Inno alla fantasia – Are you ready to dream player one?

Guest Post – a cura di Francesco Soccolini, editor e founder di meniac.it

Sono cresciuto giocando in strada, all’aperto. Esploravo la campagna e i suoi miracoli. Mi sono sbucciato le ginocchia sull’asfalto mille volte e ho lasciato litri di sudore nella piazzetta giocando a calcio.

Nonostante la mia propensione nel voler crescere sotto lo sguardo del cielo, l’ avvento degli home-computer fu per me amore a primo joystick.

Pertanto tra scuola, compiti, calcio e Ghost’N Goblins le mie giornate scorrevano piene di input che arrivavano da ogni dove.

Così i videogiochi sono diventati una componente importante del mio personale processo di crescita.

Ho sempre usato molto la fantasia e i mondi che trovavo nei videogiochi mi affascinavano e continuano tutt’ora a farlo.

Tantissime volte dinanzi ad un’estesa vallata verde ho immaginato di essere nel regno di Hyrule. Questo per farvi capire quanto ero immerso tra realtà  e finzione.

Usare la fantasia. Questo è il punto. In età adolescenziale poi, quando gli ormoni prendono il sopravvento, ho iniziato a dividere il tempo tra i reali bisogni di quell’età e l’immersione nei libri game, nei gdr e nelle avventure punta e clicca.

Così ho viaggiato per mondi sconosciuti, affascinanti e pieni di pericoli. Ho sconfitto creature disumane, salvato popoli, creato regni e baciato bellissime donne.

In tutto questo il mio fedele Amiga 500 è stato compagno di tante avventure. Mi ha permesso di addentrarmi nei rudimenti dell’informatica, unendo l’utile al dilettevole, tanto da fare di questa passione poi il mio lavoro.

Ed oggi, con molti meno capelli e la barba che inizia ad imbiancare, non sento il minimo bisogno di smettere di fantasticare.

Usare l’immaginazione è tutto. Continuare ad evadere dall’impietosa routine che la vita ci impone è per me fondamentale. Non mi basta andare al bar o fare una partita di calcetto per sentirmi libero. Devo staccare la spina e tuffarmi in mondi lontani e surreali. Solo così riesco veramente a rilassarmi e recuperare energia.

Gli attuali rumors che minacciano la fine del single player nei videogiochi mi fanno tremare. Addio single player, addio fantasia.

L’ottava arte, il mondo videoludico, è uno dei maggiori veicoli di grandi narrazioni, di favolosi universi e scontri dalle proporzioni epiche. Un fitto ecosistema fatto di poligoni che permette di usare la testa e vivere in prima persona l’evolvere di trame, spesso con uno spessore pari a quelle dei migliori romanzi.

Perchè quindi volere la fine di tutto questo?

Mi rincuora l’uscita di grandi IP che continuano ad abbracciare il single player come modalità di gioco principale e mi sento di supportare il mercato indipendente in quanto alfiere dell’innovazione e del coraggio.

Ma stiamo molto attenti a dove investiamo il nostro tempo e i nostri guadagni perchè i grandi stanno a guardare, raccolgono statistiche e ne fanno poi prodotti. Facciamo capire ai nostri figli che vivere le gesta di Link è molto più costruttivo che darsi battaglia in multiplayer.

Facciamogli digerire i puzzle game e le avventure grafiche, magari proponendo qualche grande classico del passato. Facciamoli sognare. Facciamogli dire wow! ( e non mi riferisco a world of warcraft n.d.r.).

Ma sopratutto non smettiamo di giocare e di usare l’immaginazione.

La fantasia aiuta a sognare.
Sognare aiuta a vivere.

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