Rise Of Insanity – Recensione – PC Windows

Rise Of Insanity – recensione di LaraPadawan

Uscito dall’Early Access l’11 Marzo, disponibile per PC e Linux, il gioco è anche in versione Oculus Rift, Htc Vive e Gear VR, abbiamo giocato Rise Of Insanity sviluppato dal team indipendente Red Limb Studio, e oggi vi raccontiamo la nostra esperienza.

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Rise Of Insanity – La Storia

All’inizio diciamo che abbiamo brancolato un attimino nel buio, impersonando il professor Stephen Dowell, insegnante di psicologia, siamo andate all’esplorazione nei recessi più bui della mente umana, per cercare la verità dietro alla tragedia che ha colpito la famiglia del nostro protagonista.

Pur trattandosi dell’ennesimo horror pisocologico, la storia di Rise Of Insanity è ben snocciolata, e prende spunto da alcuni capolavori che hanno fatto la storia, tipo: The Shining, l’Esorcista e Silent Hill (soprattutto quest’ultimo ricordato spesso da Ninny mentre giocava il titolo – ndr).

Non vogliamo spoilerarvi troppo su questo titolo perchè a nostro avviso vale la pena di essere giocato, proprio per il tema attuale di cui parla, la malattia mentale (tema già affrontato in Layers Of Fear).

Raccontata in modo originale, con una narrazione di base solida, che immerge il giocatore nei torbidi intricati e inquietanti meandri della mente umana. Capace di tutto, anche di qualcosa che non può essere spiegato. (Come sempre Ninny ha cercato una spiegazione anche nell’inspiegabile eh! – ndr)

Ecco l’estratto da una delle live dedicate al gioco, giusto per farvi un’idea, poi torniamo con la recensione testuale…

Rise Of Insanity – Gameplay e dintorni

La visuale in prima persona rende tutto molto immersivo, di conseguenza i jump scare dovrebbero fare il loro dovere, ma durante il gameplay verrà sempre meno la componente “coccolone”, che lascerà il posto alla prevedibilità. Diciamo quindi che, più si va avanti e più saremo concentrati sulla storia e i suoi retroscena, anzichè sugli spaventi.

L’assenza di un menù di gioco, o di una barra della salute, rende tutto più coinvolgente, come fossimo veramente noi ad esplorare e provare le sensazioni e le esperienze del protagonista, che in viaggi onirici e scene del crimine si muove all’interno di ciò che la mente ricorda o vede (o crede di vedere?).

Dalla mia solita ricerca sugli sviluppatori del gioco ho scoperto che il Team dei Red Limb Studio ha una certa propensione per il VR, infatti in passato il loro primo titolo, poco conosciuto a dire il vero, fu Purge Day, gioco dalle meccaniche molti simili a quelle di RoI.

Chiaramente, proprio per questa loro propensione alla realtà virtuale, il titolo non è curato in modo maniacale, questo perchè sono stati messi sotto la lente d’ingrandimento aspetti che favoriscono il gameplay col VR, che noi non abbiamo ancora provato.

Rise Of Insanity – Grafica e colonna sonora

Quello che fa di un horror qualcosa di sconvolgente ed immersivo, a mio avviso, è la colonna sonora, gli effetti, oltre alla grafica naturalmente.

Ma quando viene a mancare la musica, come si crea tensione? Come si immerge il giocatore negli stati d’ansia? Ci vogliono musiche incalzanti, che ti spingono in certi momenti a chiederti “e ora dove scappo?”, a creare il classico panico del sentirsi senza via di scampo, del non sapere quale direzione prendere, per sfuggire all’imminente pericolo. E purtroppo qui il comparto sonoro è discreto ma non all’altezza, effetti sonori compresi, che a mio avviso potevano essere più curati… Nota dolente, è il caso di dirlo.

Graficamente le scene risultano “pulite”, gli ambienti angusti, con colori appropriati, diciamo che l’atmosfera che si crea tra ombre e luci rende giustizia ad alcune scene, e ne rende forse troppo “sobrie” altre. Apprezzabili le scene in bianco e nero con risalto di alcuni oggetti colorati.

Nulla di rilevante quindi, ma nella media, sicuramente influisce come detto prima la componente VR.

Rise Of Insanity – Vi diciamo la nostra

Ci è piaciuto il titolo? Si, anche se per certi aspetti non ci ha convinto molto, perchè un horror che si rispetti deve avere tutte le componenti e le caratteristiche di un gioco degno di questo nome e non può puntare solo sulla storia, che tratta inoltre un argomento già presente in tanti titoli in circolazione, ossia quello della pazzia e dei problemi mentali.

Insomma tutto poteva essere strutturato meglio, andando a curare gli aspetti che, di fatto, servono a creare tensione ed ansia in un genere di gioco che dovrebbe appunto spaventare.

La durata del titolo inoltre è molto breve, 3 ore e mezzo circa e la rigiocabilità è ridotta purtroppo allo zero.

Quindi diciamo che, se vi volete cimentare in una storia con un argomento attuale, senza troppe pretese, e senza aspettarvi chissà quali salti dalla sedia, questo è il titolo che fa per voi. Se invece cercate un horror capace di incollarvi alla poltrona con situazioni d’ansia, suoni ed effetti da coccolone, che lasciano il segno, allora questo gioco non fa decisamente per voi.

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Alessia Lara Padawan – Romana, youtuber, nerd fino al midollo, adora film, serieTV, cartoni animati ed è malata da anni di una grave forma di dipendenza dai videogames. Il suo motto è: “Se credi anche lontanamente che ne valga la pena… allora GIOCALO!”