Casa Savastanen – Gomorra 2

Casa Savastanen – Gomorra 2

La spasmodica attesa ci ha quasi fatto ulcerare anche il fegato oltre allo stomaco, ma finalmente ieri Gomorra 2 è giunto tra noi con una doppia puntata per darci la nostra dose che da buoni tossici attendevamo ansiosamente.

STIAMO PER SPOILERARE TUTTO, MA PROPRIO TUTTO CIO’ CHE E’ ACCADUTO (oddio forse tutto no), quindi se non hai visto il doppio episodio è meglio tu non prosegua nella lettura.

IN GENERALE: Non so quanti consensi avranno le parole che sto per scrivere, ma questi primi due round con la serie di Sollima sono sembrati più lunghi di quanto non lo siano stati in realtà.

La prima parola che mi viene in mente per giudicare in maniera globale le due puntate è “Lentezza”. Una lentezza estenuante, specialmente nel secondo episodio, fatta di lunghissimi silenzi, attese, momenti di nulla, ma procediamo con ordine.

PRIMO EPISODIO:
Il primo episodio parte bello scoppiettante, con le immagini che rapidamente si susseguono per metterci subito a nostro agio creando un filo diretto con il finale della prima stagione. Genny bello all’ospedale in fin di vita, Don Pietro tornato operativo e bramoso di scappare via per un po di tempo dopo l’evasione epocale in grande stile del finale di stagione e il gruppo di Ciro e Salvatore Conte pronto a prendere le redini del gioco approfittando della situazione propizia.

“L’immortale” diventa ancor più marcatamente “L’immorale” e si sporca le mani di brutto, di quello sporco che non si lava più.

Alla fine un pochino perchè eravamo assatanati, un pochino per meriti suoi, l’episodio sembra funzionare.

SECONDO EPISODIO:
Qui invece arrivano le note dolenti. Si fa un salto in avanti di un anno e ci catapultano in Honduras, dove Gennarino con uno spagnolo che farebbe invidia a Miguel Bosè sembra essere il re del narcotraffico italiano. Scena iniziale breve e d’impatto poi il buio: “Scusate ma devo tornare in Italia.”

Il ritorno è rapido e finalizzato solo al recupero di alcune pietre preziose da portare in Germania dove ad attenderlo ci sarà il padre.

Il problema è che Don Pietro fa attendere Genny per un giorno intero, facendolo scarrozzare in giro per il paese teTesco e lasciandoci da soli insieme a lui per attimi che sembrano interminabili tra uno sbadiglio ed un amaro wurstel con crauti.

Poi l’incontro e la puntata che piano piano inizia a smuoversi di nuovo per rifermarsi bruscamente in casa Savastanen (l’alloggio di Don Pietro in Germania, dove utilizza il cognome Savastanen per non farsi riconoscere) dove il silenzio regna sovrano per altri interminabili attimi.

I due litigano, la bolla sembra dover scoppiare da un momento all’altro, poi una serie di eventi lasciano capire che forse i due si riappacificheranno e invece sul finale la mascella cade.

“Lazzaro alzati e cammina!” cit.
E così un moribondo Don Pietro si rianima come niente fosse, chiama degli amici (Don Piè ma na telefonata non la potevate fare prima?) e decide di abbandonare nel cuore della TeTeschia il povero Genny senza un perchè.

E allora mi domando e dico…

…Perchè?

Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”