), possiamo andare un po’ più avanti negli anni e puntare ad un titolo che è un po’ una “incompiuta” del videoludico calcistico, ovvero Viva Football, uno degli ultimi giochi distribuiti da Virgin.

Se questo collage fosse stato composto con criterio si potrebbe definire una ottima decisione di marketing, ma…

Legendary Eleven – Un 11 troppo omogeneo

… queste idee non sono sfruttate mai con decisione, e quindi mai con ottimi risultati.

Purtroppo questo sarà un elemento ricorrente in molti dei fattori decisivi di questo titolo.

Abbiamo già velocemente discusso della meccanica degli Assi: approfondendo il discorso, ogni squadra avrà a sua scelta una serie di “carte” da scegliere, una speciale (che potenzia l’intero team in maniera particolare, dal recupero della energia, al tifo del pubblico) e tre normali (che potenziano zone del campo, o giocatori singoli, gli assi appunto).

Oltre a non avere alcun peso palpabile una volta scesi in campo, non sono nemmeno personalizzate in base alla nazione scelta, andranno invece sbloccate con vittorie in coppa e negli scenari di gioco, che altro non sono che partite storiche prese in determinati minutaggi, dal ’70 al ’92 (i giocatori sono “evergreen”, il Brasile ha Socrates a centrocampo, Romario e Bebeto in attacco, ritornando sul discorso dell’indecisione).

Peccato, non sarebbe stato male avere un asso in difesa nell’Italia, un portiere imbattibile alla Yashin nella URSS, e così via.

Legendary Eleven – Instagram ed Instagoal

Anche la scelta grafica è piena di buone intenzioni, ma solo quelle: a prescindere dal pugno in un occhio che è il menu/serigrafia (bell’idea, ma terrei alle diottrie), in alcune situazioni questa scelta non è stata studiata bene.

In determinati casi l’illuminazione unita al filtro retro non fa distinguere una squadra dall’altra, o dall’arbitro.

L’alto contrasto tipico di questo stile fa un po’ male agli occhi dopo qualche partita.

Tralasciando la fisica del gioco, chiaramente arcade quindi “trascurabile”, passiamo al cuore del titolo, la meccanica della partita… che è ben chiara, in quanto è una sola.

La strada per la vittoria si basa su una domanda: creare una fitta ragnatela di passaggi in modo da attivare il super tiro, che è nel 99.9% un gol automatico, trovare lo spazio per caricare un leeeeeentissimo tiro potente (quasi impossibile, specie a livelli difficili o in multiplayer), o sperare nel glitch del portiere?

Non si può trascurare la randomicità di alcune reti causate dal portiere, che è assolutamente slegato dal nostro controllo, questo si in stile arcade vecchio stile, a tratti però non un grosso pregio.

In quanto al Super Shot, questo è uno solo, uguale per tutti, con una scelta randomica di un “gran totale” di 3 animazioni, dove il giocatore è invincibile ed intoccabile, grandissimo Venezia al limite dell’aria, solitamente autore di una semirovesciata su autoalzata, dove gli arti si contorcono in configurazioni degne di una chiave articolare di Ultimate Muscle (poteva essere semplice fare il paragone con Holly e Benji, ma a me piace rendermi la vita difficile).

Il resto delle meccaniche è tutto un continuo “vorrei ma non posso”: i passaggi sono automatici come tutti gli arcade che si rispettano, ma si è voluto tenere fuorigioco e cartellini.

La modalità torneo è presa pari pari dai coin-op dell’epoca (anche se la vittoria del girone vale 3 punti, pure se sto giocando URSS – Jugoslavia…), ma ogni giocatore ha una barra della resistenza…

Le impostazioni sul minutaggio mi hanno fatto storcere la testa ancor di più: 3, 5… 8… DIECI minuti?

Il suo meglio, come norma, questo titolo lo dà nel couch multiplayer, la caccia per il “meta” che possa portare alla vittoria, gli insulti e la competizione, rendono Legendary Eleven piacevole da giocare in compagnia.

Presente anche il multiplayer online, sfortunatamente landa desolata dall’uscita del gioco.

Trovate il gioco, nella sua versione PC, su Steam, al prezzo di 9,99€ nella sua versione Early Access… Speriamo vivamente che molti dei difetti riscontrati in sede di recensione possano essere sistemati dagli sviluppatori di Eclipse Games!

Il gioco è disponibile anche su Switch e sono previste uscite anche su PS4 e Xbox One a brevissimo!

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Anziano dentro e fuori, la pre-didattica l'ha passata sullo Spectravideo, l'infanzia dal Commodore 64 al Sega Mega Drive, la pubertà fissa sul PC. Non il re delle feste quindi. Raro caso di nerd sportivo, esterofilo convinto, pallavolo dipendente, in attesa di un videogioco manageriale (o non) decente su questo sport dall'alba dei tempi. Ma questo bell'omino in realtà nasconde un oscuro segreto... - TWITCH