Ghost in The Shell è un film diretto da Rupert Sanders uscito nelle sale italiane a Marzo 2017, non è più proiettato al cinema e finisce di diritto nella nostra rubrica “Cinema di Seconda Mano” dedicato ai film non più in programmazione nelle sale. Ecco la nostra recensione, ma prima… TRAILER!
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UN INTERO UNIVERSO SINTETIZZATO IN UN GRANELLO DI SABBIA
Per chi non conoscesse l’universo di Ghost in The Shell, tocca fare una premessa: parliamo infatti di un insieme di manga, anime, film, videogames e romanzi, che solo alla fine sono sfociati nel film che stiamo per recensire.
L’opera prima è datata 1989, ed è il manga omonimo di Masamune Shirow, che ha gettato le basi per tutto ciò che è venuto dopo e che ancora oggi rappresenta il più fulgido esempio di fumetto cyberpunk anni 90. Qualcosa che, nel tipico stile narrativo giapponese, lascia al lettore enormi margini di interpretazione rendendo il tutto ingarbugliato, ma allo stesso tempo misterioso ed affascinante come poche altre opere di genere.
Sono poi usciti due sequel, disegnati dallo stesso Shirow, ovvero Ghost in the Shell 1.5: Human-Error Processer e Ghost in the Shell 2: ManMachine Interface, entrambi usciti in un volume unico. Due film di animazione a regia di Mamoru Oshii (Ghost in the Shell del 1995 e Ghost in the Shell – L’attacco dei cyborg del 2004), tre serie tv (con due speciali di chiusura serie) e anche tre videogiochi!
Come dicevamo un vero e proprio universo, che in quanto formato da tanti prodotti inquietanti, a tratti disturbanti, misteriosi e con spunti di riflessione filosofici, ha creato una schiera di fan molto esigenti.
Questa premessa è d’obbligo perchè sarà la base di partenza del metro di giudizio che si avrà nei confronti del film di Sanders, che da questo universo si discosta enormemente, preferendo spiegare tutto, anche troppo e lasciando all’immaginazione quasi nulla.
BEAUTY AND A BEAT
La trama del film ci porta in un futuro remoto, dove a farla da padrone sono gli “impianti cibernetici”, vere e proprie opere d’arte tecnologica che possono sostituire parti di corpo reali, trasformando gli esseri umani in mezzi cyborg, andando ad amplificare le capacità della parte sostituita. Braccia bioniche super forzute, occhi con visione notturna e zoom 80X, gambe in grado di far spiccare salti enormi ecc.ecc…
Maggiore (Scarlett Johansson), membro operativo della task force Sezione 9, è però molto più di questo: è una perfetta macchina da guerra che di umano ha solo il cervello (e quindi anche l’anima, ovvero il “ghost”), salvato dal suo corpo prima della morte, impiantato in un corpo interamente artificiale (lo shell). E’ il meglio dei due mondi, secondo la dottoressa Ouélet (Juliette Binoche) che l’ha creata.
Maggiore, insieme al suo team, capitanato da Beat (Takeshi Kitano), favoloso in ogni sua scena e quasi decontestualizzato dal resto del film (recita in giapponese sottotitolato), indaga sul misterioso Kuze (Michael Pitt), un uomo che hackera le menti e vuole la morte di tutti i pezzi grossi della Hanka Robotics, l’azienda che ha creato proprio la protagonista del film.
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PIU’ SHELL CHE GHOST
Con una trama che non appartiene all’anime (da cui sono prese alcune scene cardinali, tutto il design della città e dei personaggi principali oltre che qualche dialogo) e con uno stile narrativo che abbandona la strada mistica del manga per intraprendere quella di una storia lineare, spiegata sempre, passo dopo passo, con personaggi importanti spesso solo abbozzati (quello di Kuze su tutti), questa versione Made in USA di Ghost in The Shell firmata da Sanders finisce per poter appagare soltanto chi del “vero” Ghost in The Shell non conosce nulla.
Si perchè ci troviamo di fronte ad un film visivamente appagante, spettacolare nella sua ricostruzione di un futuro remoto, cupo, umido ed in qualche modo asettico, con delle scene di azione che, specialmente se viste con un sistema 3D, fanno la loro porca figura e con un comparto sonoro distante anni luce da quello dell’anime ma tutto sommato azzeccato al contesto visivo del film stesso, insomma siamo di fronte ad una pellicola che può piacere… A patto però di non avere mai avuto contatto con i sopracitati anime e manga, perchè in questo malaugurato caso, tutto sarà un gigantesco buco nell’acqua!
Si perchè ci sarà solo apparenza e zero essenza, ci sarà uno shell lucente, ma mancherà il ghost, non si percepirà l’anima di questo film che alla fine, anche a causa di dialoghi ridotti all’osso e spesso fini a loro stessi, alla fine della fiera non permette alla fantasia di spiccare il volo e finisce per lasciare appagati solo con gli occhi e non con il cuore.
E’ tutto semplice quando non dovrebbe esserlo ed approssimativo quando invece si dovrebbero spiegare meglio le cose, ed alla fine l’opera finisce addirittura per modificare così tanto la trama da cambiarne totalmente il senso nel finale.
Ai botteghini è stato FLOP! Forse proprio per la feroce critica della fan base del mondo di Masamune Shirow che alla fine ha coinvolto negativamente anche il pubblico ignaro, che forse avrebbe potuto apprezzare questo film.
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