The Town Of Light – PC – Recensione

The Town Of Light – PC – Recensione – A spasso con Lara

Oggi vi parlerò della mia esperienza con un gioco che fu presentato come “l’Horror game italiano“, creato dalla Compagnia Indipendente LKA, con sede a Firenze.

Comincio subito col precisare che in realtà il gioco non è un Horror, ma ad ogni modo quello che la storia ci narrerà sarà orribile.

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MANICOMIO DI VOLTERRA

Volterra, Italia 1938 – Renée, una ragazza di 16 anni, per volere della madre, viene rinchiusa nel manicomio locale. Inizia da qui la storia raccontata in The Town of Light, avventura grafica a sfondo psicologico tutta made in Italy.

Dopo l’introduzione ci si ritrova nello stesso posto, ma ai giorni nostri. Il compito da affrontare è quello di ripercorrere attraverso i ricordi della protagonista, l’esperienza e la “pazza” scienza psicologica imperante negli anni del fascismo in Italia.

I manicomi o ospedali psichiatrici (cambia il nome non l’oscenità rappresentata), sono stati chiusi per la legge Basaglia, promulgata nel 1978, ma questo non può far dimenticare le torture e le barbarie perpetrate ai danni degli uomini e delle donne che sfortunatamente finirono in queste carceri, regno dell’umiliazione e della disumanizzazione degli esseri umani.

The Town of Light è ambientato, come detto, nel manicomio di Volterra, clinica realmente esistita e fedelmente riprodotta.

Esplorando l’edificio, ormai in rovina e in disuso da decenni, rivivremo i confusi ricordi di Renèe, che ha vissuto per anni rinchiusa tra quelle pareti.

Le vicende sono ispirate ad eventi realmente accaduti e proprio questo rende il gioco non solo il racconto di una sconvolgente e toccante storia vera, ma anche una chiara denuncia storica e sociale.

Da questo punto di vista, la cura dei dettagli è davvero ottima. Il comparto narrativo è sicuramente uno dei punti forti del gioco.

The Town of Light riesce a trattare il tema della follia in modo originale; l’impressione che ho avuto è che gli sviluppatori non abbiano mai nè voluto nè tentato di far immedesimare il giocatore nella protagonista Renèe.

Se da un lato è vero che probabilmente ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è sentito diverso, alienato, fuori posto, è anche innegabile che ciò non è sufficiente a permetterci di comprendere appieno cosa può voler dire essere un’adolescente rinchiusa in un manicomio in un’epoca in cui pratiche come lobotomia ed elettroshock erano all’ordine del giorno.

Al contrario, la sensazione è quella di vivere la storia dal punto di vista di Renèe, ma immedesimandosi in un invisibile osservatore esterno, come se fossimo un fantasma in grado di vedere tutto ma interagire con niente.

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UN PERCORSO DI ORDINARIA FOLLIA

Parliamo ora del gameplay… In quanto gioco d’atmosfera, da questo punto di vista, The Town of Light non offre comprensibilmente nulla di particolare. Tutto ciò che dovremo e potremo fare è esplorare il manicomio di Volterra, alla ricerca di luoghi chiave in grado di rievocare i ricordi di Renèe e ricostruire la sua storia.

A volte è richiesto di compiere determinate azioni, ad esempio riattivare la corrente per azionare l’ascensore e trasportare una sedia a rotelle al primo piano, ma non si può parlare di veri e propri enigmi.

Ad aumentare l’interattività, per fortuna, vi è la possibilità di compiere alcune scelte durante l’avventura, che permettono di far evolvere la storia in modo differente, offrendo punti di vista differenti su quello che accade alla (e nella) protagonista.

Questa caratteristica ha, inoltre, il duplice pregio di aumentare notevolmente il tasso di rigiocabilità dell’avventura, vista la breve durata del titolo, completabile senza problemi anche in meno di tre ore.

Dal punto di vista tecnico, il lavoro svolto è molto buono, ottima la realizzazione del manicomio, riprodotto molto fedelmente, così come la vegetazione e i paesaggi esterni.

La visuale è in prima persona e le scene in cui compaiono altre persone sono relativamente poche, se escludiamo le cutscene, che vale la pena citare, visti gli ottimi disegni caratterizzati da uno stile “grottesco” che si abbina perfettamente all’atmosfera di gioco.

Per quanto riguarda il comparto audio, troviamo effetti sonori ben implementati, una colonna sonora in realtà composta prevalentemente da (azzeccatissimi) silenzi e poche tracce, comunque di buon livello.

È presente anche un doppiaggio in italiano, di buona qualità.

In definitiva lo consiglio a chi vuole ripercorrere un periodo storico difficile dove l’ignoranza sulla precaria conoscenza di una malattia (all’epoca sconosciuta) cambiò molte vite e se volete approfondire l’esperienza di Renèe vi consiglio di leggere il suo Diario QUI 

Requisiti Minimi:
• OS: Windows 7/8/10 64bit
• Processor: Intel Core i3 or equivalent AMD
• Memory: 4 GB RAM
• Graphics: NVIDIA GeForce GTX 460, AMD Radeon HD 6770 with at least 1 GB VRAM
• DirectX: Version 11
• Storage: 8 GB available space
• Sound Card: DirectX Compatible
• Additional Notes: Supported Controllers: Xbox 360 or Xbox One compatible

Requisiti Raccomandati:
• OS: Windows 7/8/10 64bit
• Processor: Intel Core i5 or equivalent AMD
• Memory: 8 GB RAM
• Graphics: NVIDIA GeForce GTX 560, AMD Radeon HD 7790
• DirectX: Version 11
• Storage: 8 GB available space
• Sound Card: DirectX Compatible
• Additional Notes: Supported Controllers: Xbox 360 or Xbox One compatible

Alessia Lara Padawan – Romana, youtuber, nerd fino al midollo, adora film, serieTV, cartoni animati ed è malata da anni di una grave forma di dipendenza dai videogames. Il suo motto è: “Se credi anche lontanamente che ne valga la pena… allora GIOCALO!”
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