Super Hang On – Retroreview #5

Super Hang On – Sega 1987 – Recensione – Retroreview #5

Nel 1987 il grandissimo Yu Suzuki, con un cognome noto al mondo dei motociclisti, decide di migliorare e superare il vecchio gioco Hang-On è creare Super Hang On, un gioco ardito già nel nome, perchè all’epoca la parola “Super” accompagnava i giochi di casa Nintendo e in casa Sega si preferiva dare del “Mega” ai loro giochi.

UN VALIDO COIN OP

Super Hang On, supportato da due modelli di cabinato, uno con una riproduzione di una vera e propria moto dove l’utente poteva sedersi e curvare inclinando la moto a destra e a sinistra ed un altra versione più piccina dove si stava in piedi e si teneva in mano il manubrio della moto, ebbe discreto successo in tutte le sale giochi dell’epoca, ma oggi non vogliamo parlarvi di quella versione.

DERAPANDO TRA LE MURA DOMESTICHE

Analizzeremo la versione del 1989, dedicata alla console di casa Sega di quegli anni, ovvero il Genesis, conosciuto in Italia come Mega Drive.

Non avendo la possibilità di inserire all’interno della confezione del gioco una moto in scala 1:1 la Sega ebbe la geniale idea di diminuire la sensibilità di risposta ai comandi della moto in modo da permettere a chi giocava con un semplice pad digitale di poter entrare ed uscire dalle curve in modo decente.

La vera innovazione però arrivò nelle modalità di gioco, perchè Sega aggiunse alla classica sfida a check point tipica della versione arcade, che tanto aveva brillato anche con Out Run, un ORIGINAL MODE che consisteva in una vera e propria carriera da intraprendere per portare un pilota con una moto ridicola ai livelli di Valentino Rossi.

La modalità di Super Hang On fu la linfa vitale del gioco in versione console perchè era maledettamente difficile arrivare fino all’ultimo rivale dopo aver comprato le migliori parti di ricambio per la nostra moto e dopo aver ingaggiato il miglior meccanico del globo terrestre e questo dava a Super Hang On una longevità che ai tempi, visti i costi delle cartucce e l’impossibilità di rifornirsi al dannato mercato pirata che sempre più persone scelgono, era semplicemente fondamentale!

Comprare un gioco che dopo due giorni non si voleva più giocare o peggio ancora che in due giorni si riusciva addirittura a completare (e ne esistevano) voleva semplicemente dire EPIC FAIL perchè a meno che non fosse Natale si sarebbe dovuto aspettare moooooolto tempo prima che una nuova cartuccia potesse violare l’ingresso ai circuiti della nostra console casalinga.

PARLIAMO QUINDI DI UN GIOCO PERFETTO?

No.

Di sicuro non parliamo di un gioco esente da difetti, alcuni importanti, altri minori, ma di sicuro non minano l’esperienza di gioco in maniera decisiva.

Certo la mancanza di una mappa di gioco e l’assenza fisica del rivale da battere sulla pista fanno calare la giocabilità del titolo.

Le sole 4 musiche di sottofondo seppur epiche sono forse poche per l’immane quantità di ore di gioco che toccava fare per portare a termine il gioco.

Le lunghe password da inserire per continuare giorno dopo giorno (difetto minimo perchè all’epoca ci si arrangiava così, non avendo memory card e simili)

Tutte cose che però spariscono di fronte ad un titolo sicuramente ricco di fascino, bellissimo nel suo arrivare finalmente a creare una vera e propria carriera motociclistica come i giochi moderni.

Se amate i giochi di guida a 2 o 4 ruote siete obbligati a provarlo almeno una volta.

Se non amate questo genere di giochi potete comunque dare una chance ad una piccola pietra miliare della storia dei videogiochi.

MYNERDOMETRO: 8/10

Ed ora spazio alla videorecensione!

Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”
Exit mobile version