Il Falsario – Operazione Bernhard – Recensione

Il Falsario – Operazione Bernhard – Recensione – Cinema Di Seconda Mano

Cinema di seconda mano” torna a recensire pellicole del passato che hanno da parecchio tempo lasciato le sale cinematografiche. In questo articolo vi parleremo di un film austriaco del 2007, di Stefan Ruzowitzky, dal titolo originale Die Fälscher.

LA GABBIA DORATA

Il Falsario è un film che incontra la storia ed infatti ci parla in maniera efficace di fatti realmente accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Inutile dire che forse il tema del nazismo e della guerra, specialmente nella cinematografia tedesca e in parte anche in quella austriaca sia forse utilizzato anche troppo, ma probabilmente non si dovrebbe smettere mai di produrre materiale a riguardo, sia per l’importanza storica dei fatti narrati, sia perchè la memoria con il tempo può svanire ed allora lasciare dei segni tangibili che possano ricordare ai posteri l’orrore dei campi di concentramento e della pulizia etnica è cosa buona e giusta.

Protagonista del film è il signor Sorowitsch, il re dei falsari, ebreo catturato nel 1936, deportato a Mauthausen e poi inserito in una sorta di campo di concentramento per privilegiati, dove lui ed altre persone ebree con competenze nella falsificazione di documenti e banconote potessero dare il via all’operazione Bernhard, volta a rimpinguare le casse del regime nazista oramai allo sfascio.

La gabbia dorata nella quale saranno rinchiusi Sorowitsch e i suoi compagni di viaggio sarà fulcro di tantissime riflessioni sulla dignità umana e su alcune scelte morali che i protagonisti dovranno compiere scegliendo tra la ribellione e il servilismo nei confronti di un Reich che vuole sfruttarli per vincere la guerra che sta sterminando la loro stessa etnia.

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SOPRAVVIVERE

Altra riflessione importante, se non forse la più importante, il film la lascia fare sulla sopravvivenza, curando moltissimo il rapporto tra Sorowitsch e il comandante Herzog, assegnato al controllo e al coordinamento del gruppo di reclusi privilegiati addetti alla falsificazione.

Il comandante infatti, in una confessione a Sorowitsch (ottimamente interpretato dall’attore Karl Markovics) di cui non vi forniamo dettagli, farà capire che anche ai vertici del regime ci sono persone che agiscono in un determinato modo non per scelta, ma per puro istinto di sopravvivenza, perchè sanno che ribellandosi al regime non potrebbero che andare incontro alla morte.

La pellicola di Ruzowitzky insomma si lascia guardare, colpisce ed affonda lo spettatore ponendolo di fronte a riflessioni importanti che possono far nascere pensieri profondamente differenti e contrastanti alimentando le più disparate discussioni sul tema.

CONCLUSIONI

Una sceneggiatura ben studiata e priva di vuoti, una regia ispirata e precisa, una fotografia davvero azzeccata, con quel buio perenne vietato ai claustrofobici, ben si sposano agli eventi storici narrati che sebbene poco conosciuti risultano perfetti per essere inseriti in un film.

L’unica nota stonata è quella della colonna sonora, fin troppo malinconica, che accompagna lo spettatore senza lasciare il segno risultando forse piatta e poco ispirata.

Il Falsario (che ha vinto l’oscar come miglior film straniero nel 2008) è sicuramente duro, ma si lascia guardare senza essere mai troppo crudo o indigesto.

La visione è sicuramente consigliata, soprattutto a chi ama i film del genere, ma anche a chi non li contempla tra i suoi preferiti, perchè riesce comunque a colpire, stimolando riflessioni nuove su un tema raramente analizzato da questa prospettiva nella storia del cinema.

Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”
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