Trials Of The Gauntlet – Recensione – PC Windows, MacOS, Linux

Trials Of The Gauntlet – recensione di Valerio Vega

Tra una birra di troppo e un esame, alcuni studenti che stanno per laurearsi, decidono di formare i Broken Dinosaur Studios e di partorire questo Trials Of The Gauntlet. Un progetto indie che entra di diritto nella nostra rubrica INDIEscount, visto il suo prezzo di 1,99€. Scopriamolo…

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Trials Of The Gauntlet – L’arte del rampino…

Bionic Commando, nel 1987, nelle sale giochi di mezzo mondo, appassionava l’utenza videoludica di allora, con il suo personaggio che non poteva saltare, ma aveva un rampino che gli permetteva di aggrapparsi agli oggetti più disparati dei suoi 5 livelli per arrivare alla fine.

Successivamente di rampini videoludici ne abbiamo visti tanti ed utilizzati in tante maniere… Da Pang a Super Metroid, per finire anche al remake dello stesso Bionic Commando di una decina di anni fa e tanti altri.

Dall’idea del rampino sono partiti Patrick O’Connor, Joshua Suskalo, Christian Hall, Arthur Parker, Dorsey Ledger, Natalie O’Connor, Landon Creech, Nathan Andre, Cassandra Doeinck e Nicholas Kovacevich, tutti studenti universitari in attesa di laurea che, invece di mettersi a studiare, hanno deciso di fondare la software house Broken Dinosaur Studios e creare questo gioco.

Un platform super retrò, con una grafica leggermente più evoluta di quella dei sistemi 8-bit, ma inferiore a numerose produzioni a 16-bit, con un personaggio che, a differenza del protagonista di Bionic Commando, può sia saltare che utilizzare il suo rampino per muoversi tra i livelli.

Trials Of The Gauntlet – L’insostenibile leggerezza dell’essere

La storia non ve la spoileriamo per pietà, ma sappiate che vestiremo i panni di un ragazzo con un arto bionico, che si muoverà attraverso le stanze di una villa gigantesca alla ricerca dello scienziato che gli ha impiantato questo braccio bionico.

Durante il cammino troveremo riferimenti alla diatriba tra Tesla ed Edison nota come la guerra delle correnti, ma non osiamo dirvi altro, per non rovinarvi la fine del gioco… Ammesso che vogliate giocarlo.

Si perchè seppur il prezzo sia ridicolo (parliamo di 2 euro, che lo fanno entrare di diritto nella nostra rubrica indiescount dedicato agli indi che costano poco) ci troviamo di fronte ad un prodotto che forse nemmeno li vale… 

La grafica come detto è retrò, ma questo non sarebbe nemmeno un difetto, sopratutto per i retrogamer, ma i problemi arrivano quando iniziamo a parlare di giocabilità e longevità, ovvero di elementi fondamentali per poter apprezzare un gioco.

Trials Of The Gauntlet – Agili e scattanti, ma solo con mouse e tastiera

Per quanto riguarda la giocabilità iniziamo con il dire che abbiamo la possibilità di giocare solo con mouse e tastiera, in quanto il controller, seppur supportato, non è settabile per tutte le azioni che il nostro personaggio potrà compiere.

Non sarà infatti possibile utilizzare l’analogico destro al posto del mouse per direzionare il nostro rampino, costringendoci di fatto a giocare con mouse e tastiera.

Come dicevamo il mouse direzionerà il nostro rampino, che si attiverà con la pressione del tasto destro. Tutto il resto invece sarà fatto da tastiera.

Con essa saremo in grado di muoverci nei livelli, saltare, utilizzare l’arto bionico come sciabola, switchare arma (dal braccio semplice al braccio elettrificato) e lanciare bombe.

I comandi ci sono apparsi nel complesso solo sufficienti, con qualche problema di sincronia in alcune fasi di gioco.

I livelli sono tutti molto simili tra loro, specialmente nei fondali, copiati ed incollati livello dopo livello e l’unica cosa ad avere un certo grado di variazione è la colonna sonora… Non memorabile, ma nemmeno fastidiosa.

La curva di apprendimento è bassa ed il livello di sfida non raggiunge mai picchi da rage quit, con una longevità che si assesta intorno ad un’ora, un’ora e mezza al massimo.

Scarsa la varietà dei nemici (3), idem quella di boss di fine livello (2), per un gioco che purtroppo sfigura, e di parecchio, vicino allo stesso Bionic Commando del 1987 di cui vi abbiamo parlato poco fa…

La poca varietà di ogni cosa, dai nemici, agli enigmi, ai livelli, finisce per portare alla noia ben presto, con il rischio che non si riesca a finire il gioco, nonostante basti pochissimo.

Trials Of The Gauntlet – Chi potrebbe mai provarci allora?

E se a questo punto vi starete chiedendo chi mai dovrebbe spendere questi 2 euro per il gioco, beh vi rispondiamo subito.

Questo gioco può essere acquistato dai sognatori, per sperare che un giorno questo gruppo di ragazzi possa, con un budget superiore allo zero cosmico assoluto utilizzato adesso per programmare questa sciocchezza con Unity, creare un videogioco serio.

Per tutto il resto del mondo il nostro consiglio è quello di recuperare il già troppo citato Bionic Commando!

Dall’indiescount è tutto… A voi la linea!

PAGINA STEAM DEL GIOCO

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Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”
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